Germania, preoccupazione no-vax. Spahn: “Così 400 casi a settembre, 800 a ottobre”
Preoccupazione per l’aumento dei casi di Coronavirus. Il ministro della salute invita a rispettare le misure di sicurezza e a farsi vaccinare
Il numero di casi di Coronavirus in Germania sta salendo. Il tasso d’incidenza registrato in una settimana è di circa 11. Mercoledì, a Berlino, il ministro federale della salute Jens Spahn ha affermato con preoccupazione: “Se [l’incidenza] continua a raddoppiare ogni dodici giorni, supereremo i 400 a settembre e gli 800 a ottobre”.
Secondo l’RKI, l’istituto di controllo e prevenzione delle malattie infettive in Germania, per far fronte alle varianti più aggressive del virus almeno l’85% dei giovani dai 12 ai 59 anni e il 90% degli ultrasessantenni dovrebbero avere una protezione vaccinale completa. “Siamo ancora molto lontani da queste quote”, ha ribadito la Cancelliera Merkel. Attualmente, oltre il 58% delle persone in Germania ha ricevuto la prima dose mentre circa il 43% si è già sottoposto anche alla seconda. Di recente, però, il numero delle vaccinazioni è in calo. Spahn ha concordato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nell’affermare che il vaccino è un dovere patriottico. “Non ci sono più scuse”, ha detto. “Decidiamo ora, ora in questi giorni di luglio, come sarà settembre, ottobre, novembre”.
Dimostrazioni anti-covid in Germania
Dall’inizio della pandemia, in tutta la Germania hanno avuto luogo numerose manifestazioni contro le misure di sicurezza anti-covid. Nella maggiorparte dei casi gli organizzatori e i partecipanti appartenevano a gruppi di estrema destra, negazionisti e no-vax. Si potevano infatti udire slogan contro “la dittatura della sanità” e leggere manifesti come “Bye Bye Democracy”, “Gates to Hell”. Decine di altri cartelloni inveivano inoltre contro le “lobby ebraiche” e le case farmaceutiche. Spahn si era già espresso sull’argomento, affermando che le manifestazioni sarebbero state permesse solo a condizione che le regole di distanziamento fossero rispettate e che si indossassero le mascherine. Queste disposizioni sono però state volutamente e ripetutamente ignorate e trasgredite dai manifestanti e, per questo motivo, più di una volta la polizia è stata costretta ad intervenire. Nei mesi scorsi, dimostrazioni pacifiche si sono spesso trasformate in veri e propri scontri ravvicinati con le forze dell’ordine, concludendosi in numerosi arresti.
La nascita del movimento no-vax in Germania risale a 200 anni fa
La Germania ha sempre avuto un atteggiamento scettico nei confronti delle campagne vaccinali. “Già 200 anni fa i vaccini erano una questione controversa e altamente dibattuta”, racconta Malte Thiessen, storico della medicina. Quando nel 1874 entrò in vigore la legge sulla vaccinazione, a seguito della diffusione del vaiolo che in Europa aveva già ucciso decine di migliaia di persone, l’Associazione Imperiale contro la vaccinazione obbligatoria esisteva già da cinque anni e contava 300.000 membri. Ritenevano che il vaccino fosse “lo strumento del diavolo, qualcosa di artificiale, chimico che viene iniettato nel corpo”, spiega Thiessen.
Le teorie del movimento no-vax si consolidarono successivamente anche grazie alle cospirazioni antisemite. Si insinuò infatti che la vaccinazione fosse tutta un complotto ebraico per danneggiare intenzionalmente il popolo tedesco. Addirittura si accusarono gli ebrei di avvelenare l’acqua potabile di Berlino. “In tempi di crisi, le persone sono emotivamente più suscettibili a schemi esplicativi grezzi” spiega il commissario del governo tedesco per la lotta all’antisemitismo, Felix Klein. “Ci sono collegamenti diretti tra l’attuale diffusione del coronavirus e quella dell’antisemitismo”, continua. “Sempre più spesso ambienti della destra radicale hanno cercato di strumentalizzare la crisi da coronavirus per i loro fini”.
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