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La storia dell’annoso scetticismo tedesco per i vaccini

Lo scetticismo tedesco per i vaccini continua ancora oggi, anzi non si è mai fermato

Già ai tempi del vaiolo, 150 anni fa, la popolazione tedesca era restia a sottoporsi a vaccinazione e oggi la storia si ripete. Come tutti sappiamo, la risorsa più potente contro il Covid19 sembra essere proprio il vaccino. Ci si augura, infatti, che una volta terminata la campagna vaccinale, si riesca a bloccare il ciclo di contagi e si spera di ritornare il prima possibile alla quotidianità. In questo clima di speranza non mancano i cosiddetti NoVax, termine utilizzato per indicare coloro che sono per lantivaccinismo, ovvero contrari alla somministrazione dei vaccini. Assumendo così una posizione contraria all’indirizzo consolidato nella comunità scientifica che, invece, ne sottolinea l’efficacia e sicurezza. La comunità NoVax, di fatti, non è nuova a divulgare teorie cospiratrici, spesso infondate, anche tramite fake news veicolate su piattaforme social. 

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L’opposizione ai vaccini fin dai tempi del vaiolo

Già nel XIX secolo, alcuni tedeschi proclamavano scetticismo e disappunto per i vaccini, più precisamente quando i numerosi contagi da vaiolo hanno portato all’introduzione del vaccino. Poiché tali infezioni erano molto diffuse in tutta Europa e si contavano decine di migliaia di morti, nel 1874 entrò in vigore una legge sulla vaccinazione. In realtà l’opposizione esisteva da prima, perché i primi gruppi di oppositori furono fondati nel 1869 a Lipsia e Stoccarda. È lo storico della medicina Thiessen a dichiarare per che gli oppositori i vaccini erano visti come “lo strumento del diavolo. Qualcosa di artificiale, chimico che viene iniettato nel corpo.” Alcuni, nello specifico tra il 3 e il 5 % della popolazione, continuano tutt’oggi ad avere questa concezione ed è così che viene spiegata l’enorme opposizione ai vaccini nei circoli alternativi della Germania. Secondo l’Istituto Robert Koch per la salute pubblica della Germania, ancora oggi il consenso per le vaccinazioni è maggiore nella ex Germania dell’est: in passato fu proprio la zona est a richiedere le vaccinazioni per la difterite, la tubercolosi e il vaiolo. Situazione completamente opposta per l’ex Germania Ovest, in cui gran parte della popolazione aggirò la vaccinazione obbligatoria. Tuttavia, per confermare una certa opposizione ai vaccini non è necessario andare tanto indietro nel tempo: infatti, con riferimento ai dati del 2019, si evince che solo il 35% della popolazione tedesca si sottopone al vaccino antinfluenzale.

Il caso dello scettico del morbillo

In Germania, anni fa, fece clamore la notizia dello scettico del virus del morbillo. Si trattava di Stefan Lanka, un biologo tedesco che sosteneva che il virus del morbillo non esisteva e che si trattasse soltanto di una cospirazione per costringere i pazienti a vaccinarsi. Inoltre secondo Lanka il morbillo non era nient’altro che una “malattia psicosomatica” perché “le persone si ammalano dopo separazioni traumatiche”. Non abbandonando la sua ostinazione e la sua convinzione, il biologo offrì una ricompensa pari a 100.000€ a chiunque fosse riuscito a dimostrare che il morbillo era causato da un virus. Fu il medico tedesco David Barden a rivendicare la ricompensa, dopo aver raccolto prove da vari studi medici. Ciò nonostante, il signor Lanka continuava a negare l’esistenza del virus. Ma non ne uscì vincitore, perché il tribunale della città di Ravensburg stabilì che le prove del dottor Barden erano sufficienti per dimostrare che il morbillo fosse un virus a tutti gli effetti.

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