Salon Kitty di Tinto Brass

70 film ambientati a Berlino da vedere assolutamente. Dal 60esimo al 51esimo posto

Una lista di 70 film girati o ambientati a Berlino – Le posizioni  dalla 60esima alla 51esima

Sin dalla nascita della Settima Arte, Berlino è stata una tra le più interessanti location in cui ambientare un film. Nel corso del XX secolo la città ha cambiato più volte le sue vesti, attirando centinaia di cineasti, che vedevano in Berlino il set perfetto per le loro opere. Di seguito abbiamo raccolto una lista dei migliori 70 film girati a Berlino, pellicole che spaziano dai lungometraggi a tematica storica, passando per gli spy-thriller, fino ad arrivare a horror, commedie, drammi e documentari. Si tratta di produzioni internazionali girate a partire dagli anni ’20 del ‘900 fino ad arrivare ai giorni nostri, attraverso le quali possiamo osservare gli epocali cambiamenti che questa città, unica nel suo genere, ha subito nel corso degli anni. Continuiamo con altre 10 pellicole, dalla 60esima fino alla 51esima posizione.

Le pellicole dal 70esimo al 61esimo posto

Le pellicole dal 50esimo al 41esimo posto

Le pellicole dal 40esimo al 31esimo posto

Le pellicole dal 30esimo al 21esimo posto

Le pellicole dal 20esimo all’11esimo posto

Le pellicole dal 10imo al primo posto

60) Salon Kitty (1976) di Tinto Brass con Helmut Berger, Ingrid Thulin, Teresa Ann Savoy

Berlino, 1939. Kitty Kellermann dirige il Salon Kitty, elegante bordello a Charlottenburg. Il postribolo è frequentato soprattutto da ufficiali nazisti. Il Salon Kitty, all’insaputa della proprietaria, è un centro di spionaggio in cui le prostitute, tutte ferventi naziste, carpiscono ai loro clienti segreti e idee contrarie al regime. A capo dell’operazione è il tenente delle SS Helmut Wallenberg che fa giustiziare l’ufficiale Hans, reo di aver espresso opinioni contrarie all’ideologia nazista. Di Hans era innamorata la prostituta Margherita che, con l’aiuto di Kitty, attuerà una vendetta nei confronti di Wallenberg. Il Salon Kitty è realmente esistito e si trovava in Giesebrechtstrasse 11 a Charlottenburg. Esso era veramente un centro di spionaggio, come raccontato nel film, ma i bombardamenti della II Guerra Mondiale hanno distrutto il palazzo originale. La pellicola è stata uno dei primi esempi di nazisploitation, un sottogenere che mischiava il sesso con il nazismo. Rispetto ad altri film del genere come Ilsa, la belva delle SS, Salon Kitty è sicuramente meno estremo e visivamente colto. Brass mischia elementi presi dalle opere Art Noveau, della Nuova Oggettività e dai dipinti di Tamara de Lempicka. È inoltre la prima opera erotica di Tinto Brass genere in cui, nel corso degli anni, diventerà un vero e proprio maestro.

59) Mute (2018) di Duncan Jones con Alexander Skarsgård, Paul Rudd, Justine Theroux

Nella Berlino del futuro il piccolo Leo rimane muto dopo un grave incidente in acqua. Trent’anni dopo l’uomo lavora in un bar e si innamora di Naadirah che, però, dopo pochi giorni, scompare nel nulla. Per trovare Naadirah, Leo sarà costretto a scendere negli squallidi e soffocanti bassifondi di una Berlino futuristica, incontrando inquietanti personaggi tra cui i chirurghi Cactus e Duck. Il film, secondo le parole dello stesso regista, è il seguito spirituale di Moon, thriller fantascientifico con Sam Rockwell girato da Jones nel 2009, e secondo capitolo di un’ipotetica trilogia. Jones costruisce la Berlino del futuro pescando a piene mani dall’estetica cyber-punk di Blade Runner. Mantiene però alcuni edifici simbolici che la definiscono. Basta osservare la sequenza aerea iniziale in cui si possono scorgere, in mezzo a ipertecnologici edifici, il Park Inn di Alexander Platz e la Torre della Televisione. Il regista ha girato alcune sequenze allo Studio Babelsberg e all’interno della nuova biblioteca della Humboldt Universität. Jones conosce bene Berlino dato che, per un breve periodo, ha vissuto qui con il padre, David Bowie, durante la fine degli anni ’70.

58) Cosa fare in caso di incendio? (Was tun, wenn’s brennt?, 2001) di Gregor Schnitzler con: Til Schweiger, Sebastian Blomberg, Nadja Uhl

Berlino, 1987. Tim, Hotte, Nele, Maik, Flo e Terror sono cinque giovani anarchici che vivono in uno squat a Kreuzberg. Qui producono filmati di propaganda, tra cui uno in cui spiegano come fabbricare una bomba casalinga, seppellendola nel terreno di una villa abbandonata a Grunewald. Dodici anni dopo, Tim e Hotte vivono ancora nello squat, sempre fedeli alla causa anarchica. Hotte è costretto su una sedia a rotelle a causa di un getto d’acqua con cui la polizia lo aveva colpito alle gambe durante una rivolta. Gli altri tre, invece, hanno scelto differenti stili di vita: Nele è una madre single, Maik dirige un’agenzia pubblicitaria, Terror è diventato un avvocato e Flo incarna il perfetto borghese. Un giorno la polizia sgombera l’edificio dove vivono Tim e Hotte e sequestra anche tutti i video che avevano realizzato. Tra questi vi era quello della bomba casalinga che, nel frattempo, era esplosa ferendo numerose persone e scatenando una caccia all’uomo. I sei, dopo molti anni, sono costretti a rivedersi e a collaborare per rubare il filmato prima che la polizia lo veda. Cosa fare in caso di incendio? è interamente girato a Berlino. Si possono riconoscere la stazione di Ostkreuz, Friedrichstraße, Karl Marx Allee e l’Isola dei Musei.

57) Démoni (Demons, 1985) di Lamberto Bava con Natasha Hovey, Urbano Barberini, Karl Zinny

In una fermata della U-Bahn di Berlino la giovane Cheril riceve da un misterioso individuo sfigurato due biglietti omaggio per la proiezione di un film al cinema Metropol. Decide di andarci con la sua amica Kathy e lì conoscono due ragazzi, George e Ken. All’ingresso del cinema, per promuovere il film, vi è una motocicletta con appesa un’inquietante maschera. Prima di entrare in sala una delle spettatrici la indossa provocandosi un piccolo taglio. Pochi istanti dopo la ferita comincia a sanguinare sempre più. Una volta in bagno, la ragazza comincia a tramutarsi in un mostruoso démone, che seminerà il panico in sala e ‘infetterà’ gli altri spettatori. Démoni e prodotto da Dario Argento, che collabora anche alla stesura della sceneggiatura. Agli effetti speciali e al trucco Sergio Stivaletti. La colonna sonora può contare sulle angosciose e claustrofobiche melodie di Claudio Simonetti dei Goblin, ma anche su brani di famosi artisti come Billy Idol, Mötley Crüe e Scorpions. Il film si inserisce in quel filone di pellicole horror-splatter che tanto andavano di moda negli anni ’80. Erano pellicole in cui di certo non si lesinava sulle quantità di sangue utilizzate (e su altri repellenti liquidi corporei), con scene ideate solo per suscitare raccapriccio nello spettatore. Lo scopo era quello di raggiungere l’apice del grottesco e del gore e qui Stivalletti si conferma un vero e proprio maestro del genere. Il film è interamente ambientato a Berlino Ovest, con alcuni interni girati ai De Paolis In.Ci.R. Studios di Roma. La fermata della U-Bahn dove Cheril riceve i biglietti è quella di Heidelberger Platz. Il cinema Metropol è, in realtà, la discoteca Goya, edificio dei primi del ‘900 in Nollendorfplatz a Schöneberg.

56) Æon Flux (2005) di Karyn Kusama con Charlize Teron, Marton Csokas, Johnny Lee Miller, Frances McDormand

Nel 2011 un terribile virus stermina il 90% della razza umana. Nel 2454 i pochi sopravvissuti vivono a Bregna, una Città Stato governata dispoticamente dalla dinastia Goodchild il cui antenato, Trevor Goodchild, aveva trovato la cura per il virus. All’apparenza la vita nella città sembra essere una perfetta utopia, senza conflitti e povertà, ma sempre più persone spariscono nel nulla. Æon Flux, la cui sorella era stata eliminata dai Goodchild, guida i Monican, un gruppo di anarchici che combattono per sconfiggere la dittatura. Il film prende ispirazione da una serie animata andata in onda su MTV tra il 1991 e il 1995. Inizialmente le riprese avrebbero dovuto svolgersi a Brasilia, capitale del Brasile inaugurata nel 1960. Una città ‘nuova’, utopica, perfetta come set per un film come Æon Flux. Ma a causa di alcuni problemi, non fu possibile girare la pellicola a Brasilia e i produttori optarono per portare il set a Berlino. Anche gli edifici della capitale tedesca ben si adattavano alla sceneggiatura del film (come, ad esempio, il Bauhaus Archive, l’Ambasciata messicana in Klingelhöferstraße, l’Haus der Kulturen der Welt in John Foster Dulles Allee) tanto che poche modifiche furono aggiunte in fase di post-produzione. Furono anche girate scene in spazi che mai erano stati concessi, come il Crematorio di Treptow, diventato la Sala del Consiglio di Bregna. Altre riprese si sono svolte sulla scalinata di Sans Souci a Potsdam, nel teatro anatomico dell’università veterinaria in Philippstraße e nella galleria del vento del Deutsche Versuchsanstalt für Luftfahrt.

55)Rammbock (2010) di Marvin Kren con Michael Fuith, Theo Trebs, Anka Graczyk

Michael, appena lasciatosi con la fidanzata Gabi, sta andando nell’appartamento della sua ex per riportarle le chiavi ma trova solo due idraulici. Di punto in bianco uno dei due si trasforma in uno zombi assetato di sangue che attacca i due uomini. Di lì a poco gran parte della popolazione di Berlino si trasforma in zombies, vittime di un non meglio identificato virus. Michael, insieme a uno sparuto gruppo di persone, esce per le strade di Berlino alla ricerca di Gabri, cercando di sopravvivere alle mostruose creature. Primo lungometraggio diretto dall’austriaco Kren che sceglie la classica struttura dello zombie-movie di romeriana memoria: gruppo di persone chiuse in un edificio, tentano di sopravvivere a un’orda di zombie. Uno schema usato e abusato nel corso degli anni da svariati registi (soprattutto statunitensi), ma a cui Hessler riesce a dare una spinta in più, creando un mix quasi perfetto tra horror-splatter, commedia e film romantico. Uno degli aspetti più interessanti è sicuramente l’ambientazione berlinese, con gli zombie che mettono a ferro e fuoco le tranquille vie di Prenzlauer Berg.

54) Oggi a Berlino (1962) di Piero Vivarelli con Helmut Griem, Nana Osten, Erina Torelli

A Berlino Hans, ragazzo che abita nella parte Est, si innamora di Kathe. Poco dopo il loro incontro, viene eretto il Muro che dividerà la città e anche i due amanti. Con l’aiuto di un magliaro italiano e di un’attrice, Hans riesce a superare la barriera e a ricongiungersi con Kathe. Ma il ragazzo è preoccupato per le ripercussioni che il suo gesto potrebbero avere sulla famiglia di Kathe. Ritornato a Berlino Est, Hans viene processato e condannato ai lavori forzati. Il ragazzo non riesce a sopportare la lontananza da Kathe e tenta nuovamente di superare il Muro per raggiungerla. Girato interamente a Berlino Ovest, Oggi a Berlino riesce a raccontare come il Muro non abbia diviso solamente la città, ma abbia anche costretto famigliari e amanti a separarsi.

53) Atomica Bionda (Atomic Blonde, 2017) di David Leitch con Charlize Teron, James McAvoy, John Goodman

Tratto dalla graphic novel The Coldest City di Anthony Johnston, il film racconta le avventure della spia Lorraine Broughton interpretata da Charlize Teron. Nel 1989 l’MI6, il servizio segreto di Sua Maestà, manda la Broughton a Berlino, alla vigilia della caduta del Muro. La sua missione è quella di recuperare una lista con i nomi di tutti gli agenti segreti occidentali di stanza nella città. Per portare a termine la difficile missione dovrà collaborare con il direttore della sede di Berlino, David Percival (James McAvoy). Le riprese erano iniziate nel 2015 a Budapest, dove era stato ricostruito un pezzo del Muro di Berlino lungo quasi 80 metri, ma gran parte del film è stato girato nella capitale tedesca. Si possono riconoscere Pariser Platz, l’Hauptbahnof, la Gedächtniskirche vicono allo Zoo e Alexander Platz. Proprio qui, nel tunnel Messedamm Underpass, sotto la famosissima Torre della Televisione, è stata girata una adrenalinica scena d’azione. Charlize Theron, che a Berlino aveva già girato nel 2005 Aeon Flux, aveva dichiarato che Berlino le era rimasta nel cuore e che era la città europea in cui si sarebbe trasferita subito.

52) Unknown (2011) di Jaume Collet-Serra con Liam Neeson, Diane Kruger, Bruno Ganz

A Berlino per partecipare a un congresso sulle biotecnologie, il dottor Martin Harris, rimane vittima di un incidente in taxi. La vettura finisce dentro un fiume ed Harris viene salvato dalla taxista, Gina, ma finisce in coma. Al suo risveglio pochi giorni dopo scopre che la sua identità gli è stata sottratta e persino sua moglie non si ricorda di lui e si ritrova braccato da un killer che cerca di ucciderlo. Harris e Gina si ritroveranno invischiati in un complotto che porterà a sconvolgenti rivelazioni sulla vera identità del medico. La pellicola era stata presentata nella sezione Fuori Concorso alla Berlinale del 2011. Unkown è stato interamente girato a Berlino, una città che, secondo il regista, si adattava perfettamente alle tematiche affrontate nel film. Collet-Serra aveva infatti dichiarato che «il fulcro del film è una crisi d’identità, e Berlino è in piena crisi, essendo stata divisa per tanti anni. Anche con l’unità, nuovi palazzi costruiti in mezzo a quelli poveri dell’est ne dimostrano le ferite. Mondi diversi co-esistono all’interno della città e quindi per me Berlino è la perfetta estensione della realtà del protagonista». Alcune delle location comprendono l’Hotel Adlon a Mitte, l’aeroporto di Tegel, l’Oberbaumbrücke, il Memoriale Sovietico al Tiergarten e il famoso club Tresor in Köpenicker Straße.

51) Funerale a Berlino (Funeral in Berlin, 1966) di Guy Hamilton con: Michael Caine, Paul Hubschmid, Eva Renzi

Il colonello del KGB Stock, ufficiale responsabile della sicurezza di un settore del Muro, vorrebbe disertare e svelare i segreti sovietici alle potenze dell’Ovest. Per trattare con lui, il governo britannico manda l’agente segreto Harry Palmer. Per far fuggire Stock da Berlino Est gli agenti segreti alleati decidono di fingere la sua morte e trasportarlo all’interno di una bara. Ma la missione dell’agente Palmer sarà più complicata del previsto, tra spie doppiogiochiste e intrighi politici. Funerale a Berlino è il secondo film (di cinque) in cui Michael Caine veste i panni di Harry Palmer, agente segreto britannico uscito dalla penna dello scrittore Len Deighton. La pellicola è una classica spy-story, genere molto in voga tra gli anni ’70 e ’80. Sono film che trovavano una perfetta location, nella Berlino divisa dal Muro e in piena Guerra Fredda. Il film è stato quasi interamente girato nella capitale tedesca in luoghi come il Checkpoint Charlie, l’Europa Center di Charlottenburg, Zimmerstraße e Gröbenufer a Kreuzberg e l’aeroporto di Tempelhof.

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Immagine di copertina: Salon Kitty di Tinto Brass (1976)