70 film ambientati a Berlino da vedere assolutamente. Dal 40esimo al 31esimo posto

Una lista di 70 film girati o ambientati a Berlino – Le posizioni  dalla 40esima alla 31esima

Sin dalla nascita della Settima Arte, Berlino è stata una tra le più interessanti location in cui ambientare un film. Nel corso del XX secolo la città ha cambiato più volte le sue vesti, attirando centinaia di cineasti, che vedevano in Berlino il set perfetto per le loro opere. Di seguito abbiamo raccolto una lista dei migliori 70 film girati a Berlino, pellicole che spaziano dai lungometraggi a tematica storica, passando per gli spy-thriller, fino ad arrivare a horror, commedie, drammi e documentari. Si tratta di produzioni internazionali girate a partire dagli anni ’20 del ‘900 fino ad arrivare ai giorni nostri, attraverso le quali possiamo osservare gli epocali cambiamenti che questa città, unica nel suo genere, ha subito nel corso degli anni. Continuiamo con altre 10 pellicole, dalla 40esima fino alla 31esima posizione.

Le pellicole dal 70esimo al 61esimo posto

Le pellicole dal 60esimo al 51esimo posto

Le pellicole dal 50esimo al 41esimo posto

Le pellicole dal 30esimo al 21esimo posto

Le pellicole dal 20esimo all’11esimo posto

Le pellicole dal 10imo al primo posto

40) Berlin Bouncer (2019) di David Dietl con Frank Künster, Smiley Baldwin e Sven Marquardt

Tre famosissimi buttafuori di Berlino, Frank Künster, Smiley Baldwin e, ovviamente, Sven Marquardt sono i protagonisti di Berlin Bouncer, documentario diretto da David Dietl. Il regista segue i tre sia durante la loro attività lavorativa, sia nella loro vita privata. Berlin Bouncer racconta il passato di Frank, Smiley e Sven, i motivi e gli avvenimenti che li hanno portati a Berlino e come sono finiti a lavorare alla porta dei più famosi club berlinesi. Vediamo Frank Künster, arrivato da Colonia negli anni ’80, esporre i suoi quadri in una galleria d’arte di Auguststraße e, poi, mentre lavora al famosissimo King Size Bar di Friedrichstraße, che ora ha chiuso i battenti. Sven Marquardt racconta com’era la vita di un giovane punk come lui quando Prenzlauerberg, quartiere dove è nato e da dove non se ne è mai andato, era ancora parte di Berlino Est. Lo seguiamo, poi, durante il suo lavoro di fotografo per le strade di Berlino e al Berghain, dove tutti i weekend diventa l’incubo di ogni clubber. Smiley Baldwin, invece, era uno dei soldati dell’esercito americano che impedivano l’accesso a Berlino Ovest da parte dei cittadini dell’Est. Ironia della sorte, dopo la riunificazione e dopo aver abbandonato l’esercito, venne messo ancora una volta a controllare gli accessi, questa volta in alcune delle discoteche più note di Berlino. Berlin Bouncer mette in scena non solo i cambiamenti della vita notturna di Berlino, ma anche la trasformazione della città stessa.

39) Rabbit à la Berlin (Królik po berlińsku, 2009) di Bartek Konopka con: un sacco di conigli

La Berlino divisa dal Muro è stata oggetto di svariate pellicole nel corso degli anni. In questo documentario – candidato agli Oscar – il regista polacco racconta quei drammatici anni attraverso nuovi occhi: quelli dei conigli. Con la costruzione del Muro, in quella che oggi è Potsdamer Platz, si venne a creare una gigantesca zona vuota, una ‘terra di nessuno’. Qui gli unici abitanti erano centinaia di conigli selvatici, che vissero beati fino al crollo della barriera. Nel documentario li vediamo testimoni silenziosi (e un po’ stupiti) dei lavori di costruzione, fino ad arrivare al momento del crollo del Muro, un avvenimento che fu catastrofico per i conigli. Se per la popolazione umana l’abbattimento del Muro significò il riappropiarsi dell’agognata libertà, per la comunità dei conigli fu una vera e propria ecatombe, come ci mostra Konopka. È il regista stesso a dire che per i conigli «fu un vero e proprio stress. Cominciarono a scappare per tutte le strade di Berlino, cercando un cespuglio in cui nascondersi. Ma erano talmente spaventati che, una volta nascosti, rimasero immobili e morirono di fame». Nel 1999 l’artista berlinese Karla Sachse, per omaggiarli, ha incastonato in alcune strade di Berlino 120 sagome di conigli realizzate in ottone.

38) Berlin Alexanderplatz (2020) di Burhan Qurbani con: Welket Bunguê, Jella Haase, Albrecht Schuch

Francis è un giovane immigrato appena scappato da Bissau e arrivato a Berlino. Il desiderio di Francis è quello di riuscire a integrarsi nella società tedesca da uomo onesto, trovando un lavoro e costruendo una famiglia. Ben presto scoprirà che sarà una strada completamente in salita. Appena arrivato conosce Reinhold, che lo assolderà per lavorare nella sua banda di spacciatori. Francis si ritroverà così coinvolto in una guerra tra gang e vedrà affievolirsi sempre di più il suo desiderio di avere una vita normale e onesta. Il film è una reinterpretazione in chiave contemporanea del romanzo Berlin Alexanderplatz, immortale capolavoro di Alfred Döblin scritto nel 1929, già adattato per la TV da Fassbinder nel 1980. Qurbani adatta la storia di Döblin per raccontare una vicenda tremendamente attuale, puntando il dito sulle difficoltà che i giovani immigrati trovano cercando di integrarsi al meglio all’interno della società tedesca (e non solo). Sullo sfondo la città di Berlino che qui viene rappresentata come un luogo inospitale e violento in cui sembra non ci possa essere nessuna possibilità di riscatto.

37) Saturn returns (2009) di Lior Schamriz con Chloe Griffin, Tal Meiri, Heinz Emigholz

Schamriz segue le avventure di Lucy, una ricca ragazza nordamericana che vive a Berlino. Insieme al suo amico Derek, vagano per le strade di Kreuzberg concedendosi ogni tipo di eccesso. Un giorno incontra Galia, giovane ragazza israeliana che farà pensare a Lucy di dare una ripulita alla sua vita. Il film è un affresco neorealista contemporaneo, che presenta anche elementi della Nouvelle Vague, girato con attori non professionisti, senza sceneggiatura e con un budget di neanche 3000 dollari. La scelta di ambientare la pellicola a Berlino non è stata affatto casuale. Anch’essa, infatti, come la protagonista Lucy «porta con sé la propria storia travagliata», come dichiarato dal regista stesso. Saturn Returns venne presentato al Torino Film Festival, ottenendo il plauso di critica e pubblico. Vinse inoltre il premio come Miglior Film all’ Achtung Berlin Film Festival, una delle rassegne cinematografiche più interessanti della città. Tutto il film è girato nel quartiere di Kreuzberg, uno dei più multiculturali della città e luogo in cui vivono realmente gran parte degli attori presenti nella pellicola.

36) Victoria (2015) di Sebastian Schipper con Laia Costa, Frederick Lau, Franz Rogowski

Victoria è una ragazza spagnola appena trasferitasi a Berlino che sta passando la notte in uno dei tanti club techno di Berlino. Durante la serata conosce quattro ragazzi berlinesi: Sonne, Boxer, Blinker e Fuss. Victoria rimane subito colpita da Sonne con il quale, uscita dal club, passa un po’ di tempo in un Caffè. Poco tempo dopo arriva il resto del gruppo e Victoria viene convinta a partecipare con loro a una rapina in banca dall’esito tragico. Il film è stato girato nella notte del 27 aprile 2014, in un unico piano sequenza e segue i protagonisti nelle strade di una Berlino notturna, nell’area intorno alla Friedrichstraße nel quartiere di Mitte. Il club dove Victoria incontra i quattro ragazzi è sulla Wilhelmstraße, costruito appositamente per il film. Il Caffè dove Victoria e Sonne si fermano è in Friedrichstraße e corrisponde al Bio Bistrot Wilhelm & Médne. La banca rapinata è, in realtà, un edificio con uffici in Zimmerstraße.

35) I fratelli Skladanowsky (Die Gebrüder Skladanowsky, 1995) di Wim Wenders con: Udo Kier, Wim Wenders, Hans Moser

Il film è stato realizzato da Wenders con la collaborazione degli studenti della Scuola di Cinema di Monaco. Il regista racconta la vera storia dei fratelli Skladanowsky che, a Berlino, inventarono il Bioskop, un macchinario per proiettare immagini in movimento. Il 1 novembre 1895 i fratelli utilizzano il Bioskop in quella che è stata la prima proiezione cinematografica al Wintergarten di Berlino, anticipando i fratelli Lumiere a cui si è sempre attribuito il ruolo di padri putativi della tecnica cinematografica. Con I fratelli Skladanowsky Wenders vuole riscrivere la storia del cinema e si respira una certa atmosfera di rivincita nei confronti della Francia. La prima metà del film è stata realizzata utilizzando quasi esclusivamente filmati dell’epoca. Possiamo vedere i due fratelli sperimentare le loro nuove tecniche per le strade di Berlino. Nelle sequenze realizzate ex novo Wenders ha potuto utilizzare alcuni macchinari dell’epoca conservati al Museo del Film di Potsdam. Una scelta che restituisce un senso di continuità a tutta la pellicola. Nella seconda parte del film viene intervistata la figlia noventenne di Max Skladanowsky che racconta come le invenzioni del padre e dello zio abbiano contribuito in maniera fondamentale alla nascita della Settima Arte.

34) La città assediata (The Big Lift, 1950) di George Seaton con: Montgomery Clift, Paul Douglas, Bruni Löbel

La pellicola racconta la storia dell’Operazione Vittles, il ponte aereo per rifornire di viveri e medicinali Berlino Est. Nel giugno del 1948 l’Unione Sovietica impedì l’accesso via terra a francesi, britannici e americani nei suoi territori. Berlino Ovest, che si trovava all’interno del territorio sovietico, venne quindi privata di ogni sorta di genere alimentare e sanitario. Inoltre venne privata completamente dell’elettricità, dato che la rete era anch’essa controllata dall’Unione Sovietica. Per ovviare alla crisi, il Presidente Truman incaricò il generale Albert Wedemeyer di istituire un ponte aereo per portare cibo e medicinali fino all’aeroporto di Tempelhof. All’operazione parteciparono le forze di aviazione di Francia, U.S.A. e Gran Bretagna, ma anche di Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica. Il Governo russo, comunque, non oppose resistenza e, nel maggio del 1949, tolse definitivamente il blocco. La città assediata è stato girato interamente a Berlino, nei territori controllati dalle forze alleate. Tutti i soldati che si vedono nel film non sono attori, ma veri componenti delle forze armate statunitensi. La scena girata davanti alla Porta di Brandeburgo, proprio a ridosso del confine tra Est e Ovest, fu filmata senza sonoro e poi doppiata. Il motivo? I sovietici misero degli enormi megafoni dai quali trasmettevano propaganda comunista.

33) The Wall – Live in Berlin (1990) con: Roger Waters, Scorpions, Cindy Lauper, Van Morrison, Bryan Adams

Il 9 novembre del 1989, migliaia di berlinesi incominciarono a demolire il Muro che, per quasi trent’anni, aveva diviso la loro città. Poco mesi più tardi il 21 luglio 1990, gli stessi abitanti di Berlino furono testimoni della costruzione di un altro muro che, paradossalmente, avrebbe unito ancora di più la città. Quel giorno Roger Waters, insieme a numerosi ospiti, suonò per intero l’album The Wall, l’opera rock composta insieme ai Pink Floyd nel 1979. Il colossale palco venne costruito nella spianata di Potsdamer Platz, caricando l’evento di un ulteriore valenza simbolica, dato che la piazza, nel corso degli anni della divisione, era stata ‘terra di nessuno’, una vuota, immensa distesa di terra. Con il concerto Potsdamer Platz era ritornata ad essere uno dei fulcri principali della vita berlinese, come era stata fino a prima della costruzione del Muro. Per assistere al concerto, trasmesso in mondovisione, si radunarono nella piazza 350.000 persone. L’opera dei Pink Floyd, composta 11 anni prima, come scritto in un articolo di Repubblica dell’epoca, «ha ritrovato un suo significato vivo e attuale in questa rappresentazione di un abbraccio ideale delle due Berlino».

32) Spirits in the Forest – A Depeche Mode Film (2018) di Anton Corbijn con Dave Gahan, Martin L. Gore, Andy Fletcher, Indra Amarjaga, Daniel Cassus, Liz Dwyer

Nel 2017, per promuovere l’album Spirit, i Depeche Mode annunciarono un contest attraverso il quale i fan, ogni giorno per un anno, avrebbero gestito la pagina Facebook del gruppo. Alla fine, tra tutti partecipanti, ne vennero estratti 6 che diventarono i protagonisti del documentario Spirits in the Forest – A Depeche Mode Film. Il lungometraggio raccontava le storie dei fan tutti accomunati, oltre che dalla passione per il gruppo di Basildon, dal fatto di partecipare all’ultimo concerto del tour alla Waldbühne di Berlino. I 6 vivono in differenti nazioni (Mongolia, Francia, Colombia, Romania, U.S.A.) e uno di loro è un brasiliano trapiantato a Berlino. Corbijn segue la vita dei protagonisti, seguendoli nelle loro attività quotidiane e intervistandoli sul ruolo che la musica dei Depeche Mode ha giocato nella loro vita fino ad arrivare a Berlino per il concerto dei loro beniamini.

31) Berlino – Sinfonia di una grande città (Berlin – Die Sinfonie der Großstadt, 1927) di Walter Ruttmann con: Berlino

Ruttmann realizza una pellicola che vede, come unica e indiscussa protagonista, la città di Berlino. Il regista racconta una giornata berlinese dall’alba sino a sera. Il viaggio incomincia a bordo di un treno che, dopo aver attraversato i boschi intorno alla città, arriva alla stazione di Berlino Anhalt. Ruttman segue il risveglio della città che, piano piano, vede le sue strade e i suoi locali riempirsi di berlinesi, un organismo vivente che prende vita. Tutta la pellicola è accompagnata dalle musiche composte da Edmund Meisel. Il film è una preziosa testimonianza di come era Berlino alla fine degli anni ’20, un’epoca florida economicamente e culturalmente, precedente alla drammatica presa del potere da parte di Adolf Hitler. Il film, restaurato nel 2007, è conservato all’interno del Bundesarchiv-Filmarchiv, proprio per la sua rilevanza storica. Il regista Thomas Schadt, nel 2002, ha realizzato un ‘sequel’ intitolato Berlin – Sinfonie einer Großstadt. Schadt ha utilizzato le stesse tecniche della pellicola di Ruttmann (bianco e nero, montaggio serrato, utilizzo di una sinfonia come unico elemento sonoro) per raccontare Berlino 75 anni dopo a testimonianza degli enormi cambiamenti che la città ha subìto nel corso del XX secolo.

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Immagine di copertina: Screenshot da Roger Waters – The Wall live in Berlin 1990