Per Archpaper il nuovo castello di Berlino, firmato Franco Stella, è in stile “zombie-barocco”
Il rinnovato Castello di Berlino (Humboldt-Forum) ha recentemente “aperto al pubblico”, ma non pare esser stato visto di buon occhio sia dai critici d’architettura che dai berlinesi
“Non è facile che piaccia, anzi…”. È questa una delle prime frasi che la prestigiosa rivista di architettura Archpaper ha dedicato al ricostruito castello di Berlino, l’ambizioso Humboldt-Foum inaugurato lo scorso dicembre 2020. Il giudizio segue sulla falsariga quello di altri addetti al settore nonché della stampa locale. Dallo Spiegel alla Zeit passando per il New York Times è difficile trovare giudizi positivi sul progetto firmato dall’italiano Franco Stella e da sempre oggetto di critiche: in quell’area dal 1976 al 2008 ci fu il Palast der Republik, iconico edificio della DDR a cui tanti berlinesi dell’est erano affezionati. Le critiche delle varie riviste sono però legate soprattutto al progetto in sé: il castello ricalca fedelmente tre delle quattro facciate dell’antica costruzione imperiale, il Berliner Schloss. Non sembra aggiungere niente di nuovo all’area del centro berlinese né serve per rinvigorire quell’immagine barocca-prussiana della capitale ormai persasi dopo un secolo di guerre e ricostruzioni.
Il giudizio di Archpaper sull’Humboldt-Forum
Archpaper è una tra le maggiori pubblicazioni di architettura statunitense. Nell’articolo a firma di Emily Pugh si scrive: “L’Humboldt Forum è una ricostruzione storica o una reinterpretazione moderna di una struttura storica? Né l’uno né l’altro: troppo simile al palazzo originale per essere considerato una reinterpretazione, ma troppo diverso dalla struttura più antica per essere considerato una ricostruzione. È un esempio lampante delle sfide dei progetti di ricostruzione storica, nonché dei loro limiti.”. Sulla stessa falsariga si colloca la reticenza di molti berlinesi notata anche dal New York Times che, parlando della facciata moderna contraddistinta da una griglia nitida di cemento grezzo e finestre incassate rincara la dose: “Un pugno negli occhi politicamente irto”. In scia anche le maggiori pubblicazioni tedesche: Die Zeit lo ha paragonato ad un “ufficio assicurativo”, il Der Spiegel invece, oltre a criticare ciò che appare dall’esterno ha anche sottolineato come i suoi interni sembrino “facili da pulire”.
Nonostante, causa pandemia, il Castello non sia visitabile fisicamente, ma solo online, il New York Times ha avuto da ridire anche sulle sale interne, su come siano organizzate e conservate quanto ad areazione. Ma non è tutto: dubbi emergono anche sul valore dell’esposizione in sé:”Non si è fatto abbastanza per sondare la provenienza di alcuni dei suoi reperti”.
Humboldt-Forum, l’inaugurazione del 17 dicembre 2020
Doveva essere completato un anno prima, ma ritardi e, infine anche la pandemia, hanno ritardato il tutto fino al 17 dicembre scorso quando, con una cerimonia in streaming, finalmente il progetto è stato ufficialmente inaugurato. Monika Grütters ministro della Cultura tedesco, ha affermato come l’apertura digitale non è stata abbastanza: “Meritava una festa, con un pubblico e un programma festivo “. Nei piani dei suoi sostenitori, e in attesa che tutta la collezione sia esposta, l’Humboldt-Forum si propone di diventare il più grande centro culturale a livello europeo con 30.000 mq di reperti artistici e storici, nonché luogo di spettacoli. La Zeit si è espressa con queste parole riguardo alla sua inaugurazione: “Il castello è aperto, ma giace abbandonato, come sfondo di un festival senza festival.” Il dissenso per questa inaugurazione infine, non proviene unicamente dal piccolo pubblico, ma anche da personalità di spicco, come. Insomma finora questa nuova costruzione pare essere solo motivo di imbarazzo per i tedeschi.
Il progetto di Franco Stella
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La collezione dell’Humboldt-Forum
La meta finale di questa costruzione è quella di diventare un centro unico per l’arte, cultura e scienza. Con un focus indirizzato ad un dialogo tra le diverse culture rappresentate all’interno, cin particolar modo legato a temi storici e di rilevanza mondiale. In previsione dell’estate 2021 saranno presentate diverse collezioni in una superficie complessiva di 42000 mq dove all’incirca la metà è destinata alle collezioni del Museo Etnologico e del Museo dell’Arte Asiatica, mentre 10000 mq sono dedicati agli spazi d’interesse pubblico generale. In collaborazione con le loro collezioni “gemelle” presenti all’interno dell’isola dei Musei, offriranno una veduta d’arte e cultura del mondo che abbraccia diverse epoche e continenti.
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Foto di copertina: Unsplash© CCO