Berlino, chiude il celebre Blumencafé di Prenzlauer Berg

Il Blumencafé è presente a Prenzlauer Berg da 27 anni ma ora è costretto a chiudere

Il motivo sarebbe una disputa tra il proprietario dell’immobile e l’affittuario Michael Schaarschmidt. Il Blumencafé aveva preso il posto di un vecchio ufficio postale sito in Schönhauser Allee, era molto gradito da studenti, turisti e lavoratori, ma anche da scrittori e politici. Il locale ha un’atmosfera da oasi naturale. All’interno sono presenti anche due pappagalli, Arno e Charly. Secondo quanto riportato dal Berliner Zeitung, il proprietario dell’immobile, Thomas Matzen, investitore, mecenate delle arti e medico onorario dell’Università di Tecnologia di Amburgo, avrebbe aperto una causa per sfratto. Per tre anni il Blumencafé ha provato a negoziare per ritirare la causa, ma l’ultima decisione del tribunale è stata decisiva. Adesso mancano 4-8 settimane prima che il padrone ordini lo sfratto.

Anche le speranze di ampliare il franchise sono sfumate

All’inizio Schaarschmidt si diceva positivo e pensava di poter vincere questa battaglia arrivando ad un compromesso. Il contratto è a rinnovo annuale e Michael paga ancora l’affitto puntualmente. Schaarschmidt si sarebbe anche accontentato di un contratto diverso, con termini meno convenienti per il Blumencafé pur di restare lì, ma non c’è stato verso. Aveva anche pensato ad un ampliamento del franchise. L’idea era di aprire un altro Blumencafé a 5 minuti in bici da Schönhauser Allee passando per Mauerpark, nella Schwedter Straße, dove si trovava il Café Niesen. Il locale appartiene al frontman dei Rammstein, Till Lindemann e il luogo è uno tra i più desiderati di Berlino. Ma l’idea non può essere attuata senza la sede principale di Schönhauser Allee, dato che nella Schwedter Straße non ci sono gli impianti per cucinare. Il vicinato ha anche aiutato il Blumencafé ad aprire un negozio online durante la pandemia. «Il Coronavirus ha svegliato i nostri spiriti, abbiamo sviluppato nuove idee» ha dichiarato Michael al Berliner Zeitung, ed infatti così è stato. Dal negozio online si può ordinare un brunch insieme ad un bouquet ed altri prodotti del vicinato. Il servizio ha avuto successo soprattutto durante le vacanze.

Difficile per Schaarschmidt e gli altri trovare un posto migliore

Secondo Michael non sarebbe comunque possibile rimpiazzare la sede principale, con il suo stile un po’ da “serra” art nouveau, un po’ mercato di fiori, un po’ centro sociale. In 27 anni Schaarschmidt e gli altri si sono affezionati al luogo, ai ragazzi che, usciti da scuola, facevano un salto per giocare con Arno e Charly. L’interesse pubblico alla vicenda è immenso. Uno dei sostenitori è il politico ed avvocato Gregor Gysi, un pilastro della sinistra tedesca ed europea, che ha anche scritto a chi gestisce l’immobile. Oltre a lui, anche vicini e amici ed altri politici del luogo hanno a cuore il Blumencafé. Il pensiero va anche ai 25 dipendenti che rischiano il posto di lavoro. Alla redazione del Berliner Zeitung, Michael confessa le sue perplessità riguardo le intenzioni del proprietario dell’immobile: «Questo posto è un gioiello, e sono sicuro che il proprietario non ha idea di cosa c’è in gioco», dice Schaarschmidt.

 

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