Pagamento del gas in rubli: la manovra di Putin che preoccupa la Germania

Il Presidente russo ordina la conversione di tutti i contratti di fornitura di gas da dollari ed euro a rubli: il nervosismo sui mercati energetici cresce

Vladimir Putin ha dichiarato, mercoledì 23 marzo, che le vendite del gas ai Paesi ritenuti ostili da Mosca dovranno essere pagate in rubli. Putin ha detto in un incontro con i funzionari del governo che “un certo numero di Paesi occidentali ha preso decisioni illegittime sul cosiddetto congelamento dei beni russi, tracciando di fatto un limite sull’affidabilità delle loro valute e minando la fiducia del rublo”. “Stiamo elaborando misure per passare ai pagamenti per il nostro gas naturale ai Paesi ostili in rubli russi”. L’incarico è stato assegnato alla Banca centrale del Paese che dovrà elaborare una procedura per gli acquirenti “entro una settimana”.

La pericolosa manovra di Putin

La decisione di Vladimir Putin di consegnare il gas a Germania e altri Paesi dell’UE ed extra UE solo attraverso pagamenti in rubli è un segnale politico, in risposta alle sanzioni decise in seguito allo scoppio della guerra. Tale manovra è il mezzo attraverso il quale il Cremlino sta cercando di sostenere la valuta russa, crollata dopo l’invasione in Ucraina, aumentando fortemente la domanda. Il gas russo, infatti, rappresenta circa il 40% del consumo totale dell’Europa e le importazioni di gas dell’UE dalla Russia hanno oscillato tra i 200 milioni e gli 800 milioni di euro (880 milioni di dollari) al giorno quest’anno.

L’analista della Landesbank Hessen-Thüringen, Ralf Umlauf , ha dichiarato: “la misura di Putin sostiene la valuta nazionale, il rublo. Il rublo è stato sottoposto a forti pressioni dall’invasione russa e dalle sanzioni occidentali, scendendo ai minimi storici. Se in futuro il gas non verrà più pagata in dollari o euro, ciò ovviamente sosterrà il rublo perché sarà fortemente richiesto. E ciò implicherebbe un vantaggio per l’economia russa, al momento in difficoltà”. Già ieri, infatti, si è registrato un rialzo del rublo rispetto a euro e dollari.

Il commento degli esperti

Al momento non è neanche chiaro se la liquidità sul mercato della moneta russa sia attualmente sufficiente per pagare le enormi cifre del gas importato. Umlauf aggiunge “La disponibilità di rubli non dovrebbe essere molto vasta, probabilmente insufficiente. Tuttavia, la banca centrale russa potrebbe, teoricamente, stampare rubli e scambiarli ai Paesi acquirenti di gas in cambio di valuta estera, con tassi che potrebbero essere discutibili”. La proposta di Putin lavorerebbe, quindi, parallelamente su due livelli: da un lato rafforzerebbe la sua moneta; dall’altro colmerebbe la carenza di valuta estera, provocata dalle sanzioni, necessaria a Mosca per pagare le importazioni. Il Cremlino sta materialmente lasciando che la Germania e i Paesi acquirenti facciano il lavoro della Banca centrale russa: stabilizzare il tasso di cambio del rublo

L’economista Jens Südekum ha parlato di “chiaro inadempimento contrattuale e gioco perfido” da parte della Russia, in cui in ballo vi è un’escalation della guerra economica tra Occidente e Mosca. L’Occidente, se non troverà soluzioni alternative al gas russo – iter complesso per usare un eufemismo dati i tempi con cui Putin vuole adottare la misura, sarà costretto a minare le proprie sanzioni prendendo in prestito rubli dalla Banca centrale russa  per pagare le forniture di Gazprom, ha affermato il professore universitario di economia internazionale presso l’Institute for Competition Economics dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf. Putin sta infrangendo un contratto e “sta testando se possiamo accettarlo”, ha affermato Südekum. Ma l’Occidente non può giocare seriamente a questo gioco. In caso di emergenza, questo potrebbe effettivamente significare che le consegne di gas verranno interrotte.

Gli effetti sul prezzo del gas

Com’era naturale aspettarsi, gli esperti prevedono un rapido aumento dei prezzi. La possibilità che un cambio di valuta possa gettare nello scompiglio tale commercio e creare instabilità, infatti, ha fatto salire già da ieri, mercoledì 23 marzo, alcuni prezzi del gas all’ingrosso di circa il 15-20%.

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Foto da Pixabay