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5 cose da sapere sul leggendario busto di Nefertiti esposto al Neues Museum di Berlino

Ecco perché il busto di Nefertiti è una delle attrazioni turistiche di Berlino

Nefertiti: il suo nome richiama il suo splendore. Significa, infatti, “la bella è arrivata”. Quasi nulla si sa sulle sue origini, tuttavia si conviene che fosse una bellissima dama di corte al cui fascino non poté sottrarsi neppure il faraone Akhenaton. Costui fu un faraone egizio della XVIII dinastia, regnò per 17 anni e si distinse per aver realizzato una vera e propria rivoluzione religiosa, radicale quanto effimera.  Infatti, Nefertiti e Akhenaton diedero vita al culto monoteistico del dio Aton, iconograficamente rappresentato dal disco solare. La religione tradizionale venne però immediatamente restaurata al termine del regno e Akhenaton subì una drammatica damantio memoriae. Alcuni egittologi suppongono che, dopo la morte di Akhenaton, Nefertiti abbia regnato per breve tempo, prima dell’ascesa al potere di Smenkhara e di Tutankhamon. La possibilità che Nefertiti sia stata non solo regina ma anche faraone è tuttora oggetto di un acceso dibattito archeologico.

Signora della felicità, dal viso luminoso

Il testo di una stele-cippo della città di Aton recita:

“Signora della felicità, dal viso luminoso

gioiosamente ornata della doppia piuma,

dotata di tutte le virtù, alla cui voce ci si rallegra,

dama piena di grazia,

grande nell’amore,

i cui sentimenti fanno la felicità del signore dei Due Paesi.”

La bellezza di Nefertiti ci è stata tramandata da un famosissimo busto attualmente esposto al Nues Museum di Berlino. L’anno di produzione  su cui gli archeologi convengono è il 1340 a.C.  La scultura fu ritrovata il 6 dicembre del 1912 ad Amarna ad opera della Società Orientale Tedesca coordinata da Ludwig Borchardt.  La purezza del viso da cui traspare la quiete interiore della regina, la dolcezza e la tranquillità che emergono dalla sua espressione distesa, le perfette proporzioni del volto rendono questo busto un’opera d’arte inestimabile. Vi raccontiamo 5 cose su questa scultura, invitandovi a ammirarla dal vivo al Neues Museum a Berlino.

1. La proprietà tedesca

Il busto di Nefertiti fu rinvenuto nel laboratorio dello scultore Thutmos, in una casa di mattoni d’argilla nel settore P 47,2. All’epoca degli scavi, l’Egitto era un protettorato britannico e il Servizio delle antichità egizie era sotto l’egida francese. Per la spartizione dei reperti, la regola che si applicava era quella della divisione in parti uguali. Il frazionamento era prerogativa dell’archeologo che aveva condotto gli scavi. Nel caso del busto di Nefertiti, era proprio il tedesco Ludwig Borchardt. Fu invece Gustave Lefebvre ad occuparsi della spartizione per conto del Servizio delle antichità egiziane. Tra la parte contenente il busto di Nefertiti e l’altra comprensiva del cosiddetto Polittico de Il Cairo, Lefebvre scelse il secondo per il Museo Egizio de Il Cairo. La sua decisione appare tutt’oggi inspiegabile, probabilmente Lefebvre non seppe riconoscere il valore del busto, essendo uno specialista di iscrizioni e papiri. Comunque sia, il busto fu portato in Germania nel gennaio 1913 e presentato pubblicamente presentato nel 1924. A oggi, è proprietà della Fondazione del patrimonio culturale prussiano.

2. Composizione e valore

Il busto è scolpito su pietra calcarea. Ha un’altezza di 48 centimetri e larghezza di 19,5 centimetri. Per permettere l’adesione del colore, la scultura è stata rivestita da uno strato di gesso. Lo stato di conservazione è davvero ottimale, fatta eccezione per leggere imperfezioni sulle orecchie. I lineamenti del viso sono regolari, le due metà del volto sono perfettamente simmetriche. La regina ha zigomi alti e collo slanciato. L’ameno volto di Nefertiti è impreziosito da un’alta corona blu, con una fascia dorata sulla fronte e da un’ampia collana con decorazioni vegetali. Il valore del busto è stimato a 520 milioni di dollari. L’opera è attualmente coperta da un’assicurazione di 390 milioni di dollari.

3. L’occhio sinistro

L’assenza di iscrizioni ha fatto supporre che si trattasse di un modello da laboratorio piuttosto che di una scultura da inserire nel palazzo reale. Si tratterebbe infatti di un modello incompleto, come testimonia l’incompiutezza dell’occhio sinistro. La pupilla dell’occhio destro presenta invece un’iride nera finemente incisa, fissata con cera d’api. Per riprodurre il bulbo oculare è stata utilizzata invece pietra calcarea. Si sprecano le ipotesi sull’incompiutezza dell’occhio sinistro. Dalla più accreditata supposizione secondo cui il busto di Nefertiti rappresenti soltanto un “abbozzo”, alla possibilità di una malattia agli occhi occorsa alla regina, alla sua caduta in disgrazia o addirittura all’improvviso abbandono della città di Amarna da parte dei suoi abitanti.

4. Il busto di Nefertiti e la Seconda guerra mondiale

Nel 1913 James Simon, il commerciante di cotone berlinese che aveva finanziato gli scavi di Borchardt, ottenuto il permesso di portare il busto di Nefertiti in Germania, lo collocò nella sua villa a Berlino, presso Tiergarten. Successivamente lo donò alla Sezione egizia della collezione d’arte reale prussiana. Fu esposto per la prima volta nel 1924 al Neues Museum di Berlino, dove sarebbe rimasto fino alla chiusura del Museo nel 1939. Alla prima esposizione del 1924 corrispose la prima richiesta di restituzione da parte dell’Egitto. Durante il nazismo, Hermann Göring, con l’appoggio di Joseph Goebbels, predispose la restituzione del busto. Tuttavia, Hitler dichiarò perentoriamente di non essere disposto a rinunciarvi. Con l’avvento della seconda guerra mondiale, le opere d’arte contenute nei musei berlinesi vennero spostate altrove per ragioni di sicurezza. Anche il busto di Nefertiti subì diversi spostamenti. Inizialmente fu portato nel caveau della Reichsbank e successivamente nel bunker antiaereo dello Zoo. Nel marzo del 1945, il busto fu ritrovato dall’esercito americano e trasferito nella Reichsbank di Francoforte. Nel giugno del 1956, Nefertiti tornò finalmente in Germania, a Berlino Ovest, dove venne esposta al Dahlem Museum.

5. Dove ammirare il busto

La Germania dell’Est reclamò il ritorno di Nefertiti all’Isola dei Musei. Nel 1967, il busto di Nefertiti fu portato nel Museo Egizio a Charlottenburg dove rimase fino 2005. Per una successiva esposizione temporanea, il busto fu trasferito all’Altes Museum, nell’Isola dei musei. Soltanto alla riapertura del Neues Museum  nel 2009, questa icona di bellezza conosciuta in tutto il mondo è finalmente tornata nella sua collocazione originaria.

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Foto copertina: ©YoutubeCC0.

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