La Germania promuove la produzione di mascherine. Ma poi le compra all’estero

Nonostante lo Stato incentivi le aziende tedesche a produrre mascherine alla fine queste vengono comunque comprate da aziende estere, soprattutto cinesi

Lo Stato tedesco, già dal 2020, aveva stanziato milioni di euro per spronare le aziende in Germania a produrre mascherine. Una scelta dettata dal fatto di non dipendere da altri Stati, come la Cina, nell’approvvigionamento di un oggetto che, negli ultimi anni, abbiamo imparato a conoscere molto bene, ormai necessario nella vita di tutti i giorni.  Nonostante ciò la Germania continua a comprare i dispositivi medici da altri fabbricanti, soprattutto cinesi. Questa scelta ha portato anche conseguenze sui lavoratori delle aziende tedesche, messi in cassa integrazione per il rallentamento della produzione dato dalla mancanza di ordini.

Il motivo di questo corto circuito è da ricercarsi nella legge tedesca che regola gli appalti pubblici

Ironia della sorte a bloccare l’acquisto di mascherine Made in Germany è proprio la Germania stessa. Secondo la legge sugli appalti pubblici, infatti, per le autorità che regolano gli acquisti di mascherine deve contare esclusivamente il prezzo. Sul piatto della bilancia non devono essere messi anche altri fattori come, per esempio, l’aspetto di ecosostenibilità che l’acquisto di un prodotto in Germania e consegnato in Germania porterebbe rispetto al trasporto dalla Cina. Oppure il fatto che gli operai tedeschi comunque lavorino in condizioni migliori rispetto ai colleghi cinesi. Se, poniamo il caso, una mascherina prodotta in Germania costa all’ingrosso 0,10 euro ma un produttore cinese propone un prezzo anche inferiore di pochissimi centesimi, ecco che l’ordine viene fatto con l’azienda del Paese asiatico.

Alcuni produttori tedeschi hanno utilizzato i fondi stanziati da Governo per comprare nuovi macchinari per migliorare la produzione di mascherine. Ma adesso molti operai sono stati messi in cassa integrazione per la mancanza d’ordini.

Sintomatico di questo trend è la vicenda della TechniSat, azienda che produce mascherine che si trova a Votgland nel Land della Sassonia. La TechniSat aveva infatti ricevuto dal Governo federale 750.000 euro di fondi per implementare la produzione di mascherine. L’azienda ha pensato bene di investire il denaro ricevuto – più altri 12 milioni dalle proprie casse – comprando nuovi e più efficienti macchinari per accelerare la produzione proprio in vista di un boom di ordinazioni. Ma, nonostante il ‘supporto’  e le promesse dello Stato, c’è stata invece un’inversione di tendenza che ha portato ad un crollo impressionante degli ordini. Questo  ha portato la TechniSat a mettere in Kurzarbeit 40 dipendenti. Steffen Gierth, membro del consiglio direttivo di TechniSat, ha infatti dichiarato a Rtl che l’azienda “Non ha ricevuto ulteriore supporto dopo che le macchine sono state sovvenzionate”.

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Immagine di copertina: mascherine ©WiR_Pixs da Pixabay