Germania, aiuti da Corona usati per la Jihad

A Berlino si indaga sul presunto finanziamento del terrorismo islamico tramite gli aiuti da Corona

Gli aiuti di emergenza per il Coronavirus emessi dal Governo federale tedesco sarebbero arrivati anche nelle mani degli estremisti islamici. In almeno tre casi c’è il sospetto che si sia ricorso ai sussidi della Germania per finanziare il terrorismo nelle zone di guerra del Medio Oriente. Secondo Welt am Sonntag, attualmente sarebbero in corso un centinaio di indagini contro circa 60 persone, associazioni di moschee e comunità di natura islamista. Il Servizio di Sicurezza dello Stato e la Procura stanno cercando di capire se e in che misura gli aiuti di emergenza per il Corona siano stati raccolti e usati impropriamente.

Una frode sui sussidi dal valore di un milione di euro

Secondo gli investigatori, i finanziamenti al terrorismo sarebbero avvenuti in maniera diretta, attraverso azioni simili a quelle di una banda. Sono almeno tre le occasioni in cui il denaro sarebbe servito per sovvenzionare l’attività terroristica in Medio Oriente. Anche i membri dell’associazione salafita e antisemita “Jama’atu”, recentemente bandita dal Senato di Berlino, hanno ricevuto aiuti economici. Tra i nomi dei frequentanti dell’associazione emerge quello di Anis Amri, l’attentatore del mercatino di Natale in Breitscheidplatz. Cresce così sempre di più il sospetto di frode sui sussidi, mentre il danno totale stimato ammonta a circa un milione di euro. Le forze dell’ordine hanno già confiscato 250.000 euro nel corso delle perquisizioni avvenute in diverse moschee, uffici di associazioni di moschee e appartamenti privati a Berlino. I colpevoli saranno puniti con una pena detentiva fino a cinque anni, dieci per i casi considerati più gravi.

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter

Immagine di copertina: ©fernando zhiminaicela / Pixabay / CC0