Il video dell’attentato di Berlino

Un camion nero sfreccia lungo la Ku’damm fino all’impatto con il mercatino di Breitscheidplatz.

È il video rilasciato poche ore fa dalla Bild dell’attentato di lunedì sera. A registrarlo è stato un automobilista tedesco in maniera del tutto casuale. Il camion viene da sinistra. Corre. Scompare lì dove inizia la piazza.  Le macchine intorno si fermano tutte improvvisamente. Sono gli attimi dell’attentato.

https://www.youtube.com/watch?v=K0OSWEcKEQ0

Sempre dell’ultim’ora è il video di una telecamera di sorveglianza e rilasciato dalla Rbb, in cui si intravede 24enne tunisino Anis Amri, sospettato dell’attentato di Breitscheidplatz, poche ore dopo l’attacco vicino una moschea nel quartiere berlinese di Moabit. 

La stessa moschea è stata perquisita stamattina dalla polizia e già definita da altri ambienti islamici della capitale tedesca come “moschea dell’Isis a Berlino”. Il fotogramma che vedete più sotto è risalente alla notte tra il 19 e il 20. Il video della Rbb è un montaggio di più filmati raccolti nei giorni precedenti all’attentato.

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Cosa sappiamo di Anis Amri

La polizia è sulle tracce del 24 enne tunisino Anis Amri. Potrebbe essere ferito e armato. Su di lui pende una “taglia” di 100.000 euro che verrà corrisposta a chiunque fornisca informazioni che conducano all’arresto Nella conferenza stampa di martedì, la polizia di Berlino ha dichiarato di aver fermato l’uomo sbagliato. Il pachistano 23enne arrestato dopo l’evento di lunedì sera all’altezza della Colonna della Vittoria non è legato ai fatti. Stando alle ultime notizie, nell’abitacolo del camion che ha provocato la tragedia, sequestrato nella mattinata di ieri, la polizia ha trovato dei documenti di soggiorno che ricondurrebbero a un nuovo sospettato. Si tratta di un tunisino di 24 anni, Anis Amri, alto 1 metro e 78, occhi marroni e capelli neri, che pare abbia fatto uso di almeno quattro diversi nomi. Stando a quanto riportato da Die Welt, il sospettato risiedeva a Berlino ma si spostava anche nella regione del Nordrhein-Westfalen e sarebbe stato classificato come “soggetto pericoloso”. Anis Amri era arrivato in Germania a seguito dell’intensificarsi della crisi migratoria ma dal 2011 al 2015 avrebbe soggiornato in Italia, prima a Lampedusa, dove partecipò all’incendio del centro di accoglienza, poi in carcere all’Ucciardone per quattro anni. La richiesta di espulsione sarebbe stata respinta dalla Tunisia e così Amri si sarebbe spostato in Germania. Ad aprile 2016 aveva presentato richiesta d’asilo in Germania che però era stata respinta in estate. Da allora era “tollerato” sul suolo tedesco grazie al dispositivo giuridico della Duldung, un temporaneo differimento della procedura di espulsione. Il respingimento sarebbe stato rimandato anche perché Anis A. era privo di documenti e dalla Tunisia negavano che il giovane fosse un loro cittadino. Sempre secondo Die Welt quei documenti di identità sarebbero stati inoltrati “casualmente proprio oggi”, sebbene fonti tunisine neghino che il 24enne sia possa essere coinvolto in attività terroristiche.

Come aiutare le indagini

Ad agosto 2016 Anis Amri era stato fermato in possesso di un documento italiano falso presso Friedrichshafen. Le forze dell’ordine si sono messe sulle sue tracce indagando su scala federale. Secondo Sueddeutsche Zeitung Anis Amri era attivo nella cerchia del predicatore salafita Abu Walaa, arrestato lo scorso novembre. Non è ancora chiaro come sia riuscito a sfuggire alla polizia pur essendo stato dichiarato soggetto pericoloso. Ad ogni modo si erano perse le sue tracce dal mese scorso.  Al momento le forze dell’ordine pensano che il ricercato sia ferito e probabilmente armato. Chiunque avvisti Amri deve avvertire immediatamente la polizia e non mettersi in situazioni di pericolo. Le forze dell’ordine sperano inoltre in informazioni sulla sua residenza passata o sui suoi spostamenti. Il numero  da chiamare è eventualmente lo 0800-0130110.

Copertina © Screenshot –  BILD

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