“Difficilissimo infettarsi in teatri e musei”. Lo studio dell’Università di Berlino

Il lockdown è un metodo di chiusura “a tappeto” che non tiene conto di dove il rischio di infezione è effettivamente più alto. Un nuovo studio della TU di Berlino mostra quanto siano ingiuste le misure attuali e quanto rischioso potrebbe essere il prossimo allentamento

I saloni dei parrucchieri stanno per riaprire in Germania e molte persone si chiedono quale sia il rischio che si può correre per farsi tagliare i capelli. Un nuovo studio della Technische Universität (TU) di Berlino mostra che il rischio di contrarre il Covid-19 in questi luoghi è molto basso. Questo vale anche per altre strutture attualmente chiuse. I risultati dello studio mostrano quanto sia ingiusto il lockdown totale, perché l’obiettivo principale è sempre stato quello di limitare la mobilità delle persone ma lo studio della TU tralascia questo aspetto. Tutto si basa sul rischio di infezione dovuto alle goccioline respiratorie negli spazi chiusi. Per redigere lo studio, Anne Hartmann e Martin Kriegel hanno ipotizzato che maggiore è la dose di goccioline inalate, maggiore è la probabilità di contrarre l’infezione. Ciò dipende dalla forza del tasso di emissione, dalla concentrazione di aerosol nella stanza e dalla durata della permanenza. Inoltre, nello studio si è presupposto che le raccomandazioni AHA + L dell’Agenzia federale dell’ambiente e dell’Istituto federale per la sicurezza e la salute sul lavoro, ovvero Abstand (distanza interpersonale), Hygiene (igiene delle mani), Alltag Maske (mascherina indossata quotidianamente) e lüften (ricambio dell’aria) fossero sempre rispettate. Per determinare il rischio, gli scienziati hanno calcolato un valore di riproduzione (Rt), che indica quante persone sane una persona infetta potrebbe contagiare in una stanza.

Rischio più basso in teatro e dal parrucchiere

Secondo lo studio, nei saloni dei parrucchieri, ipotizzando una permanenza massima di due ore, c’è il secondo rischio più basso di infezione con un valore Rt di 0,6. Gli scienziati hanno riscontrato un rischio ancora più basso solo nei musei e nei teatri (0,5) quando sono pieni al 30% e tutti i visitatori indossano la mascherina. Se la capienza fosse ridotta al 40%, gli istituti culturali sarebbero comunque ancora sicuri, come i parrucchieri. Molti preferiscono spostarsi con un’auto o una bicicletta perché pensano che sul trasporto pubblico locale sia più facile contagiarsi. Lo studio TU lo smentisce del tutto. Con un valore Rt di 0,8, mezz’ora in autobus o in treno non è certo più rischiosa di un taglio di capelli, a condizione che la ventilazione sia corretta e tutti indossino correttamente una mascherina. Nel traffico a lunga percorrenza, il rischio aumenta a 1,5 per viaggi di 3 ore in scompartimenti semi pieni. Inoltre, sia passare un’ora intera per fare la spesa al supermercato che vedere un film di due ore in un cinema pieno al 30%, comporta il medesimo rischio, in entrambe le strutture con Rt=1.

La durata della permanenza è un fattore decisivo

Lo stesso rischio si corre quando si visita un ristorante pieno al 50%. Se si rimane lì per circa 1,5 ore, il valore sale a 2,3 poiché le mascherine non si possono indossare quando si mangia e molti non la portano quando si va in bagno. È altrettanto rischioso nuotare in piscina per due ore perché, come quando si mangia, non si può indossare una mascherina. La durata della permanenza è un punto centrale nella valutazione del rischio. Questo è il motivo per cui gli scienziati hanno calcolato i rischi più elevati per uffici e scuole superiori, dove le persone, secondo lo studio, trascorrono dalle 6 alle 8 ore. A scuola, il valore Rt per le classi dimezzate è 2,9. Se uno dei Länder consentisse a classi intere di tornare senza mascherine nelle scuole superiori, il valore sarebbe pari a 11,5. Lavorare senza mascherina negli uffici pieni a metà invece, porta il valore a 8,0. Ciò significa, conclude lo studio, che la pratica di indossare una mascherina solo quando ci si sposta dalla propria scrivania è una pratica potenzialmente rischiosa.

 

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Immagine di copertina: Deutsche Oper Berlin ©Andreas Praefcke da Wikimedia CC3.0