Economista tedesco Stelter: «Eurobond?Famiglie italiane grandi risparmiatrici, più ricche delle tedesche. Si tassino per l’Italia»

Dopo le presente apertura di stampa e politica delle ultime due settimane, un’autorevole voce del mondo conservatore tedesco spiega come e perché l’Italia dovrebbe prima di tutto aiutarsi da sola.

Daniel Stelter è uno dei maggiori economisti tedeschi, fondatore del think tank Beyond the Obvious nonché spesso firma di editoriali di finanza su diverse testate tedesche (tra cui Handelsblatt e Der Spiegel). Uno dei suoi ultimi articoli è uscito su Focus il 28 aprile scorso ed è una risposta ad un’intervista rilasciata da Conte al quotidiano risposta a Süddeutschen Zeitung sulla necessità di recovery bond per salvare l’Europa e, di conseguenza, anche l’Italia. Secondo Stelter prima di ricorrere al credito internazionale dovrebbe tassare le proprie famiglie più ricche. “L’Italia soffre della crisi come quasi nessun altro della zona euro. Roma. Spera nell’aiuto degli altri Paesi dell’Unione, ma il governo potrebbe certamente trovare abbastanza denaro all’interno dei propri confini…Secondo tutti i dati disponibili, le famiglie italiane non sono solo significativamente più ricche di quelle tedesche, ma anche meno indebitate. Un prelievo una tantum del 20 percento sarebbe sufficiente per ridurre il debito pubblico italiano del 100 percento del PIL, a un livello inferiore a quello tedesco. Anche dopo un simile taglio, le famiglie italiane avrebbero più risorse di quelle tedesche”. Stelter insiste molto sul fatto che i debiti dello Stato italiano siano detenuti pochissimo dalle sue famiglie e aziende, al contrario di quanto accade negli altri Paese e si chiede, sintetizzando: “Le famiglie italiane detengono direttamente appena 100 miliardi di titoli di Stato”,  perché, quindi, “chiedere soldi fuori” quando si potrebbe acquistare il proprio credito? “Gli italiani potrebbero prendere in prestito i soldi per pagare le tasse visto che il loro debito privato è molto basso».

I dati citati da Stelter

Stelter spiega: ” Gli italiani hanno un patrimonio privato di 9.900 miliardi di euro. Il debito dello stato italiano è di 2500 miliardi di euro. Il PIL italiano prima della crisi attuale era di 1.800 miliardi di euro. Una tassa del 20 percento sulla ricchezza privata porterebbe 1980 miliardi di euro. Lo Stato avrebbe quindi debiti per 520 miliardi di euro, che corrispondono a meno del 30 percento del suo PIL. Se si volesse ridurre il debito al 60 percento del PIL, una tassa del 14 percento sulla ricchezza privata sarebbe sufficiente per ridurre il debito pubblico”. Riprendendo una tabella già pubblicata sul suo profilo Twitter, Stelter mostra una panoramica delle quote di debito espresse in percentuale sul Pil di ciascun paese suddivise tra Stato (Staat), imprese (Unternehmen) e  famiglie (Private Haushalte). La somma del settore privato (aziende e famiglie) è sotto il dato Summe Privatsektor. Il dato finale (Summe) è la somma tra Stato e settore privato. Il debito delle famiglie italiane è il più basso tra tutti quelli dei paesi citati, “solo” 41%. Anche quello delle aziende è relativamente basso (69%).

“L’Italia può aiutarsi da sola”

Secondo Stelter: “La Francia ha la percentuale più alta di debito rispetto al Pil, ben 316,8%. È per questo che vuole così tanto dei bond europei. I Paesi Bassi hanno pochissimo debito pubblico, ma un alto debito privato. In nessun paese il privato (ovvero aziende e imprese) è indebitato poco come lo è in Italia! Solo in Germania le aziende, ma solo quelle, non le famiglie, hanno meno debiti rispetto al PIL. È quindi ovvio sollevare la questione del perché l’Italia non si aiuti da sola. Ovviamente, non si tratta di un problema di debito eccessivo, ma di un’errata distribuzione del debito tra il settore statale e quello privato. Se il governo italiano trasferisse parte del proprio debito verso il settore privato, sarebbe comunque meno indebitato verso il settore privato della maggior parte degli altri paesi dell’Unione.

“In Germania la patrimoniale dopo la Seconda guerra mondiale fu del 50%”

“La tassa sui patrimoni decisa in Germania dopo la Seconda guerra mondiale era del 50% e doveva essere versato in 120 rate trimestrali, ovvero trent’anni” sottolinea Steiner, un modo per rispondere a chi, in Italia, parla dei debiti non pagati dalla Germania grazie all’ok degli altri Paesi. “Secondo i dati del Credit Suisse, le famiglie italiane hanno la più grande ricchezza rispetto al PIL di tutti i paesi dell’Unione Europea.  La Banca d’Italia riferisce regolarmente sullo sviluppo della ricchezza privata. Nel 2017 erano 9743 miliardi e queste erano le posizioni più importanti (in miliardi ciascuna): Immobiliare residenziale: 5.247, Contanti / depositi bancari: 1.361, Azioni: 1,038, Assicurazioni / pensioni: 995, Immobili commerciali: 679, Fondi di investimento: 524, Obbligazioni: 314. Le famiglie italiane detengono direttamente solo 100 miliardi di titoli di stato. I principali creditori dello Stato sono le banche e le istituzioni estere italiane oltre – ovviamente – la BCE. Supponiamo che lo Stato italiano voglia ridurre drasticamente il suo debito del 100% del PIL. Dovrebbe recuperare 1.800 miliardi di euro ovvero circa il 18,5 percento della ricchezza delle famiglie italiane. Supponiamo che, per che proteggere i suoi contribuenti più piccoli, che sarebbero quindi esenti dalla tassazione, il tasso da applicare sulla patrimoniale dovrebbe essere del 25%. Se si volesse invece una riduzione del 50% del debito sul Pil, allora il tasso dovrebbe essere del 12,5%, la metà”.


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