Covid, la Germania è il paese UE che ha aiutato di più. L’Italia la più aiutata.

Lo studio dell’European Solidarity Tracker mostra quali paesi hanno aiutato maggiormente durante la crisi

Da quando il COVID-19 ha colpito il Vecchio Continente, i paesi europei hanno visto le loro economie contrarsi a causa delle misure di lockdown e del calo del commercio globale. Per tale ragione, l’Unione Europea ha previsto un vasto piano di aiuti che si articola nel criticato MES, nel fondo SURE e nel piano Next Generation Europe. Il grande clamore mediatico che ha circondato la discussione politica di questi progetti europei ha messo in ombra gli aiuti che sono già stati erogati tra i paesi europei. Lo studio dell’European Solidarity Tracker nasce proprio per mettere in luce questi flussi di denaro solidale. I paesi che hanno inviato più aiuti sono la Germania (49), la Francia (25), l’Ungheria (21) e il Lussemburgo (21).

La maggior parte di questo denaro è stato dedicato al bilancio comune dell’Unione Europea. Tra i paesi singoli, ad aver ricevuto più aiuto spicca l’Italia con 45 occasioni di aiuti e 19 occasioni di aiuti per la Francia. Il periodo preso in esame va dal 4 marzo al 30 maggio 2020. Alcune di queste somme sono state dichiarate alla stampa mentre in altri casi le donazioni sono avvenute in silenzio: la maggior parte del denaro è stato comunque destinato a spese mediche. Il sito del Solidarity Tracker mette a disposizioni altri grafici e flussi dettagliati, comparando inoltre la reazione dei media allo stanziamento dei fondi. Spesso infatti i giornali non danno lo stesso spazio agli aiuti preferendo alimentare la polemica politica. In tal modo, la nostra percezione del funzionamento effettivo dell’UE è sfasata.

Gli autori della ricerca

La ricerca è frutto del lavoro dell’ECFR. L’European Council on Foreign Relations (ECFR) è un think-tank internazionale pluripremiato che mira a condurre una ricerca indipendente all’avanguardia sulla politica estera e di sicurezza europea e a fornire uno spazio di incontro sicuro per i responsabili delle decisioni, gli attivisti e gli influenti per condividere le idee. Fondato nel 2007,  l’ECFR si è impegnato a creare un’istituzione paneuropea che potesse combinare la credibilità dell’establishment con la vivacità intellettuale. Oggi, l’ECFR rimane in una posizione unica per continuare a fornire una prospettiva paneuropea su alcune delle più grandi sfide e scelte strategiche che gli europei devono affrontare, con una rete di uffici in sette capitali europee, oltre 60 dipendenti provenienti da più di 25 paesi diversi e un team di ricercatori associati nei 27 Stati membri dell’UE.

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Immagine di copertina: Pixabay