Carne sintetica: mentre l’Italia la vieta, la Germania investe 38 milioni di euro per la ricerca
Il dibattito sulla carne sintetica è sempre più acceso: cibo del futuro o pericolo per la salute? Diversi paesi europei, tra cui la Germania, investono nella ricerca. L’Italia, invece, ne vieta la produzione
Carne sintetica sì o carne sintetica no? Se da una parte l’Italia ne ha vietato la produzione e l’immissione sul mercato, in Germania circa 110 ristoranti acquistano già filetti stampati da Redefine Meat, una fabbrica olandese che stampa, in 3D, 500 tonnellate di bistecche al mese. Un dibattito sempre più acceso tra coloro che la ritengono un’innovazione alimentare senza precedenti e coloro che invece la considerano un pericolo per la salute. Cerchiamo di fare chiarezza.
Cos’è la carne sintetica?
La carne sintetica è una carne coltivata in laboratorio attraverso un insieme di tecnologie. Il processo inizia con l’estrazione delle cellule staminali dai muscoli di animali adulti viventi o cellule staminali da embrioni animali. Le cellule prelevate vengono poi trasferite in un bioreattore, un dispositivo che riproduce le condizioni ottimali di temperatura simili a quelle presenti nel corpo degli animali, dove vengono fatte proliferare, fino a diventare muscolo. Per ora l’estrazione è stata sperimentata con bovini, maiali, tacchini, polli, anatre e polli, ma si potrebbe tentare con qualunque specie.
Benefici, dubbi e business della carne sintetica
Grazie al suo sviluppo in laboratorio, sarà possibile fissare il contenuto grassoso della carne sintetica ai livelli raccomandati, sostituendolo con ingredienti più salutari (omega-3 e vitamine). Non sarebbe più necessario l’utilizzo di antibiotici, con un minore consumo di suolo e un conseguente minore inquinamento ambientale. Il processo riduce, inoltre, la necessità della macellazione degli animali. Con la carne sintetica sarà, inoltre, possibile fronteggiare la crescente domanda globale di carne: secondo la Fao, tale domanda crescerà del 73% da qui al 2050. Secondo altri studi, invece, la carne sintetica potrebbe avere conseguenze ambientali più pesanti rispetto a quella di allevamento. Non meno importante la questione relativa al costo: se il primo hamburger realizzato in laboratorio nel 2013 costò quasi 290mila euro, ora un petto di pollo da 160 grammi costa circa quattro dollari. Gli analisti stimano che nel 2040 il mercato della carne sintetica potrebbe raggiungere i 450 miliardi di dollari, ossia il 20% del mercato globale della carne. Attualmente circa 110 società in 25 diversi paesi se ne stanno occupando. Di questi, una trentina sono in Europa.
Italia e Germania
Diversi paesi europei stanno promuovendo la carne coltivata in laboratorio, come Germania, Spagna, Danimarca, Regno Unito e Paesi Bassi. L’Italia è stato il primo paese a vietarla con l’approvazione di un disegno di legge del Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida e il Ministro della Salute Schillaci: la carne sintetica ostacola la tutela del patrimonio agroalimentare italiano. Il divieto, però, potrebbe venire presto annullato dall’Unione Europa in quanto violerebbe le norme europee per la libera circolazione delle merci. In Germania, invece, la commissione per il bilancio del Bundestag ha stanziato 38 milioni di euro per maggiori finanziamenti pubblici per la ricerca sulla carne coltivata, insieme ai sussidi agli allevamenti di suini per la transizione dall’allevamento tradizionale verso forme più sostenibili.
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