Berlino, stretta sugli appartamenti diventati Airbnb a scapito dei residenti

A Berlino gli affitti brevi tramite Airbnb aggravano ulteriormente la situazione critica sulla carenza di appartamenti a lungo termine: il tribunale emette una sentenza

Di solito, prima di trasferirsi in una nuova città, la sfida che preoccupa maggiormente il futuro migrante è quella di trovare lavoro. A Berlino invece è difficile restare troppo tempo senza un lavoro, ma trovare un’appartamento in affitto a lungo termine ad un prezzo accettabile è come trovare una rosa nel deserto.

Questo perché a Berlino non ci sono appartamenti sufficienti per accogliere l’esagerata domanda di affitti, incrementata ulteriormente, a seguito dei rifugiati arrivati dall’Ucraina (e non solo).

Secondo le autorità locali, a Berlino, gli appartamenti affittati a brevi tramite Airbnb rappresenterebbero un’ostacolo per ovviare a questo problema. Il fatto che molte delle case vengano affittate a turisti, rimanendo così vuote per periodi di tempo più o meno lunghi, riduce logicamente l’offerta di case disponibili per i residenti. A questo proposito infatti, ci sono già state delle regolamentazioni nel 2014. Questa è appunto una battaglia che dura da molti anni.

La legge del 2014 e la sentenza del tribunale

La legge di Berlino del 2014, chiamata “legge contro l’appropriazione impropria” (in tedesco  Zweckentfremdungsverbot-Gesetz (ZwVbG)), vieta ai proprietari di immobili residenziali di lasciare gli appartamenti vuoti o di affittarli come appartamenti per le vacanze su base giornaliera o settimanale. Ci sono eccezioni, ad esempio per la sublocazione di una parte dell’appartamento, ma è necessario ottenere un permesso.

Fino ad ora la legge era stata applicata solo agli appartamenti che erano stati trasformati in affitti per le vacanze dopo che la legge era entrata in vigore, ma la nuova sentenza chiarisce che può essere applicata anche agli appartamenti per le vacanze che esistevano già prima del 2014.

La sindaca del distretto di Mitte, Stefanie Remlinger, ha accolto con favore la sentenza dichiarando: “Con questa decisione, il tribunale ci ha fornito, come distretto, gli strumenti per affrontare uno dei problemi sociali più urgenti della nostra città: la carenza di alloggi.”

Un problema correlato è, secondo Sebastian Bartels (BMV), che non esiste un registro centralizzato di tutti gli appartamenti vuoti nella città. Le autorità locali ne avrebbero bisogno per poter contare quanto spazio abitativo Berlino ha a disposizione, affermando che “è ridicolo che non abbiamo un registro del genere in una città così grande, dove l’83% degli abitanti sono in affitto”.

Gli affitti a breve termine in EU e le attuali regole a Berlino

Airbnb non ha ancora commentato direttamente la decisione della corte, affermando però che il 40% dei suoi utenti a Berlino utilizza Airbnb per condividere le proprie case private al fine di aumentare i loro redditi.

Tuttavia il sito di Airbnb ha dedicato una “pagina di assistenza per gli host che copre le regole importanti a Berlino” in cui si elencano le regole in vigore, specificatamente per la capitale tedesca.

L’Unione Europea ha, inoltre, recentemente approvato nuove norme per quanto riguarda gli affitti a breve termine. Queste obbligano le piattaforme come Airbnb, non solo a registrare le proprietà, ma anche a verificarne la conformità rispetto alle normative locali, mettendo i dati su un database centrale a disposizione delle autorità locali.

Come già sottolineato da Bartels, riferendosi a Berlino, le leggi che regolano gli affitti brevi spesso non sono facili da applicare e questo succede in molte altre grandi città europee. Le autorità semplicemente lamentano di non sapere dove si trovano gli appartamenti, chi sono i proprietari e se gli appartamenti vacanza rispettano i periodi di locazione o altri parametri.

Che questi provvedimenti possano ovviare al problema ? È una speranza a cui i berlinesi non vogliono rinunciare.

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