A Berlino ancora fiamme per le macchine delle società di car sharing Miles e Sixt

Berlino: ancora fiamme alle macchine di car sharing. Coinvolti cinque veicoli di Miles e Sixt nelle prime ore di martedì 13 marzoPlanufer, Kreuzberg

Alle 3.20 di martedì 13 marzo, a Berlino Kreuzberg ancora atti vandalici contro le macchine dello car sharing. Fiamme probabilmente dolose hanno distrutto cinque veicoli di Miles e Sixt in un parcheggio per fornitori di Planufer. In città le macchine per lo car sharing, e in particolare quelle della società Miles, sono oggetto di atti vandalici già da tempo, in quanto anche all’inizio dello scorso gennaio ci sono state dinamiche simili con macchine a fuoco e con origini dolose. Il car sharing è un servizio di mobilità in cui i clienti hanno a disposizione macchine da prenotare, affittare e guidare autonomamente. Nello specifico Miles offre un servizio in cui gli autisti pagano la società in base a quanti chilometri percorrono e non in funzione del tempo di utilizzo. Anche Sixt permette spostamenti in auto con car sharing, noleggio per lungo periodo e con conducente.

Controversie di Miles: la società di Berlino

La società Miles e il suo CEO Oliver Mackprang di sicuro non restano nascosti, ma in diverse occasioni sono protagonisti della scena e dei discorsi. In modo neanche troppo creativo, molti berlinesi vedendo i veicoli con le enormi scritte MILES hanno capito che avrebbero potuto divertirsi con poco e togliere il trattino in basso della lettera E. In questo modo si ottiene la parola MILFS, che, per chi non lo sapesse, è l’acronimo di uno slang anglo-americano diventato famoso con il film American Pie (Weitz, 1999) e che significa “Mother I(‘d) Like (to) Fuck”.

Reputazione aziendale che potenzialmente vacilla

Questa non è l’unica vicenda per cui la reputazione aziendale di Miles viene messa alla prova. Oltre ai ripetuti atti vandalici in cui si bruciano i veicoli di Mackprang, lo scorso ottobre il CEO ha avuto problemi con accuse di frode da parte dell’ordine pubblico e degli uffici delle multe. La società è accusata di aver manipolato le tariffe dei parcheggi su larga scala non pagando circa 30 milioni di euro. Il CEO quindi è sospettato di frode commerciale e di banda, frode informatica, falsificazione di documenti tecnici e falsificazione commerciale e di soppressione di documenti.

Inoltre, qualche estate fa, Miles ha portato in tribunale alcuni clienti per risarcire i danni ai veicoli fatti da ladri che hanno rubato quelle macchine. Terminata la corsa e chiusa la vettura tramite l’applicazione, la macchina è stata rubata da ladri che hanno sfruttato debolezze tecniche del sistema di sicurezza di Miles. Questi sono una serie di eventi che descrivono in parte la disfunzionalità del servizio e dell’azienda stessa. Ma problemi decisamente maggiori riguardano il ciclo della criminalità organizzata in cui servizi di car sharing e di mobilità in affitto sono coinvolti e oggetto di ricerche da parte delle forze pubbliche.

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