10mila soldati ucraini si addestrano alle porte di Berlino

Poco fuori da Berlino a Klietz si addestrano oltre 10mila soldati ucraini dall’inizio della guerra: supporto bellico non strategico garantito anche per il 2024

A Klietz il numero di soldati ucraini supera il numero di abitanti. Infatti poco fuori dalle porte di Berlino ovest, nella cittadina di Klietz, più di 10mila soldati ucraini si addestrano per vincere la guerra con Putin grazie al programma EUMAM UA, European Union Military Assitance Mission Ukraine. Dal 15 novembre 2022  gli oltre 10mila soldati hanno seguito più di 260 moduli di apprendimento. Con questo supporto bellico non strategico, la Germania ha istruito gli uomini di Zelensky su competenze militari specifiche in brevissimi tempi. Il programma di apprendimento prevede l’insegnamento del carro armato LEOPARD 1 A5 in sole sette settimane, il trasporto di personale blindato MARDER, il sistema della difesa missilistica PATRIOT o il PANZERHAUBITZE 2000. Aiuti più generali riguardano le abilità di fanteria, corsi per pionieri d’assalto, fucilieri e il combattimento nei boschi e in città.

Lo scorso 23 febbraio figure politiche tedesche e ucraine hanno visitato il campo militare di Klietz. Il presidente federale della Germania Frank-Walter Steinmeier ha avuto un ruolo centrale nell’evento in cui accusa più volte Putin di essere responsabile della guerra in Ucraina e di violare i principi base del diritto internazionale. “Stiamo parlando di un paese che sta lottando per la propria esistenza” sottolinea anche il Ministro tedesco della difesa Boris Pistorius durante la visita al campo di Klietz con l‘ambasciatore ucraino Oleksiy Makeev e il Tenente generale Andreas Marlow. Si è discusso di come la Germania continuerà ad appoggiare l’esercito di Zelensky con il prolungamento del programma di addestramento anche nel 2024.

Scandalo dei missili Taurus: la Germania è nel mezzo dei “discorsi” internazionali

Se le posizioni tedesche sembravano dunque chiare e solide, l’attuale vicenda sui missili Taurus ha messo in crisi la figura del cancelliere Scholz. I Taurus sono missili con una gittata di 500 chilometri che l’Ucraina chiede da tempo alle Germania, ma che Scholz non lascia. Il cancellerie infatti non vuole che i soldati ucraini abbiano il controllo esclusivo di un arma così potente e in grado di distruggere lo strategico ponte di Crimea, collocato tra la penisola di Crimea (confinante con il sud dell’Ucraina) e la penisola di Taman’, nella Russia meridionale. Ma non vuole nemmeno che vengano mandati soldati tedeschi sul campo a maneggiare in modo diretto i missili.

È recentemente uscito lo scandalo dei Taurus perché Mosca ha intercettato e pubblicato una conversazione di trentotto minuti fra i vertici della Bundeswehr (le forze armate tedesche) e il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius in cui le direttive di Scholz sui missili vengono sminuite e in cui vengono spiegati i modi in cui i Taurus potrebbero essere usati dagli uomini di Zelensky. Vengono quindi messe in discussione la sicurezza tedesca e la figura di Scholz davanti a tutto il mondo. Questo audio ha creato infatti diversi problemi nelle relazioni internazionali. Da un lato la Russia usa questa vicenda come prova che la Germania stia progettando un ingresso nel conflitto e che i subordinati al cancelliere facciano scoppiare la guerra, per legittimare nuovi attacchi e armamenti. Da un lato l’Occidente sottolinea come l’obiettivo russo sia quello di proteggersi, spingendo Scholz a rimanere fermo sui missili Taurus per non appoggiare l’opinione dei vertici del Bundeswehr e di Pistorius avvenuta “alle sue spalle”. Nel mentre, sia il parlamento tedesco che la Gran Bretagna, esortano il cancelliere a fornire i missili.

screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=g6MTmWYRoYg

L’Europa sta prendendo posizioni più dure per sostenere l’Ucraina

“As long as it takes” scrive Scholz su X (ex Twitter), dopo aver incontrato il presidente ucraino Zelensky il 16 febbraio. Germania e Ucraina hanno sancito l’accordo di sicurezza bilaterale con cui Scholz garantisce a Zelensky aiuti militari da 1.1 miliardi di euro e gli apprendimenti bellici per i soldati ucraini. L’incontro del 16 febbraio è stato il secondo di una serie di incontri che il presidente ucraino sta facendo in Europa con Italia e Francia e Regno Unito per rafforzare le alleanze europee e per essere supportato finanziariamente. Zelensky ha incontrato anche Giorgia Meloni, con la quale ha stipulato un accordo decennale in cui l’Italia garantisce sostegni militari ed economici. Meloni sostiene che l’Italia si consulterà entro 24 ore per determinare le soluzioni da prendere nel caso di nuovi attacchi russi. Dunque a due anni dall’invasione della Russia di Putin e con i recenti cambiamenti politici, come il conflitto israelo-palestinese e le prossime elezioni negli USA in cui con il ritorno di Trump si prevedono meno fornimenti militari, l‘Europa si sta schierando in guerra con l’Ucraina.

As long as it takes.

Macron non si ferma: il “sì” a future truppe in Ucraina

Il 27 febbraio scorso è stata organizzata da Emmanuel Macron la Conferenza dei Paesi alleati per il sostegno all’Ucraina con più di 20 leader occidentali. Macron vuole rispondere ai recenti avanzamenti russi con posizioni ancora più dure, “Faremo tutto quello che serve affinché la Russia non possa vincere questa guerra” ha detto. Sostiene che l’Europa debba mettersi nelle condizioni di essere autonoma nel caso in cui le prossime elezioni statunitensi vengano vinte da Trump, che non vuole più mandare armi. Secondo il presidente francese l’Europa deve pensare più concretamente alla possibilità che nel futuro si debbano mandare in maniera ufficiale delle truppe di terra, il che porterebbe in poco tempo all’escalation militare in quanto Peskov, il portavoce di Putin, si è già dimostrato pronto alla guerra fra Russia e Nato. Al discorso di Macron, gli altri Stati europei e la NATO stanno preferendo azioni più caute.

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