Germania, stop a migranti dall’Afghanistan. “Si abusa del sistema”

Germania: la ministra degli Esteri Baerbock annuncia lo stop momentaneo alle ammissioni di nuovi cittadini afghani a causa di tentativi di abuso del sistema.

Mercoledì 29 marzo 2023, la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock (Verdi) ha momentaneamente sospeso l’elaborazione delle domande di ammissione di migranti provenienti dall’Afghanistan. Secondo l’Agenzia di Stampa Tedesca (Dpa), la sospensione si applica con effetto immediato alle ambasciate tedesche presso Islamabad (Pakistan) e Teheran (Iran).

Il governo ha assunto tale decisione a seguito di ripetute segnalazioni di tentativi fraudolenti di ottenere permessi di soggiorno non autorizzati aventi, come destinazione finale, la Germania. Il Ministero degli Esteri tedesco, così, in un’azione congiunta al Ministero dell’Interno, ha avviato un controllo presso la sopracitate ambasciate. Seguirà un’indagine di sicurezza più approfondita per il processo di ammissione, che sarà integrato prossimamente con un questionario di sicurezza, per evitare tentativi di inganno. Una volta implementato ciò, gli uffici diplomatici tedeschi avvieranno nuovamente le procedure per i visti per i richiedenti afghani.

Più di 30.000 richiedenti asilo afghani accolti in Germania dal 2021

Il ministero degli Esteri federale ha affermato che, da quando nell’agosto 2021 i Talebani hanno preso il potere e la Bundeswehr ha lasciato il paese, la Germania ha avviato un nuovo piano di concessioni di visti umanitari per il cosiddetto “personale locale” ( pubblici ministeri e giudici, ex dipendenti delle forze armate e delle organizzazioni umanitarie straniere) e per gli attivisti per i diritti umani minacciati di persecuzioni. Annunciando l’introduzione di questo nuovo programma, la ministra Baerbock ha spiegato che “molte persone in Afghanistan vivono ogni giorno nella paura della persecuzione e della violenza – persone che credevano come noi in un miglior futuro per l’Afghanistan, vivevano per quello, lavoravano per quello”.

A seguito di ciò, le missioni tedesche all’estero hanno rilasciato più di 28.600 visti per gli afghani, tra cui 4100 lavoratori locali ed ex personale particolarmente a rischio, a cui il governo federale ha promesso la permanenza in Germania.

Il programma è già stato accusato di essere troppo elitario e poco funzionale

Sin da subito alcune organizzazioni umanitarie (Amnesty International, Pro Asyl, Terre des Hommes e Reporters Without Borders) hanno posto diverse criticità riguardo al programma tedesco di ammissione dei rifugiati afghani. Le organizzazioni temono che mancherà l’organico adeguato a gestire tale lavoro. Ritengono, sopratutto, che il processo di selezione possa essere efficace solo con l’impegno della Germania a riformare la procedura di ricollocamento del personale locale, continuando a rilasciare visti umanitari e accelerando i processi di ricongiungimento familiare.

Pro-Asyl ha anche accusato il governo tedesco di applicare doppi standard, non solo perché concede in maniera più semplice visti ai rifugiati di guerra ucraini rispetto a quelli in fuga dal dominio talebano, ma anche perché si limita esclusivamente ai cittadini afghani ancora bloccati nel paese e non a quelli riusciti a fuggire in paesi terzi.

Migliaia di afgani devono ancora attendere un appuntamento per richiedere il visto tedesco per ricongiungersi alle loro famiglie che hanno già lasciato il Paese. Negli ultimi 14 mesi, già 30 persone, in attesa dell’ammissione in Germania, sono morte per mano del regime dei Talebani.

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Immagine di copertina: Pixabay