Erdogan rieletto, il Cancelliere Olaf Scholz già lo invita in Germania
Scholz ha invitato il neo-rieletto presidente turco Erdogan a Berlino, riaffermando la storica amicizia Germania – Turchia
Lunedì 29 maggio il cancelliere Olaf Scholz ha contattato il neo-rieletto presidente turco Recep Tayyp Erdogan, congratulandosi per la rielezione e invitandolo a visitare Berlino come viaggio inaugurale del suo nuovo mandato. Erdogan, leader conservatore islamista al potere dal 2003 come primo ministro e dal 2014 come presidente, ha vinto domenica scorsa una storica elezione, affermandosi al potere per altri 5 anni.
“La cancelleria ha sottolineato gli stretti legami tra Germania e Turchia, non da ultimo come alleati congiunti nella NATO”, ha detto il governo tedesco in una nota, aggiungendo che “entrambi hanno concordato di affrontare la cooperazione tra i due governi con nuovo slancio e di concordare priorità comuni“.
Tra i vari temi trattati nella telefonata, Scholz ed Erdogan hanno riaffermato l’impegno congiunto per una cooperazione sullo sviluppo del Mediterraneo orientale. Soprattutto, ritengono necessario migliorare le relazioni della Turchia con l’Unione Europea e risolvere i problemi attualmente in sospeso riguardanti l’adesione della Svezia alla NATO.
La forza elettorale di Erdogan e le sfide della nuova presidenza
Con la vittoria elettorale, Erdogan si è garantito un altro mandato presidenziale fino al 2028. Agli occhi di molti analisti, le elezioni sembravano l’occasione perfetta per l’opposizione per battere il presidente, indebolito dalla cattiva gestione dell’economia e dal terremoto disastroso, eventi che hanno ampliato la stanchezza e il malessere nella società turca. Tutto questo non è bastato, Erdogan ha vinto ancora, anche se con un margine piuttosto ristretto. La ragione è che l’opposizione non è riuscita a superare le grandi divisioni sociali e religiose. Fin dall’inizio della sua carriera, si è proposto come il difensore e il portavoce di quelle ampie fasce della popolazione turca che vivono nelle zone centrali del paese, in regioni economicamente arretrate e molto legate alla religione islamica. Kilicdaroglu, il candidato dell’opposizione, era a capo di una coalizione eccessivamente eterogenea e non ha dimostrato particolare carisma in campagna elettorale.
Se il voto è stato libero, è anche vero che si è svolto in un sistema tutt’altro che imparziale. Erdogan è stato favorito in ogni circostanza, l’opposizione ha dovuto fare campagna elettorale in un clima a volte intimidatorio. Il presidente ha mobilitato i media e tutto l’apparato dello stato a suo favore, ottenendo un enorme vantaggio in termini di visibilità e di attenzione. Kilicdaroglu ha cercato di colmare il divario usando i social media, ma con alterni successi.
Il problema per Erdogan inizia ora, con un’economia molto problematica principalmente a causa delle sue scriteriate politiche monetarie, che hanno provocato un’inflazione altissima (attualmente è attorno al 50 per cento, ma è stata anche all’80) e una grave svalutazione della lira turca. Il rischio è che, dopo aver resistito fino al momento del voto grazie agli interventi straordinari della Banca centrale, adesso la valuta e l’economia della Turchia subiscano un pesante crollo.
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