Disco Boy, l’unico italiano in concorso alla Berlinale è anche un bel film

Disco Boy: il film che segna l’esordio di Giacomo Abruzzese

Disco Boy di Giacomo Abruzzese è l’unico film italiano che è stato presentato alla 73esima edizione della Berlinale. Per l’occasione, a Berlino, erano presenti il regista e il protagonista, Franz Rogowski. Il film ha vinto l’Orso d’oro per il miglior contributo artistico alla fotografia, curata da Hélène Louvart. Nel suo primo film Abruzzese mostra un’inventiva fuori dagli schemi. Disco Boy è drammatico, con una vena onirica che suscita un forte impatto visivo sul pubblico. Valutato quattro stelle su cinque dal Guardian, il film uscirà nelle sale italiane il 9 marzo.

Disco Boy, la produzione

La regia è di Giacomo Abruzzese. Nato a Taranto e formato in Francia, attualmente lavora tra Francia e Italia. Distribuito da Lucky Red, Disco Boy rappresenta il frutto di una collaborazione per l’Italia tra Dugong Films di Marco Alessi e la Films Grand Huit, una casa di produzione francese. In particolare, Alessi lavora da dieci anni insieme al regista per la realizzazione dei suoi documentari e cortometraggi.

Alla presentazione di Disco Boy, il direttore della Dugong Films ha raccontato che il progetto insieme ad Abruzzese è iniziato nel 2017 da un’esperienza vissuta in prima persona dal suo collega e amico. La storia colpì Alessi a tal punto da iniziare a pensare di farci un film. Alessi ha, poi, spiegato che la realizzazione del film ha richiesto tempo, perché lui e Abruzzese hanno minuziosamente curato ogni dettaglio, coinvolgendo anche scrittori come Nicolai Lilin, italiano di origine russa.

La fotografia è curata da Hélène Louvart, la quale ha vinto l’Orso d’oro. Louvart avvolge i protagonisti in una atmosfera penetrante, di fredda luce dell’alba e neon rosa, aspetto che contribuisce ad attirare l’occhio del pubblico sulla scena. Vitalic si è invece occupato della musica. Si tratta di un musicista di musica elettronica, che riesce a trasformare il night club in un luogo soprannaturale, donando al film una nota travolgente.

Nel cast vediamo Franz Rogowski, che interpreta il protagonista Aleksei, un personaggio non proprio semplice. L’attore era stato scelto da Gabriele Mainetti per “Freaks Out” ed era presente anche all’edizione del Festival del Cinema di Berlino del 2018. In questa occasione vinse il premio “stella cadente” tedesca per i ruoli da protagonista nei film “Guerriero della luce” di Daniel Wild, “Nei corridoi” di Thomas Stuber e “Transito” di Christian Petzold.

I personaggi secondari sono Jomo, interpretato da Morr Ndiaye e Udoka, la sorella di Jomo, interpretata da Laëtitia Ky. I due attori non hanno un passato nel mondo del cinema, non sono professionisti. Abruzzese ha scelto come personaggi secondari un rifugiato, originario del Gambia e un’artista e attivista della Costa d’Avorio, che realizza delle sculture originali con i suoi capelli. Nonostante la mancata esperienza, i due sono riusciti a rendere molto bene i propri ruoli.

Trama di Disco Boy

Aleksei è un giovane soldato bielorusso in fuga, insieme all’amico Mikhail, da un passato che intende seppellire. L’obbiettivo del protagonista è diventare membro della Legione straniera francese, in cambio, però, della promessa della cittadinanza. In Francia i due amici conducono principalmente una vita notturna, al di fuori dell’esercito. Passano le serate a a bere bordeaux, incontrare ragazze e ballare.

Quando Aleksei finisce in Niger, viene sconvolto dalla durezza della vita da soldato. Non riesce a rispettare gli ordini persino quando lo costringono a sopprimere sentimenti come l’empatia e la compassione di fronte all’odore di corpi bruciati, di donne e bambini lasciati a morire. Incontra poi Jomo e sua sorella Udoka. Il ragazzo è un attivista rivoluzionario impegnato nella lotta armata per difendere la sua comunità, invece la sorella intende fuggire dal Paese. A causa di una guerra insensata, i destini di Jomo e Aleksei, dai caratteri molto diversi, si intrecceranno.

La trama del film può sembrare semplice a primo impatto, ma la storia si rivela di profonda intensità, grazie anche allo stile delle immagini, che sembrano quasi uscite da sogni e incubi. In questo film lo spettatore viene immerso nel vissuto di un uomo che lascia il proprio Paese in cerca di una nuova vita e si trova invece a misurarsi, quasi sin da subito, con la morte.

Il film racconta un viaggio alla ricerca della nostra identità, in cui, il corpo è uno dei mezzi di conoscenza più potenti. Nello sguardo del protagonista permane un continuo interrogarsi sul senso dell’esistenza.

Location e curiosità

Le ambientazioni di Disco Boy si dividono tra i luoghi del Delta del Niger, la Francia, il Belgio e la Polonia.

Giacomo Abbruzzese in Disco Boy mostra una notevole inventiva fuori dagli schemi e pone estrema attenzione alla vita dei personaggi e all’ambiente circostante. Alla Berlinale il regista ha parlato del progetto cinematografico rivelando come sia stato difficilissimo trovare i finanziamenti per il film, a tal punto che, nel 2019, aveva quasi pensato di abbandonare l’idea. Il regista si è mostrato molto entusiasta del risultato, della sua troupe di produzione, del cast, ma soprattutto, di essere presente all’edizione di quest’anno della Berlinale. Il suo intento era di far si che il suo primo film venisse apprezzato dal pubblico, quindi ha dichiarato che c’è stato davvero tanto lavoro e impegno nella realizzazione e nella selezione di un cast che fosse coerente con i personaggi. Contemporaneamente, ha ammesso di sentirsi molto stanco e di avere, in questo momento,  il bisogno di godersi il successo di questo film.

 

Leggi anche: Benedetta Porcaroli a Berlino: “il fascino dell’underground e del grunge” – Berlino Magazine

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Guarda foto e video e partecipa a concorsi per biglietti di concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter

Immagine di copertina: © Films Grand Huit