Berlino, mostra su Witold Pilecki, l’uomo che si recò volontariamente ad Auschwitz

La mostra “Witold Pilecki. In Resistance to Hitler and Stalin” è stato inaugurata il 26 settembre all’Istituto Pilecki di Berlino.

Witold Pilecki fu un militare polacco che si recò volontariamente ad Auschwitz nel ’40. Il suo obiettivo era quello di documentare ciò che accadeva nei campi di concentramento. A questo uomo è dedicato l’Istituto Pilecki, fondato quattro anni fa a Berlino. L’Istituto inaugura ora una nuova mostra permanente su Pilecku, il quale ha dedicato la vita a lottare per una Polonia libera e fu vittima dei due grandi totalitarismi del XX secolo.

Witold Pilecki, l’unica persona conosciuta che si sia recata volontariamente ad Auschwitz

Il 26 settembre è stata inaugurata la mostra “Witold Pilecki. In Resistance to Hitler and Stalin” all’Istituto Pilecki di Berlino. Witold Pilecki è l’unica persona conosciuta che sia andata volontariamente ad Auschwitz. Era un militare polacco nato a inizio ‘900. Tra il ’39 ed il ’40 ha partecipato alla fondazione di un’organizzazione clandestina, l’Esercito Segreto Polacco. In questo contesto, si iniziò a discutere l’idea di mandare qualcuno nei campi di concentramento per capire che cosa vi accadesse all’interno. Il 19 settembre 1940 Witold Pilecki, d’accordo con i suoi superiori, si fa volontariamente arrestare dalla Gestapo e viene internato ad Auschwitz sotto il falso nome di Tomasz Serafinski.

All’interno del campo, Witold Pilecki riuscì ad accordarsi con altri prigionieri per organizzare una rete di resistenza. In questo modo, fece arrivare all’esterno le prime testimonianze oculari dell’imminente Olocausto. Il primo rapporto venne mandato ai leader dello Stato clandestino polacco un mese dopo il suo ingresso ad Auschwitz. Le informazioni vennero trasmesse dai polacchi ai britannici, che però le definirono esagerate. Una seconda raccolta di informazioni uscì nel ’42, grazie alla fuga di alcuni prigionieri, ma ciò che veniva raccontato sembrava incredibile. Witold Pilecki rimase ad Auschwitz quasi 1000 giorni. Nella notte tra il 26 ed il 27 aprile 1943 riuscì ad evadere e scrisse il suo terzo rapporto, sottolineando che nulla di ciò che diceva fosse esagerato.

L’Istituto dedicato alla storia incredibile di Witold Pilecki

Pilecki lottò tutta la vita per una Polonia libera e, come il suo paese, fu vittima dei due grandi totalitarismi del XX secolo. Nel ’44 prese parte alla rivolta di Varsavia contro il regime di occupazione nazista tedesco. Dopo la guerra iniziò a raccogliere informazioni sui crimini commessi dai soldati sovietici contro la Polonia. Venne arrestato dai servizi segreti comunisti polacchi nel ’47 come spia. L’anno successivo venne condannato a morte dal regime comunista polacco.

A questo uomo dalla storia incredibile è dedicato l’Istituto che si trova ad un centinaio di metri dalla Porta di Brandeburgo e commemora il dolore inflitto dal nazionalsocialismo alla Polonia. L’istituto Pilecki è divenuto un luogo di incontro tra tedeschi, polacchi ed ucraini. Esso celebra il suo quarto anniversario quest’anno. I quattro anni di vita dell’Istituto sono stati turbolenti: pochi mesi dopo l’inaugurazione, tutto è stato digitalizzato a causa del coronavirus. Nonostante ciò, la storica Hanna Radziejowska che dirige l’Istituto, può citare 350 eventi, 250 corsi di formazione e più di 50 borse di studio assegnate.

L’Istituto celebra il suo quarto compleanno

Il quarto compleanno dell’Istituto viene dunque celebrato con la nuova mostra permanente: “Witold Pilecki. In Resistance to Hitler and Stalin”. L’istituto dichiara di star lavorando alla mostra da due anni, utilizzando i feedback di coloro che hanno visitato la prima versione della mostra. La mostra precedente su questo personaggio era intitolata “The Volunteer. Witold Pilecki and his Mission in Auschwitz”.

 

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L’Istituto Pilecki ritiene di avere la responsabilità di interessare le persone alla storia, più che ad una vaga cultura della memoria. Dunque s’impegna a raccogliere le testimonianze, proprio come faceva l’uomo a cui è intitolato l’Istituto. L’Istituto si è impegnato attivamente anche nel presente, con lo scoppio della guerra della Russia contro l’Ucraina. L’intero seminterrato dell’Istituto è stato dedicato alla raccolta di beni di prima necessità per gli ucraini, come medicinali, attrezzature mediche e articoli per la cura di bambini.

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Immagine: Pixabay