Facilita teorie complottiste: la Germania valuta se bannare definitivamente Telegram

La Germania considera la censura di Telegram, piattaforma social accusata di favorire radicalismi, crimine e odio

Dopo essere spesso stata il mezzo di diffusione di hatespeech e teorie di cospirazione, Telegram ha ripetutamente ignorato richieste di imporre limiti ai propri contenuti. App di messaggistica criptata di crescente popolarità negli ultimi anni, Telegram è argomento di dibattito in una Germania che discute di rendere i vaccini anti-Covid obbligatori. Minacce dirette a chi si è schierato col governo tedesco avrebbero avuto origine proprio dall’app in questione. In particolare, un gruppo Telegram avrebbe indirizzato minacce di morte al ministro presidente della Sassonia, così provocando l’intervento delle autorità. Incitazioni alla violenza contro altri politici e medici locali non sono state da meno, riporta il Bundeskriminalamt (BKA), l’ufficio federale della polizia criminale.

Controlli più serrati tramite una task force

Tali sviluppi hanno portato il Paese a voler mantenere un controllo più serrato sulle attività su Telegram. L’intento è di poter segnalare e cancellare i contenuti più sensibili e poter identificarne gli autori. La nuova stretta politica, se non rispettata – minaccia il governo tedesco, potrebbe portare alla totale abolizione dell’app. Critiche aspre contro governo e vaccini saranno appunto il target di una task force instaurata dal BKA per investigare e perseguire quanti usano la piattaforma per diffondere contenuti più pericolosi. La Germania sarebbe il primo Paese occidentale a bannare definitivamente Telegram ma si teme che la censura possa solo suscitare ulteriore scontento tra i milioni di utenti.

Una piattaforma che vuole rimanere indipendente

La Germania è uno dei Paesi più severi sulla diffusione di hatespeech e bufale cospirative che possano istigare a violenza e alimentare propaganda. Dal 2017 è inoltre in vigore una legge che rafforza lo stato nel suo potere di rimozione di contenuti illeciti online. D’altro canto, Telegram è un social che si è mostrato poco disposto ad autocensurarsi e a collaborare con le autorità. Fondata nel 2013 dai fratelli russi Durov, l’app aveva come obiettivo primario il poter offrire a dissidenti un mezzo comunicativo che sfuggisse a repressioni governative di alcun tipo. Con tale premessa, Telegram è diventato un porto sicuro per estremisti e luogo di ulteriore radicalizzazione, nonostante i termini di servizio della piattaforma proibiscano esplicitamente incitazioni alla violenza – affermano i Durov. Telegram ha offerto anche opportunità di organizzazione per movimenti democratici e per proteste pacifiche. Pertanto, la volontà dei suoi fondatori rimane quella di gestire il problema internamente.

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Foto di copertina di LoboStudioHamburg, da Pixabay.