Zum Nußbaum, la leggendaria taverna del XVI secolo di Berlino un tempo anche ritrovo di comunisti e nazisti
La Zum Nußbaum, una delle taverne più antiche di Berlino ricostruita negli anni ’80
Zum Nußbaum è una locanda a dir poco particolare. Si trova nel nucleo originario di Berlino, e secondo un’iscrizione sulla porta della cantina, è stata costruita nel 1505. È stata, fino al 1943 – anno in cui fu quasi interamente distrutta da un bombardamento degli Alleati – uno degli edifici “a capanna” più antichi della città. Il nome deriva dalla presenza di un albero lì vicino (“zum Nußbaum” significa letteralmente: “vicino a un albero di noce”) e si trattava di un locale famoso già all’epoca, tappa fissa dei cocchieri di Kremser. Ognuno di loro era omaggiato con una birra, per ricompensare il transito di clienti che portava.
Solo verso il 1987 le autorità sovietiche decisero di riabilitare l’aerea, ricostruendola ispirandosi alla forma e allo stile dei palazzi storici. L’architetto Günter Stahn ricostruì con successo una copia della taverna a Propststraße, nel Nikolaiviertel, ispirandosi allo stile tardo medievale a capanna. Originariamente la taverna si trovava a circa 700 metri più a sud-est, sulla punta meridionale dell’attuale Fischerinsel.
La vita artistica e politica alla Zum Nussbaum
Nella prima metà del ‘900, presenze fisse del posto erano la cantante Claire Waldoff, il pittore Otto Nagel e l’artista visivo Heinrich Zille, esponenti dell’arte tedesca alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale; in generale, il locale era molto noto tra i residenti della città, dove spesso si intonavano (ad eccezione del periodo nazista) canzoni popolari folkloristiche e satiriche.
Il locale è ricordato soprattutto per le battaglie politiche alla fine degli anni ’20, in particolare uno scontro tra comunisti e nazisti. Il militare e membro del Partito Nazionalsocialista Horst Wessel fece irruzione nel locale, affrontando una folla di sostenitori comunisti e proclamando l’area libera dalla “minaccia rossa”, senza però spargimento di sangue. Pochi mesi dopo venne ucciso dai comunisti, diventando così un grande strumento di propaganda in quanto martire più famoso del partito.
La Zum Nussbaum vista dagli scrittori
L’artista, scrittore e attore bavarese Gerhard Polt descrive così l’accoglienza della birreria: «Si afferra lentamente la brocca, la si porta delicatamente verso la bocca (mai la bocca verso la brocca!) – e all’improvviso ci si ferma. Forse potrebbe venir fuori un pensiero da qualche parte – no, è improbabile; vedi, questa è intimità». Tale visione si oppone a quella dello scrittore Ernst Ludwig Kossak. «Berlino, che è così spesso vituperata, ha nei locandieri e camerieri un tesoro di patriarcato, bonhomie (benevolenza) ed economicità che una calda lacrima preme dietro ai miei occhi».
Alfred Höblin, autore del libro di culto Berlin Alexanderplatz (una sorta di Ulisse ambientato a Berlino) descrive così una scena ambientata alla Zum Nußbaum: «C’è fumo, nuvole di pipe, sigari, sigarette (che si alzano) nell’aria che annebbiano l’intero enorme salone…Due coppie si siedono a un tavolo e guardano i passanti. Il signore in sale e pepe china il viso baffuto sul…petto di una donna nera e grassa. I loro cuori dolci tremano, i loro nasi annusano, lui sul petto, lei sulla testa unta […]».
La Zum Nußbaum, oggi
Oggi i clienti possono degustare birre speziate e piatti tipici berlinesi (crauti, patate, zuppe calde), circondati da pareti rivestite in legno. Le stanze, con le tipiche stufe in maiolica verde scuro, sono decorate con foto dei personaggi popolari locali; la locanda è oggi una delle sempre più rare schänke (locali a metà tra pub e locande) tipiche berlinesi.
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Immagine di copertina: Zum Nußbaum ©Zimmermann, Peter Bundesarchiv, Bild 183-1987-0817-001 / CC-BY-SA 3.0 da Wikipedia