Zeppelin, un’invenzione tutta tedesca con il nome del suo inventore
Tutti conoscono i dirigibili Zeppelin, resi celebri dalla famosa band britannica. Ma chi è in realtà l’inventore di questi leggendari velivoli? Vi raccontiamo la storia di Ferdinand von Zeppelin
Il 2 luglio del 1900, vicino al lago di Costanza, il primo prototipo del dirigibile LZ 1, 128 metri di lunghezza e 12 di diametro, si librò in cielo percorrendo 6 km in 17 minuti e raggiungendo un’altitudine di 390 metri. Il prototipo prese il nome dalla compagnia tedesca Luftschiffbau Zeppelin (LZ). Fondata dall’omonimo conte Ferdinand von Zeppelin nel 1894, il progetto prese vita dopo il rifiuto del governo tedesco di finanziare la costruzione di un velivolo più leggero dell’aria.
Ferdinand von Zeppelin, conte visionario
Nato a Costanza nel 1938, il conte Ferninand von Zeppelin studiò all’accademia militare di Ludwigsburg e, successivamente, all’università di Tübingen per arruolarsi, nel 1858, nell’esercito prussiano. Nel 1863 si recò negli Stati Uniti per svolgere il ruolo di osservatore militare durante la guerra di secessione americana (1861-65), compiendo il suo primo volo su un pallone aerostatico in Minnesota. Fra il 1870 e il 1871, von Zeppelin prestò servizio nella guerra franco-prussiana per ritirarsi 10 anni dopo, nel 1881, con il grado di brigadiere generale. Negli anni seguenti, il conte si dedicò completamente allo studio dell’aeronautica. A seguito di un rifiuto di finanziamento del governo tedesco, investì tutto il suo capitale nella società da lui fondata: la Luftschiffbau Zeppelin. Fu solo nel 1900, a seguito del primo volo, che il governo tedesco si ricredette e decise di finanziare il progetto di von Zeppelin per uso militare. All’epoca della sua morte, nel 1917, poteva ormai contare su un’intera flotta di dirigibili.
Gli zeppelin nella storia: dalla grande guerra ad oggi
La storia dei dirigibili Zeppelin si lega inestricabilmente a quella della grande guerra. Durante la prima guerra mondiale, infatti, questi giganti dell’aria vennero utilizzati dall’esercito tedesco come bombardieri. La possibilità di volare ad altitudini molto elevate, e di avvicinarsi al bersaglio silenziosamente, li resero un’arma temibile ed efficace. L’astro nascente degli zeppelin era però destinato a spegnersi di lì a poco. Ben presto, gli eserciti britannico e francese costruirono aerei in grado di volare ad altitudini più elevate e capaci di trasportare munizioni al fosforo che, fatto interagire con l’idrogeno contenuto dagli zeppelin, avrebbe causato esplosioni e incendi. Alla fine della guerra, quando gli zeppelin sopravvissuti vennero consegnati agli alleati, si pensò che la storia di questi macchinari fosse volta al termine. Tuttavia, l’esercito militare americano commissionò alla società tedesca la costruzione di un gigantesco zeppelin ZR3 che prese il nome di Los Angeles. La Luftschiffbau, che versava in acque poco chiare dopo le restrizioni imposte alla Germania con il trattato di Versailles, poté così risollevarsi. Negli anni a venire, gli zeppelin persero la loro applicazione militare a favore di un utilizzo per il trasporto di merci e passeggeri. Celebre l’episodio legato all’Hindenburg, dirigibile dalla lunghezza di 245 metri che, nel 1937, dopo molteplici viaggi coronati con successo, esplose durante un atterraggio in New Jersey segnando la fine dell’uso commerciale di questi velivoli.
Da von Zeppelin ai Led Zeppelin: l’evoluzione del mito
Nonostante gli zeppelin avessero perso popolarità dopo la tragedia dell’Hindenburg, il cognome del loro inventore era destinato a conoscere nuova fama negli anni a venire. Intorno alla fine degli anni ’60, fu proprio il celebre gruppo britannico Led Zeppelin ad adottarne il nome per le qualità fisiche di questi velivoli: pesantissimi e leggiadri allo stesso tempo. Negli stessi anni venne anche girato un film di spionaggio, Zeppelin (1971), ambientato durante il periodo di maggior successo di questi ormai leggendari mezzi di trasporto: la prima guerra mondiale.
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Immagine di copertina: zeppelin-new-york-ny-nyc-10177 / ©Pixabay / CC0