Quando John le Carré faceva la spia nella Berlino del Muro
John le Carré, agente dei servizi segreti britannici, è stato uno degli scrittori di thriller di maggior successo al mondo, con i suoi romanzi di spionaggio ha descritto la Berlino degli anni ’60
John le Carré, il cui vero nome era David John Moore Cornwell, è stato uno scrittore e agente dei servizi segreti britannici. Attraverso i suoi pluripremiati romanzi di spionaggio ha messo in luce il lavoro dei servizi segreti durante la Guerra Fredda, descrivendo la Berlino divisa dal Muro in cui si trovava come agente per conto dell’MI6 –l’agenzia di spionaggio per l’estero del Regno Unito. Le Carré si è spento in Cornovaglia a dicembre 2020, all’età di 89 anni, dopo aver scritto oltre trenta romanzi thriller, da cui sono stati tratti anche film di successo. A ispirare le trame dei suoi romanzi, fatte di spie e intrighi coinvolgenti, è stato proprio il suo lavoro di agente nella Berlino del Muro.
Nato in Inghilterra nel 1931 e laureato in letteratura tedesca, John le Carré venne reclutato dai Servizi di sicurezza britannici nel 1950 e dieci anni dopo, nel 1960, iniziò a lavorare per i servizi segreti di Sua Maestà, l’MI6, trasferendosi dall’intelligence interna a quella esterna. Il suo lavoro consisteva nello spiare gruppi di estrema sinistra per stanare possibili infiltrati sovietici, pedinando e intercettando telefonicamente agenti stranieri.
Proprio mentre lavorava in Germania sotto copertura, nel 1961, scrisse il suo primo romanzo, “Chiamata per il morto”, con cui introdusse il personaggio più iconico dei suoi romanzi: l’agente segreto George Smiley. L’opera più celebre arriverà però due anni anni dopo, nel settembre del 1963: il best seller thriller “La spia che venne dal freddo”, che diventerà il simbolo del conflitto globale tra i due blocchi. Altra opera celebre è “La talpa”, del 1974, attraverso cui descrive, con toni lievemente ironici, un fatto che lo toccò personalmente: la vicenda di un agente doppiogiochista che fece saltare la copertura di molti agenti britannici.
I romanzi di le Carré in rapporto con i luoghi della Berlino divisa
I suoi romanzi ci portano all’interno della Berlino degli anni ’60, spaccata in due dal Muro e dalle tensioni della Guerra Fredda. Ad assumere una grande importanza sono le ambientazioni e i luoghi di Berlino, che mettono in luce il rapporto dell’autore con la città simbolo della Guerra Fredda. Le Carré riesce, al limite tra verità storica e leggenda, a catapultarci in quello che era il lavoro dell’intelligence. Crea un mondo alimentato da paranoie, ambiguità, sfumature, con una costante attenzione anche ad aspetti filosofici ed esistenziali.
Nella prima fase creativa di John le Carré, negli anni ’60, l’autore aveva poche possibilità di fare ricerche sul posto e le indicazioni di alcuni luoghi sono rimaste vaghe, con indirizzi in parte inventati. I romanzi più recenti, invece, come “L’eredità delle spie”, del 2017, risultano molto più ricercati per quanto riguarda soprattutto le ambientazioni. In entrambi i casi, i suoi romanzi riescono a restituirci il clima che si respirava negli anni ’60, facendo di le Carré il testimone perfetto per raccontare la Berlino della Guerra Fredda. Nell’agosto del 1961 assistette anche alla costruzione del Muro, vedendo “come il filo spinato russo veniva srotolato sul Checkpoint Charlie” e, giorni dopo, “come il Muro veniva innalzato blocco per blocco”.
Le ambientazioni dei suoi romanzi: i luoghi della Berlino degli anni ’60
Checkpoint Charlie
Tra i luoghi simbolo della Guerra Fredda descritti nei suoi libri compare ovviamente Checkpoint Charlie. Ora attrazione per turisti, il luogo era un tempo il più famoso passaggio di frontiera tra Berlino Ovest e Berlino Est. Situato a Friedrichstraße, oggi ospita un cabina di controllo fedelmente ricostruita da cui un tempo passavano le figure politiche più importanti per attraversare il confine della città. Nel romanzo “La spia che venne dal freddo”, il confine interno della città diventa una trappola mortale per il protagonista, l’agente dei servizi segreti britannici Alec Leamas. La spia, che mantiene una rete a Berlino Est, deve contrabbandare una donna fuori dalla RDT, un’operazione che si rivela però fallimentare: Leamas, quasi tornato in Occidente, verrà ucciso nei pressi del Muro.
Ponte Oberbaum
Altro luogo che compare spesso nei suoi romanzi e che avrà una grande importanza è il ponte Oberbaum. Oggi una delle destinazioni turistiche più popolari di Berlino, allora la zona era un territorio di confine che le Carré descrive come squallido e solitario.
Staaken
Staaken – quartiere appartenente al distretto di Spandau, al confine con il Brandeburgo – è descritto nei romanzi di spionaggio di le Carré come un’area di alta tensione. Era uno dei valichi di frontiera e luogo in cui treni e merci erano controllati e in cui veniva regolato gran parte del traffico verso ovest. Gli agenti di John le Carré raramente viaggiavano in aereo e nei suoi romanzi hanno spesso valicato quel confine in inseguimenti sotto copertura.
Fasanenstraße
Tra i luoghi peculiari dei suoi racconti rientra anche l’appartamento di Fasanenstraße, a Charlottenburg. Qui l’autore, in “L’eredità delle spie”, colloca un ritiro segreto per agenti sotto copertura, creando una sorta di casa cospiratoria. Nel farlo non si limita a descrivere un luogo già esistente. L’edificio in Fasanenstraße, infatti, era nel mirino della Stasi negli anni ’50, che vi sospettava la presenza di agenti occidentali.
Mayakowskiring
Majakowskiring è una strada a forma di ellisse situata nel quartiere Pankow. Nel 1945 l’amministrazione sovietica dichiarò il Mayakovskiring di Niederschönhausen una zona riservata, chiunque volesse andarci aveva bisogno di un pass. Qui si trovava un quartiere, chiamato “Gorodok” (“piccola città”) dai russi, che diventò la residenza di molte figure di spicco nel governo della Repubblica Democratica Tedesca. Le vicende degli agenti di le Carré hanno luogo anche in questa storica strada.
“Silverview”, il romanzo postumo uscito a ottobre 2021
Il 19 ottobre 2021 l’autore avrebbe compiuto 90 anni, e per l’occasione la Ullstein-Verlag di Berlino ha pubblicato il suo ultimo romanzo postumo, “Silverwiew”. Nel romanzo un agente di Londra si mette sulle tracce di una fuga di notizie all’interno dei servi segreti britannici. In realtà le Carrè ha scritto il racconto circa dieci anni fa, rivedendolo nel corso del tempo. A pubblicarlo è stato suo figlio, Nicholas Cornwell, che ha anche completato il manoscritto. Anche lui, come suo padre, pubblica i suoi romanzi sotto pseudonimo e si fa chiamare Nick Harkaway o Aidan Truhen.
Leggi anche: 10 fatti curiosi sulla DDR che pochi conoscono
Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni
Guarda foto e video e partecipa a concorsi per biglietti di concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram, Twitter e Telegram
Immagine di copertina: John le Carré, screenshot da YouTube