Studio tedesco dimostra che otto contagi su dieci sono dovuti a persone non vaccinate

Secondo uno studio della Humboldt, la maggior parte dei contagi sarebbe causato da persone non vaccinate

Nonostante il vaccino, molte persone si sono ammalate e hanno sviluppato anche i sintomi più gravi. Queste evidenze avrebbero rafforzato le credenze delle frange no-vax della popolazione, che sosterrebbero l’inefficacia del vaccino. Tuttavia, nuovi studi promossi dalla Humboldt Universität di Berlino proverebbero che la maggior parte dei contagi sarebbe causato dalle persone non vaccinate. Sarebbero addirittura otto contagi su 10, quelli causati dalle persone senza siero anti-covid. “Le vaccinazioni sono uno dei mezzi più efficaci per contrastare la pandemia” così inizierebbe il documento relativo alla ricerca condotta dal team di esperti della Humboldt, come riporta rbb24. I ricercatori, dunque, si assumono la responsabilità di una dichiarazione importante, soprattutto in questi giorni in cui si discute l’approvazione dell’obbligo vaccinale.

 

Il vaccino: un mezzo essenziale per affrontare la pandemia, nonostante non sia perfetto

Il vaccino anti-covid rimane quindi il mezzo primario per contrastare gli effetti del Coronavirus. Tuttavia il vaccino non è perfetto. Nonostante la vaccinazione, molte persone non solo diffondono il virus, ma se ne ammalano, anche gravemente. Tuttavia, anche ipotizzando che le persone vaccinate siano contagiate  con la stessa frequenza di quelle non vaccinate, appare chiaro dalle statistiche come soltanto una minima parte dei vaccinati sviluppi i sintomi, contrariamente a quanto accade invece a coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione. La protezione vaccinale sarebbe efficace contro le infezioni almeno nel 72% dei casi, secondo Ben Maier e i suoi colleghi della Humboldt. Hanno provato questa stima attraverso un modello che tiene conto anche di quante persone in ogni fascia di età sono vaccinate e quanti contatti hanno avuto. I ricercatori hanno così individuato quattro casistiche possibili:

1. Le persone non vaccinate infettano i non vaccinati
2. Le persone non vaccinate infettano le persone vaccinate
3. Le persone vaccinate infettano le persone vaccinate
4. Le persone vaccinate infettano coloro che non sono stati vaccinati

In seguito, l’equipe di ricerca ha raccolto e osservato i dati che hanno segnato le tendenze di questi anni di pandemia. Così è emerso come in più della metà delle infezioni, sono i non vaccinati a infettare altri non vaccinati. Nel 40% dei casi il contagio avviene tra vaccinati e non vaccinati. Solo nel 9% dei casi, invece, una persona vaccinata infetta altre persone vaccinate. Appare lampante come una popolazione quasi totalmente vaccinata abbia meno possibilità di entrare in un nuovo periodo di crisi sanitaria.

Le variabili che sono difficili da calcolare e la variante Omicron

Lo studio, dunque, dimostra che dal punto di vista epidemiologico ci sono delle differenze importanti tra persone vaccinate e non. Inoltre, i ricercatori hanno dichiarato che alcune misure di contenimento (come test frequenti e restrizioni) sono più efficaci sulle persone non vaccinate. Tuttavia, Maier ricorda come lo studio non intenda presentarsi come un vademecum per contrastare la pandemia. Si sottolineano solo le evidenze che sono emerse in questo periodo di pandemia. È difficile però capire cosa accadrebbe se la variante Omicron si diffondesse su vasta scala. Non sono chiari infatti quali sarebbero gli effetti della nuova variante sulla situazione pandemica. L’immunità vaccinale potrebbe essere meno efficace sul nuovo Coronavirus? Forse sì, ma il modello di Maier e dei suoi collaboratori attribuirebbe ancora il contributo maggiore delle infezioni ai non-vaccinati, proprio per le diverse percentuali di contagio che sono state individuate. Il vaccino, sotto questa luce, si rivelerebbe la scelta vincente.

 

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Immagine di copertina: Vaccinazione, foto di Viktor Hanacek, Picjumbo, CC0.