La Schöneberg di Jacopo Gallico: ambientalismo, cultura e memoria

Possono coesitere cultura, storia e ecologia? Ne parliamo con Jacopo Gallico

È possibile oggigiorno conciliare azioni di stampo ecologico-ambientalista con la realtà socio-culturale di un luogo? Ne abbiamo parlato con l’architetto Jacopo Gallico che, con l’aiuto dell’artista Paola Yacoub, sta portando avanti una riflessione in merito.

Jacopo e Paola mirano a indire un concorso pubblico, tramite il quale mettere in contatto attori locali e istituzioni per dare vita a un progetto  con il fine di integrare l’aspetto ambientale con la cultura e la storia di un quartiere.

La zona in cui si dovrebbe realizzare il progetto è quella di Bayerisches Viertel, un quartiere a metà tra Schöneberg e Wilmersdorf. Quest’area presenta una profonda componente culturale, il movimento LGBTQI+ è fortemente attivo e sono ampiamente presenti gli ideali ecologici che sono all’origine della nascita del quartiere. Tuttavia questi ultimi sono ormai poco, o solo parzialmente, presi in considerazione.

Nollendorfplatz

Nollendorfplatz

Jacopo Gallico: tra architettura e attivismo

Jacopo Gallico, architetto e membro del collettivo di architettura romano Stalker, vive a Berlino dal 2006. Si occupa, oltre che di progetti di restauro, di condurre ricerche sperimentali sugli spazi marginali dello sviluppo urbano contemporaneo. Tra i progetti più importanti troviamo “On Egnatia, a path of displaced memories”, un lavoro che affronta la questione dell’espansione e dell’identità culturale dell’Europa, così come “Kurds on the map” una cartografia sensibile che pone l’attenzione sulla diaspora curda in Europa.

Il primo progetto sviluppato a Berlino, invece, è “Wall (k)”, che indaga i luoghi dove un tempo sorgeva il muro e mette in discussione le dinamiche di metabolizzazione dei conflitti nello spazio pubblico. Degno di nota è anche il progetto riguardante il cimitero di St. Matthäus, “In Memoriam”, con il quale è stata ricostruita la lapide di Richard Lucae, architetto tedesco la cui tomba era stata perduta.

La ricerca di Jacopo è quindi incentrata sullo spazio pubblico e sull’elaborazione di una metodologia per gli interventi urbani, in particolare nelle zone marginali. Ha collaborato con diverse istituzioni quali la Biennale di Venezia, Haus der Kulturen der Welt e Kunstraum Bethanien, con le quali ha anche esposto alcune sue opere.

Un po’ di storia: il quartiere di Schöneberg

Nel 1862 si avverte la necessità di allargare i confini della città di Berlino e inglobare i comuni circostanti in un unico sistema organico. Da qui nasce la circonvallazione di Bülowstrasse e la stazione di Nollendorfplatz, costruita come confine tra la città e il comune di Schöneberg.
Proprio quest’ultimo venne concepito, almeno in parte, secondo il modello della “città-giardino”. I motivi dietro questa scelta furono due: fornire il necessario per la sopravvivenza degli abitanti e frenare un’eventuale espansione incontrollata della città.

Nella metà del XIX secolo ci si trovava infatti a dover fronteggiare il crescente sviluppo dell’industria, talmente rapido da non esser conciliabile con l’abitabilità di un luogo. Dopo un aumento di circa 95000 abitanti, il neoeletto sindaco Rudolph Wilde si interessò alla costruzione di una città nuova, moderna e progressista ma che tendesse allo stesso tempo a un elevato standard di vita. Una città che potesse quindi attirare la classe borghese.

Da questa idea presero vita una serie di progetti, realizzati con l’imprenditore Salomon Haberland e affidati a diversi architetti esperti. Il risultato non fu solo la costruzione di uno dei quartieri più attraenti di Berlino, ma anche la creazione dell’archetipo di una città futuristica, democratica e sostenibile.

Il sindaco Wilde e la città-giardino

Il programma di Wilde comprendeva tre obiettivi. Il primo prevedeva la realizzazione di un nuovo impianto urbanistico diviso tra un servizio di trasporto pubblico su rotaie nel sottosuolo e una serie di percorsi pedonali in superficie. Il secondo consisteva nell’eliminazione di appezzamenti profondi, per garantire migliori condizioni igieniche e uguaglianza sociale per tutti. Infine, la realizzazione di interventi mirati e puntuali per lo spazio pubblico, come le “Schmuckenplatz” e “sozial Grüne”.

Così in quegli anni nacquero grandi progetti come la bellissima Viktoria Luise Platz, il quartiere Bavarese, la prima linea metropolitana (U4), Bayerischer Platz, Parco Rudolph Wilde e il Municipio di Schöneberg. Molti dei quali realizzati tramite concorsi pubblici.

Parco Rudolph Wilde - Jacopo Gallico

Parco Rudolph Wilde

Paradossalmente, la città di Wilde dei primi anni del ‘900 è forse più moderna dell’odierna Schöneberg. Secondo Jacopo Gallico sarebbe proprio questo il fulcro della questione. È importante riscoprire quest’area e riconoscerla come avanguardia urbanistica, trovando magari una continuità con il suo passato.

Nickelmannbrunnen, la fontana asciutta come manifesto del progetto

A pochi passi dalla fermata metropolitana Nollendorfplatz, si erge la fontana “Nickelmann”, ideata dallo scultore Otto Westphal. Simbolo di un mentalità del passato, smantellata e poi dimenticata, la fontana è un po’ il simbolo del progetto che Jacopo ha in mente. L’obiettivo della Nickelmannbrunnen era quello di proporre il concetto di città ecologica, verde e sostenibile, una città in grado di fondersi con la cultura e l’arte di una metropoli. La fontana, costruita a cavallo del ‘900, si presentava sotto tutt’altra forma rispetto a quella di oggi. All’epoca, infatti, era presente un largo bacino e l’acqua sgorgava ai piedi del “uomo dell’acqua” (la scultura presente appunto al centro di quest’opera).

Nel 2021 è invece conosciuta anche come “la fontana asciutta”. Il bacino è stato rimosso e l’acqua non sgorga più. Ciò che rimane sono il busto di marmo e qualche foglia autunnale. Tuttavia ancora oggi la scultura si inserisce perfettamente nel paesaggio urbano, collocata al di sotto del viadotto della prima linea metropolitana sopraelevata costruita a Berlino. Una memoria di un concetto di città al quale, oggigiorno, sarebbe importante pensare.

Nickelmannbrunnen

Nickelmannbrunnen

Paola Cestino

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Immagine di copertina: Nicola Vignola