Nationalgalerie, Gerhard Richter “presta” per sempre i suoi dipinti sull’Olocausto affinché non si possa comprarli

Il pittore tedesco Gerhard Richter salva dal mercato la sua serie di dipinti “Birkenau” preferendo affidare l’opera ispirata all’Olocausto alla Nationalgalerie di Berlino.

Uno dei più importanti artisti contemporanei tedeschi, Gerhard Richter, affida in prestito permanente la sua opera “Birkenau” alla Prussian Cultural Heritage Foundation, una fondazione che sovrintende 27 tra i più famosi musei della Germania. La decisione dell’artista mira ad evitare che le sue opere ispirate all’Olocausto finiscano dimenticate nei salotti di qualche esclusivo collettore d’arte. Richter vuole, infatti, che la sua arte rimanga il più possibile esposta al pubblico, inducendo riflessioni e mantenendo viva la memoria di un periodo storico che non dovrà mai ripetersi.

La serie “Birkenau”

Realizzata nel 2014, l’opera “Birkenau” si basa sulle cosidette “fotografie del Sonderkommando”, scattate di nascosto nel campo di concentramento di Birkenau. Nel 1944, infatti, un gruppo di resistenza polacco riuscì ad introdurre clandestinamente una macchina fotografica nel campo di concentramento nazista di Birkenau. Dallo sviluppo della pellicola in bianco e nero, uscita dal campo nascosta in un tubetto di dentifricio, furono ottenute 4 fotografie testimonianti la cremazione a cielo aperto di un cumulo di cadaveri appena estratti dalle camere a gas. Richter ha raccontato di essersi a lungo tormentato per trovare un modo appropriato per ricreare artisticamente queste immagini e, alla fine, di aver deciso di oscurare i suoi iniziali schizzi figurativi dipingendovi sopra. Il risultato finale sono quattro grandi tele astratte sul cui sfondo si possono solo intravedere elementi più dettagliati e realistici ispirati alle fotografie. Nonostante le immagini originali siano dunque quasi interamente coperte, la serie “Birkenau” riesce in una difficile missione: includere immagini tanto crude e strazianti in un’accettata ed apprezzata dimensione della memoria pubblica. Dalla fine della guerra sono stati pochi i tentativi di utilizzare artisticamente materiale visivo autentico proveniente dai campi di concentramento. Lo shock della scoperta dell’omicidio di massa e la necessità di rispetto per le vittime rendevano infatti l’argomento troppo sensibile per poter essere rappresentato visivamente in modo così esplicito. Tuttavia, secondo l’opinione di alcuni, l’opera di Richter apporta una svolta allo stato del dibattito sulla rappresentabilità dei crimini nazisti, dimostrando che l’eticità dell’utilizzo di immagini originali stia venendo progressivamente riconosciuta nella scena artistica e culturale internazionale.

La scelta di mantenere i dipinti lontani dal mercato

I dipinti di Richter rimarranno esposti presso la Galleria Nazionale di Berlino fino al 2027, quando verranno spostati al vicino Museo d’arte del XX secolo, oggi ancora in costruzione. Monika Grütters, Ministro di Stato per la Cultura, commentando la collaborazione tra Richter e la capitale tedesca l’ha definita “un grande guadagno per la metropoli dell’arte” nonché un “voto di fiducia” per il nuovo museo non ancora inaugurato. La scelta di mantenere i dipinti lontani dal mercato sembrerebbe motivata dallo stesso concetto che Primo Levi espresse nella poesia che apre “Se questo è un uomo”, il suo libro più famoso: “Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore […] / Ripetetele ai vostri figli”. Mantenere viva la memoria non serve solo ad evitare che l’orrore si ripeta ma anche ad impedire che a distanza di tempo l’uomo moderno si rassegni a quanto storicamente accaduto, perdendo contatto con l’inaccettabile realtà dell’Olocausto. Joachim Jäger, direttore ad interim della Neue Nationalgalerie, ha dichiarato: “Birkenau manterrà vivo il ricordo dell’Olocausto, riproponendoci l’interrogativo su come affrontare un tale crimine contro l’umanità, domanda cui deve continuamente essere data una nuova risposta”.

Immagine di copertina: screenshot da Youtube

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