Dresda, @AnhTuanPhan, da Pixabay

Ritrovato, e ora esposto a Dresda, il teschio che Bernini scolpì per papa Alessandro VII

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È stato ritrovato a Dresda il teschio in marmo bianco che papa Alessandro VII commissionò allo scultore barocco Gian Lorenzo Bernini.

Un ritrovamento sensazionale quello avvenuto a Dresda la scorsa settimana. È stata infatti riportata alla luce un’opera dell’artista barocco Gian Lorenzo Bernini considerata perduta ormai da anni. La scultura rappresenta un teschio umano dalle fattezze incredibilmente realistiche, scolpito in marmo bianco di Carrara e commissionato al Bernini da papa Alessandro VII. Un gruppo di scienziati ha ritrovato l’opera durante una ricerca su Caravaggio nella città di Dresda, dove sembra essere rimasta per quasi 300 anni. Il rinvenimento è stato annunciato da Stephan Koja, direttore della Gemäldegalerie Alte Meister.

La misteriosa storia del teschio bianco di Bernini

Il rapporto tra Alessandro VII e Bernini fu particolarmente stretto. Durante il pontificato, l’artista non solo progettò i colonnati di Piazza San Pietro e la tomba monumentale del Papa, ma scolpì anche opere molto intime. Tra queste, il teschio in marmo bianco. Dopo la morte del pontefice, l’opera divenne di proprietà del nipote, un eminente collezionista di antichità. Nel 1728 l’opera era parte della collezione della famiglia Chigi che venne acquistata per il re di Sassonia Augusto il Forte. Di conseguenza, 164 sculture antiche e quattro opere contemporanee arrivarono a Dresda. Una di queste, fu indicata nel carteggio precedente l’acquisto come “una celebre testa di Morto, opera del Cav[alie]r Bernini”. Un’attenta ricerca ha ora confermato che si trattò proprio del teschio opera del Bernini.

L’opera protagonista di una mostra a Dresda

Contemporaneamente al ritrovamento dell’opera, è stata annunciata l’apertura di una mostra in cui il teschio è protagonista assoluto. L’esposizione, ospitata presso il Palazzo Zwinger di Dresda dal 26 maggio all’inizio di settembre, si chiama “Bernini, il papa e la morte” (per ulteriori informazioni vedi qui). Il titolo è emblematico: l’intento della mostra è quello di ripercorrere la storica pandemia di peste del 1656-57 che il neoeletto pontefice Alessandro VII riuscì a contenere a Roma,. Le misure che vennero adottate allora (quarantena, maschere e il lungo blocco della vita pubblica) assomigliano incredibilmente a quelle attuali per il Coronavirus. In quest’ottica, dunque, il ritrovamento della testa di morto del Bernini rivela una straordinaria corrispondenza tra passato e presente.

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In copertina: Dresda, @tphananh, da Pixabay