Berghain

Il Berghain ospiterà un’installazione immersiva che ricoderà la nascita di Berlino in un terreno paludoso

Dal 10 luglio al 26 settembre 2021, il  tempio della techno berlinese ospiterà un’installazione dell’artista danese Jakob Kudsk Steense

Morgen ist die Frage, “Il domani è la domanda”, sono le parole stampate a caratteri cubitali sullo striscione appeso sulla facciata del Berghain. Sebbene la scorsa primavera il locale abbia dovuto chiudere i battenti a causa della pandemia, dall’estate i celebri cancelli del Berghain sono nuovamente aperti, prima per ospitare esibizioni sonore, poi per una mostra di arte contemporanea, contenente le opere di 85 artisti berlinesi realizzate durante il periodo di lockdown. Nonostante attualmente il locale sia di nuovo chiuso al pubblico, qualche giorno fa sono stati rivelati i dettagli sulla prossima mostra che avrà luogo all’interno del club. Si tratta di un’istallazione immersiva realizzata dall’artista danese Jakob Kudsk Steensen, che renderà la Halle am Berghain un portale in grado di riportare gli spettatori alle origini di Berlino, in un mondo passato fatto di zone paludose e specie animali estinte. L’opera, commissionata dalla Light Art Space (LAS), sarà visibile al pubblico a partire dal 26 luglio. Ovviamente non potrà essere immortalata: in linea con la solita politica del locale, foto e video saranno vietate all’interno.

 

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L’installazione: un ponte con il passato

L’esposizione, che avrà luogo nelle celebri stanze del Berghain, permetterà di entrare in contatto con il primordiale paesaggio berlinese. Difatti, l’obiettivo sarà quello di riportare gli spettatori alle origini di Berlino, nei paesaggi paludosi che popolavano la valle glaciale dalla quale è emersa più di 10.000 anni fa. La stessa etimologia della parola “Berlin” non sarebbe collegata al termine tedesco “Bär” (“orso”, celebre animale simbolo della città). Ma, più probabilmente, deriva dalla parola di origine slava “brl“, che significa “palude”. Il termine attesterebbe proprio l’origine paludosa della città. Per realizzare questo progetto, Kudsk Steensen ha svolto un’ampia ricerca sul campo, sia studiando personalmente alcune zone umide, come la regione della Spreewald, e documentandone l’ecosistema e gli strati del suolo, sia consultando biologi e storici. L’artista ha inoltre avuto accesso ai vasti archivi del  Museum für Naturkunde Berlin, dai quali ha ottenuto maggiori informazioni sulle specie estinti e sui suoni degli insetti e degli anfibi provenienti da Berlino e dintorni. Combinando i suoi studi sulle zone umide con la ricerca sulle specie animali estinti, l’artista danese intende costruire un ponte tra presente e passato. I locali del Berghain diverranno un portale in cui i resti dell’era glaciale saranno collegati alle paludi odierne, rianimando mondi perduti nel presente.

 

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L’artista dell’opera

Jakob Kudsk Steensen si occupa da anni di “storytelling ambientale”, utilizzando nelle sue opere una combinazione di animazioni, realtà mista (MR) e realtà virtuale (VR), in grado di dare vita ad ecosistemi che sono stati trascurati o sono andati perduti. Le sue creazioni, note per condurre gli spettatori oltre i limiti dello spazio e del tempo,  permettono di vedere, ascoltare ed esplorare mondi naturali altrimenti sconosciuti. I suoi lavori sono stati esposti nelle gallerie e nei musei di tutta Europa. Tra questi La Biennale di Venezia; la Serpentine Galleries di Londra; il PinchukArtCentre di Kiev e il Tranen Space for Contemporary Art di Copenaghen. L’artista ha inoltre ricevuto premi dalla Danish Arts Foundation, dalla Augustinus Foundation, dal Lumen Prize, dall’International Academy of Digital Arts and Sciences, dai Games for Change, dalla Lumière Foundation, dai Telly Awards e dal Cinequest Film & Creativity Festival.

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