Secessionen, da Klimt a Liebermann: la mostra a Berlino

Secessionen: Klimt, Stuck, Liebermann. I tre protagonisti delle Secessioni di Vienna, Monaco e Berlino e molti altri artisti all’Alte Nationalgalerie

Dal 23 giugno al 22 ottobre 2023 l’Alte Nationalgalerie di Berlino presenterà un’imperdibile mostra temporanea sulle Secessioni novecentesche. Tra i capolavori spicca la Giuditta di Klimt e il Peccato di Stuck.

Una mostra imperdibile all’Alte Nationalgalerie

Per la prima volta, l’Alte Nationalgalerie di Berlino ospita una mostra comparativa tra le tre metropoli Monaco di Baviera, Vienna e Berlino all’inizio del Novecento. L’esibizione comprende circa 200 dipinti, sculture e stampe di oltre 80 artisti tra Simbolismo, Art Nouveau e Impressionismo. I curatori sono Ralph Gleis, direttore dell’Alte Nationalgalerie, e Ursula Storch, vice direttrice del Wien Museum.

La collaborazione con il Wien Museum ha consentito un approfondimento sull’opera di Gustav Klimt, e l’onore di poter esibire la Giuditta, una delle sue opere maggiori. Proprio la Giuditta, un’opera che scatenò l’estasi dei secessionisti di Berlino l’ultima volta che fu ospitata in città nel 1905, è la ragazza copertina della mostra e spicca al centro della sala principale.

Oltre ai protagonisti, la mostra all’Alte Nationalgalerie ospita altri 78 artisti, tra cui Lovis Corinth, Max Klinger, Käthe Kollwitz, Sabine Lepsius, Max Slevogt e Lesser Ury, ma anche ospiti internazionali come Ferdinand Hodler, Edvard Munch, Auguste Rodin, Giovanni Segantini o Jan Toorop.

Nella mostra, accanto alla dea suprema Giuditta, che abbaglia il pubblico per la sua bellezza già dalla porta d’ingresso, troviamo la Pallade Atena di Klimt e la Pallade Atena di Stuck. In quanto dea protettrice della saggezza, ma anche dell’arte e della battaglia, Atena era una dichiarazione di guerra alla scena artistica tradizionale del tempo.

Le Secessioni: un tempo oggetto di scandalo, ora storia dell’arte

In contrapposizione alle associazioni di artisti tradizionali e alle accademie, le nuove Secessioni nel mondo di lingua tedesca hanno lottato per il pluralismo estetico e l’individualità artistica. Le tre metropoli dell’arte hanno scritto i propri manifesti in sequenza cronologica: a Monaco nel 1892, a Vienna nel 1897, a Berlino nel 1899, con protagonisti rispettivamente Franz von Stuck (pioniere del simbolismo), Gustav Klimt (dell’Art Nouveau) e Max Liebermann (dell’impressionismo).

Il termine “Secessione” è diventato nel primo Novecento un marchio utilizzato per pubblicizzare mostre oggetto di scandalo: divenne poi un sigillo di approvazione dell’avanguardia e un segno di qualità dell’opera. Erano i presidenti dell’associazione a decidere chi poteva appartenere alla Secessione, chi era abbastanza avanguardistico per farne parte.

Scandalistico è soprattutto l’erotismo che pervade molte delle opere degli artisti maggiori: la Giuditta d’oro di Klimt è la femme fatale per eccellenza, con uno sguardo seducente ma con una testa d’uomo in mano; l’amante del pittore, Adele Bloch-Bauer, ne era forse la modella. Fece scalpore anche il Peccato di Franz von Stuck: una donna erotica, misteriosa, peccaminosa, avvolta da un’oscurità opprimente.

La primavera divenne simbolo di giovinezza, di un nuovo fiore che sbocciava, di tensione erotica e di chiaroscuri. Ver sacrum (primavera sacra) fu scritto a caratteri cubitali sul palazzo della Secessione di Vienna e in tantissimi manifesti del movimento.

La mostra

23 giugno – 26 ottobre 2023

Alte Nationalgalerie

Bodestraße 1-3, 10178 Berlin

Biglietto: 12 euro (ridotto 6 euro)

Secessions: Klimt, Stuck, Liebermann (smb.museum)

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