Gli eredi del pittore Max Liebermann avranno finalmente un risarcimento per il furto nazista di un quadro
Gli eredi di Liebermann otterranno un risarcimento per il quadro rubato dai nazisti che ora si trova presso la Fondazione Georg Schäfer
Dopo dieci anni di processi legali, gli eredi del pittore ebreo Max Liebermann sono riusciti a ricevere un risarcimento per il ritratto della moglie di Liebermann, rubato dai nazisti nel 1943. Gli eredi dell’artista sostenevano che il quadro in questione fosse loro di diritto, insieme ad altri due quadri, ovvero i Ragazzi nel Bagno e Gesù nel Tempio a 12 anni. La Fondazione Georg Schäfer, che al momento ospita le opere, ha ignorato per dieci anni ogni accusa mossa dagli eredi di Liebermann. La disputa ora sarebbe stata risolta grazie a una somma pagata da un donatore privato. L’accordo stipulato prevede inoltre che l’origine dei dipinti sia resa manifesta all’interno della didascalia esplicativa che accompagna l’esposizione delle opere. Il museo dunque manterrebbe la proprietà sui dipinti e i famigliari del pittore sarebbero risarciti per i danni subiti.
Le accuse avanzate dagli eredi Liebermann
Gli eredi dell’artista sostenevano che le opere fossero state acquisite dalla fondazione in modo illegittimo. Infatti secondo le loro ipotesi, i dipinti sarebbero stati rubati durante le razzie attuate dal regime nazista. Sfortunatamente, le informazioni sui dipinti sono poche: in particolare le tracce del Ragazzi nel Bagno e del Gesù nel Tempio a 12 anni si sarebbero perse negli anni Quaranta proprio durante le persecuzioni naziste. Non è chiaro dunque chi fosse il legittimo proprietario al tempo. Secondo gli eredi, la Fondazione si sarebbe appropriata ingiustamente dei quadri perché l’organizzazione culturale avrebbe acquisito molte opere grazie al lascito dell’impresario Georg Schäfer, che al tempo aveva comprato molte opere da trafficanti d’arte affiliati al nazismo.
La storie delle opere rubate dai nazisti
In Germania non è la prima volta che nascono accuse nei confronti di fondazioni o collezionisti d’arte per avere comprato quadri rubati agli ebrei. Per esempio nel 2014 un sopravvissuto all’Olocausto sostenne di essere il proprietario di un altro quadro di Liebermann, che apparteneva a un suo prozio, un collezionista d’arte. Oltre a questo, ci sono molti altri casi e indagini sull’origine di quadri potenzialmente rubati dai nazisti. Infatti, con l’avvento del regime nazista, venne operata una vera e propria pulizia culturale. I musei furono epurati da tutte quelle opere di “arte corrotta e degenerata”, appartenente a una cultura i cui valori erano in netto contrasto con il pensiero nazionalsocialista. Ecco che opere impressioniste, cubiste, espressioniste furono confiscate e spesso sono entrate nel giro del mercato nero. Ancora oggi quindi è difficile stabilire chi sia il legittimo proprietario e erede di questi manufatti.
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