Un video racconta la vita degli infermieri italiani espatriati in Germania. A firmarlo è uno di loro
Il bel progetto dell’infermiere e videomaker Francesco Palermita mette assieme una categoria di italiani in Germania di cui non si parla abbastanza
Si chiama Francesco Palermita, è nato nel 1991 a Taurianova, paesino dell’entroterra di 15mila abitanti in provincia di Reggio Calabria, e dopo la laurea in infermieristica alla Sapienza di Roma si è trasferito in Germania. «Era l’agosto del 2015. Per circa 7 mesi avevo viaggiato da nord a sud consegnando curriculum e facendo concorsi, ma senza mai ricevere positive. Ho deciso così di partecipare ad un progetto organizzato da un’agenzia che lavora per portare infermieri italiani in Germania. Mi candidai e fui assunto dall’ospedale di Sindelfingen, paesino a 15 minuti da Stoccarda. Ho lavorato lì sei mesi, fin quando ci sono stati problemi con l’ospedale e noi italiani del progetto. Molti capi reparto si lamentavano della nostra scarsa conoscenza della lingua. Per partecipare al progetto avevamo studiato il tedesco fino ad un livello intermedio/avanzato, il B2 e lo stavamo continuando a fare, ma non bastava. Ci fu una lotta interna tra il capo del personale, che sapeva che aveva assunto persone che, nonostante tanti sforzi, avevano da poco iniziato a studiare il tedesco, e alcune persone interne all’ospedale. Di mezzo ci siamo andati noi, purtroppo. A questo punto mi sono sono candidato privatamente per un un policlinico universitario a Tübingen, Tubinga per noi italiani. Alcuni conoscenti ci lavoravano già e me ne avevano parlato bene. Mi piaceva anche la città, piena di giovani e con un’età media tra le più basse della Germania». Vivere in un contesto così diverso dalla propria terra d’origine significa essere costretti ad accettare anche diversi compromessi. «Ma non mi sono mai pentito della scelta, anche perché inizialmente l’ho presa come un’esperienza. Mi stavo mettendo in gioco. Poi mi è piaciuto e perciò lo rifarei ancora. Ovviamente si ho avuto dei periodi bui i primi mesi dove un po l’idea di tornare in Italia mi passava per la testa, ma nel momento in cui pensavo questa cosa, l istante dopo pensavo anche che se fossi ritornato in Italia mi sarei sentito quasi sconfitto quindi questo mi ha dato quella forza di cui in quel periodo avevo bisogno».
Il video Infermieri italiani in Germania e un confronto con l’Italia
A cinque anni da quella decisione, dopo aver accumulato esperienza e scoperto quanti altri suoi colleghi italiani hanno fatto, e tuttora fanno, la sua stessa scelta, Francesco ha deciso di realizzare un mini documentario di interviste per raccontare la loro vita in Germania. «Ho sempre avuto la passione per il videomaking che però non ho mai seriamente coltivato purtroppo pero lavorando qui in Germania come infermiere e avendo uno stipendio ho deciso di investire un po’ di soldi in attrezzature per realizzare un video che paragonasse i diversi punti di vista di quei ragazzi italiani che si trasferiscono in Germania per lavorare negli ospedali confrontando i diversi punti di vista tra chi è appena arrivato e chi sta già qui da anni, se le idee e le aspettative con il passare del tempo restano uguali o cambiano. A queste ho aggiunto due interviste a colleghi tedeschi per mostrare anche quello che pensano loro di noi che a volte andiamo in reparto con una scarsa conoscenza della lingua». Mentre in Germania si accolgono sempre più infermieri italiani, non c’è traccia del percorso inverso, personale specializzato tedesco che va in Italia.«Il fatto che ci sia poco persone nel sistema sanitario italiano è una cosa non degli ultimi mesi bensì degli ultimi anni. Mia madre è anche un’infermiera perciò conosco bene la situazione che c’è negli ospedali e come lei sia “costretta” a fare turni di notti da sola con 40 pazienti per mancanza di personale. Purtroppo in Italia sembra ci sia una situazione di non ritorno, dove ogni volta che c’è un nuovo governo, si hanno delle aspettative grandi, l anno della svolta e poi vengono deluse queste aspettative. Non si investe nelle giuste risorse purtroppo. In Italia se perdi il lavoro ti ammazzi perché sai che non lo troverai più. Qui il giorno dopo aver lasciato il lavoro Sindelfingen, ho iniziano a Tübingen»
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