Quedlinburg, gemma medievale patrimonio Unesco nel centro della Germania

La  famosa guida turistica americana “1.000 places to see before you die” definisce la città di Quedlinburg come “Una favola di case a graticcio”. E non esagerano.

L’Europa è costellata da cittadine medievali e rinascimentali di grande fascino, ma poche vantano un patrimonio storico e architettonico ben conservato come quello di Quedlinburg. Si tratta di una località tedesca di 12 mila abitanti situata nel Land della Sassonia-Anhalt. Miracolosamente scampata ai danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, passeggiare per le vie della città significa percorrere le diverse tappe dell’architettura locale, ammirando le modifiche che si sono susseguite nel corso delle varie epoche. Visitare il borgo si rivela, infatti, una meravigliosa e avventurosa incursione nel passato, passeggiando per le sue vie sembra di essere entrati in un regno fiabesco. Nel corso di cinque secoli, inoltre, commercianti e artigiani hanno costruito più di 1.300 case a graticcio lungo il centro storico.

 

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Non è un caso che nel 1994 Quedlinburg sia stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO per essere un esempio di città medievale e rinascimentale tra le meglio conservate in Europa. Per l’UNESCO, il grande rilievo attribuito al borgo di Quedlinburg risiede in tre aspetti: l’inatteso e curioso stato di conservazione delle costruzioni medievali; lo splendore delle costruzioni del XVI e XVII secolo e il collegio di St. Servatius.

Prima del nazismo

Fondata all’inizio del X secolo, il nome della città di Quedlinburg compare per la prima volta nel 922 come donazione territoriale da parte di Enrico I l’Uccellatore. Dopo la morte di Enrico, la vedova Matilde, poi diventata santa, fondò un’abbazia su una collina adiacente la città. Questa era destinata ad ospitare le ragazze della nobiltà locale con lo scopo ultimo di pregare per l’anima di Enrico I e dei futuri sovrani. Nel 936 salì al trono Ottone I che, nel 961 fondò un monastero maschile, successivamente abbandonato nel corso del XVI secolo. Del monastero è rimasta soltanto la chiesa, completamente restaurata a metà del XX secolo. Nel 994, sotto Ottone III, la città di Quedlinburg ottiene il diritto di tenere il mercato, di riscuotere le tasse e soprattutto di coniare moneta.

 

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La storia durante il nazismo, Himmler e l’Uccellatore

La cittadina di Quedlinburg è stata protagonista di un oscuro capitolo durante il Terzo Reich. Il 2 luglio 1936, il leader delle SS naziste, Heinrich Himmler, aveva programmato un viaggio nella piccola città di Quedlinburg dove il gerarca sfilò  tra le vie del centro antico. Fermatosi ad ammirare lo splendido castello, proseguì verso la grande cattedrale medievale, ultima tappa del suo pellegrinaggio. Non fu un caso. La cattedrale di Quedlinburg, infatti, custodiva la tomba di un antico re tedesco del X secolo, Enrico I l’Uccellatore.

Nel suo allucinante pensiero Himmler era convinto di essere la reincarnazione di Enrico I. Il generale delle SS lo considerava un grande leader che poteva rappresentare una fonte d’ispirazione per Hitler. Progettava, inoltre, di erigere sulla tomba della cattedrale un santuario delle SS. Ai piedi della cripta, Himmler pronunciò un discorso esortando i suoi ufficiali a prendere come modello l’orgoglioso passato della Germania: «Proprio come un albero appassisce se le sue radici vengono rimosse, così un popolo cade se non onora i propri antenati».

Affascinato dalla storia antica grazie alla passione del padre, il generale delle SS considerava il passato feudale come il modello da seguire per la futura gloria del Terzo Reich e pretendeva che tutti gli uomini delle SS praticassero questa sua nuova “religione”. Esprimeva, infatti, un forte odio nei confronti del cristianesimo, considerato da lui come una religione per deboli.

Per appurare la sua tesi, nel 1935 istituì un grande istituto di ricerca con più di 100 studiosi per analizzare il passato e aiutare gli uomini delle SS a comprendere e vivere secondo le usanze dei loro antenati. Il fine ultimo della ricerca consisteva nel trasformare i territori del Reich in feudi medievali governati dagli ufficiali delle SS. Opera che aveva già avviato prima di morire. Come altri gerarchi nazisti, Himmler credeva che la futura razza padrona dovesse essere svezzata dalla decadenza morale delle città e riportata alla vita rustica dei loro antenati.

Cosa vedere

Per abbandonarsi al fascino d’altri tempi di Quedlinburg, occorre lasciarsi guidare dagli scorci più intriganti per le vie del centro storico.
Il centro antico si sviluppa intorno ad una grande piazza centrale e prosegue su due colline. La piazza principale, il Markt, è il cuore pulsante della città. Circondato da antiche case medievali e lussuosi edifici rinascimentali, è lì che ogni sabato si tiene l’animato mercato che vede protagonista la vera gente del luogo.

 

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Le colline ai piedi della città sono due: Burgberg e  Muenzenberg. Sul lato opposto della piazza ha inizio l’affascinante Hohe Strasse che porta ad una delle due colline verso il castello. Ai piedi della collina sorge la Klopstockhaus, museo letterario dedicato a Friedrich Gottlieb Klopstock, nato in questa casa; un nome poco noto per noi italiani, ma in realtà è una delle personalità più importanti della letteratura tedesca. Burgberg – o collina del castello – è la collina più visitata. Su di essa sorgono il castello di Enrico I, la collegiata fondata dalla regina Matilde e l’abbazia di St. Servatius. Quest’ultima è una basilica a tre navate costruita tra il 1070 e il 1129 e considerata fra gli edifici del XII secolo meglio conservati in Germania. Oltre a ciò, l’abbazia è nota per la cripta di Enrico I e per la presenza di una splendida collezione di forzieri d’oro, manoscritti religiosi, bottiglie di cristallo e meravigliose spade. Si tratta di oggetti rivestiti di gemme preziose e risalenti al X, XI e XII secolo. La seconda collina, Muenzenberg – meno conosciuta ma davvero suggestiva – offre una romantica terrazza panoramica che  si affaccia sopra i tetti rossi della città vecchia.

Curiosità:

Per chi ama la natura, una fermata obbligatoria durante un viaggio a Quedlinburg sarà il muro del diavolo o Teufelsmauer. Si estende per quasi 20 chilometri sulla catena montuosa di Harz e, a causa della sua struttura bizzarra, è stata oggetto di curiosità e racconti folkloristici da parte degli abitanti del luogo. Secondo una leggenda locale, poi alimentata anche dai fratelli Grimm, nella lotta per la contesa del mondo tra Dio e Satana, a quest’ultimo fu concesso un breve periodo di tempo per costruire una recinzione che dividesse la terra in due. Non riuscendo a completarla nel tempo concesso, non ottenne il controllo di nessuna parte della Terra e allora abbatté la propria rabbia sul recinto da lui stesso costruito.

 

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Immagine di copertina: Quedlinburg da Wikipedia ©A. Savin – Pubblico Dominio