Ministro degli esteri tedesco si scusa per aggressione a francesi sul confine
Il sabato prima di Pasqua ai confini con la Francia, alcuni cittadini francesi sono stati attaccati ingiustamente
Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha così condannato l’aggressione di sabato contro i francesi che si sono recati nelle zone di confine durante la pandemia del Coronavirus: “Il Covid-19 non sa nulla della nazionalità. Lo stesso vale per la dignità umana”. E ancora “Fa male vedere come alcuni dei nostri amici francesi sono stati insultati e attaccati a causa di Covid-19”, ha scritto su Twitter. Un comportamento del genere è del tutto inaccettabile. E infine “siamo tutti sulla stessa barca”, ha aggiunto. Il tweet del ministro degli Esteri è arrivato in risposta a un post altrettanto apologetico di Anke Rehlinger, ministro dell’economia dello stato del Saarland che confina con la regione francese del Grand Est. “Il nostro cuore sanguina per i confini chiusi con la Francia e il Lussemburgo”, ha detto Rehlinger l’8 aprile. “Abbiamo sentito dire che i francesi sono stati insultati e che gli sono state lanciate uova. Le persone che fanno queste cose peccano contro l’amicizia tra le nostre nazioni”, ha aggiunto. “Mi scuso con i nostri amici francesi per questi incidenti isolati”. Qualche giorno prima, il sindaco di una piccola città di frontiera si era lamentato di “una certa ostilità verso i nostri amici francesi” nel suo distretto. “Alcuni sono stati insultati o fermati per strada”, mentre altri “non osano più venire qui”, ha detto il sindaco di Gersheim Michael Clivot al sito di notizie t-online. La situazione a Gersheim è diventata così grave che Clivot ha postato un video che si rivolge direttamente ai cittadini su Facebook. Alcuni francesi hanno riferito di essere stati sputati addosso mentre camminavano o facevano la fila al supermercato, ha detto. A uno di loro è stato detto di “tornare nel tuo paese infestato da “corone””, ha aggiunto Clivot.
La decisione unilaterale della Germania di chiudere le frontiere è stata azzardata secondo il sinaco di Gergheim Clivot
Per il sindaco di Gersheim Clivot, gli incidenti hanno dimostrato che la decisione di Berlino di chiudere la frontiera a metà marzo nel tentativo di rallentare la diffusione della pandemia è stata sbagliata. “Ciò di cui avevamo bisogno (all’epoca) era un’azione congiunta con la Francia”, ha detto. Il 16 marzo la Germania ha introdotto rigidi controlli alle frontiere con le nazioni vicine, tra cui la Francia. Da allora, solo le consegne di merci e i pendolari trans-frontalieri sono stati fatti passare dalla polizia, mentre gli agenti hanno respinto gli altri viaggiatori. Il Grand Est sul confine tedesco ha subito l’epidemia di COVID-19 più mortale della Francia, con più di 2.000 decessi confermati. Al di là del confine nel Saarland, solo 41 casi mortali sono stati registrati dall’Istituto Robert Koch, responsabile del controllo delle malattie. Anche il tasso di mortalità della Germania a livello nazionale per la malattia è molto inferiore a quello della Francia, con 2.544 su 118.000 persone infette che hanno perso la vita, mentre in Francia oltre 13.800 sono morte su circa 125.000 casi.
La situazione in Germania alle 9:00 del mattino di mercoledì 15 aprile
Continuano a calare i numeri ufficiali dei contagi in Germania: ieri – martedì 15 aprile – “solo” 2138, non erano stati così pochi dal 17 marzo (2095). Il calo è costante dall’8 aprile, ovvero da una settimana. Per quanto è innegabile che i giorni di feste pasquali possano aver condizionato la raccolta dei dati, un trend simile può portare un pizzico di ottimismo. Le guarigioni martedì sono state ben 3900. L’8% dei casi attivi al momento versa in condizioni critiche. In totale in Germania ci sono 132210 casi confermati, pochi più di quanti ce ne sono in Francia (131362), ma meno degli Stati Uniti (609422), Spagna (174060) e Italia (162488). Se si parla di decessi (3495) è il settimo paese dopo Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Iran e Belgio. Nella giornata di martedì, la Germania ha vissuto la seconda giornata più tragica dall’inizio della pandemia, 301 in sole 24 ore. Era stata peggiore solo l’8 aprile (333). Nel frattempo, a seguito dello studio dell’Accademia degli scienziati Leopoldina, nel Paese si parla di riaperture graduali. Oggi la Merkel avrà una conference call con i governatori delle varie regioni per definire la fase due. Molti Länder, come la Baviera e il Brandeburgo, sono contrari alla riapertura delle scuole. Parallelamente, con punti diversi, ma altrettanto critici alle soluzioni finora paventate, l’associazione dei ristoratori, la Dehoga, ha invece dichiarato che ciò di cui si parla, ovvero una riapertura dei ristoranti fino alle 18 di ogni giorno, non garantirebbe ai ristoranti la possibilità di generare vendite. Si spinge per un orario che arrivi fino alle 22. “I costi di un’azienda eno-gastrononica sono troppo alti per generare guadagno rimanendo aperti fino alle 18”.
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Immagine di copertina: Pixabay