La Germania pagherà Microsoft 800mila euro perché non ha “scaricato” Windows 10

Una dimenticanza assai costosa da parte dello Stato tedesco

Il 14 gennaio 2020 Windows 7, penultima versione del sistema operativo di Microsoft, è andato in pensione. Ciò significa che l’azienda statunitense non fornirà più aggiornamenti o patch per questa versione del sistema operativo. Il pensionamento era annunciato dallo scorso marzo eppure il governo tedesco non è riuscito ad eseguire l’upgrade in tempo.

La Microsoft si fa pagare lautamente

Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, il governo federale aveva ancora all’attivo almeno 33,000 computer con Windows 7 e dovrà perciò pagare circa 800,000 euro alla Microsoft per aggiornamenti extra di sicurezza. Come riporta il sito ZDNet, la multinazionale americana richiede circa 45 euro per aggiornare ciascun terminale dopo che il sistema operativo è scaduto e la cifra aumenta ogni anno. Una volta che un’organizzazione possiede decine di migliaia di computer è facile raggiungere cifre elevate. «Ogni sistema operativo ha il suo specifico ciclo vitale in modo tale da mantenere un elevato livello di sicurezza e funzionalità sempre aggiornate» spiega Microsoft. Windows 7 è stato rilasciato ormai dieci anni fa, il 22 luglio 2009. Ovviamente, obbligare de facto all’update, significa vendere molte più copie della nuova versione del software e incrementare i profitti.

«Confusi e disorganizzati»

Un update su scala così massiccia non è del resto facile da eseguire e richiede una certa dose di conoscenza tecnica da parte degli operatori statali mentre è molto più facile per i singoli user. Il programma di update costerà circa 800,000 euro ma solamente nel 2020, ha scritto il segretario di Stato Günter Krings (CDU). Bisogna infatti ricordare che ci sono casi non riportati e le cifre potrebbero ulteriormente aumentare. Ogni dipartimento ministeriale è responsabile dell’update dei propri dispositivi ma questa strategia non sembra funzionare. Giustamente, non sono mancate le critiche al governo per questa ‘dimenticanza’, che puzza di dilettantismo in materia. Konstantin Von Notz, parlamentare dei Verdi, si è espresso criticamente: «Il semplice fatto che i singoli ministeri siano responsabili per i propri dispositivi informatici non fa che evidenziare la necessità di creare organi di coordinamento così che i contribuenti non vedano più milioni di euro spesi per riparare a questi danni». Della stessa opinione è il presidente dell’associazione dei contribuenti, Reiner Holznagel: «E’ precisamente il principio della divisione tra dipartimenti che fa ricadere le colpe sulle spalle dei contribuenti. Esiste una mancanza di effettiva coordinazione interdipartimentale: ogni ministero lavora da solo quando si parla di IT».

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Immagine di copertina: Pixabay