La genuflessione di Varsavia, lo storico gesto del cancelliere tedesco Willy Brandt nel 1970
Un semplice atto diventò emblematico in un periodo storico in cui le relazioni tedesco-polacche erano particolarmente difficili. La storia della genuflessione di Willy Brandt a Varsavia
Sono passati più di 50 anni dalla famosa genuflessione compiuta dall’allora Cancelliere tedesco della Germania Ovest Willy Brand di fronte al memoriale per le vittime della rivolta del ghetto di Varsavia. Il gesto avvenne durante la sigla degli accordi di Oder-Neiße (meglio noto come Patto di Varsavia), per definire i confini tra Germania e Polonia. Brandt intendeva simbolicamente chiedere scusa e perdono per quanto compiuto dal suo Paese durante il periodo nazista, denunciando pubblicamente il popolo tedesco come responsabile. L’evento venne omesso dalla cronaca sovietica dell’epoca, negli anni ’70 la Germania celebrò i 20 anni dalla sua ricorrenza. Mentre la Polonia, tutt’ora, lo definisce un gesto vuoto, senza alcun significato. L’unico vero interesse del blocco comunista era avviare nuovi rapporti diplomatici tra i due Paesi, come poi avvenne con la progressiva distensione politica tra il blocco comunista e occidentale.
La distensione dei rapporti tra Stati come pilastro dell’ Ostpolitik
Artefice della nota Ostpolitik, Willy Brandt inaugurò la normalizzazione dei rapporti tra il blocco sovietico e occidentale, ponendo le basi per la futura riunificazione della Germania. Brandt ricoprì la carica di Ministro degli Esteri dal 1966 al 1969 prima di essere eletto Cancelliere. Nell’agosto del 1970 siglò il patto di non aggressione con l’URSS a cui seguirono il Patto di Varsavia (7 dicembre 1970) e il Trattato con la Cecoslovacchia (20 giugno 1973). Eccellente diplomatico, comprese sin da subito l’importanza di condurre negoziati con gli Stati in gioco attraverso la cooperazione. Strategia politica all’avanguardia che gli varrà il Nobel per la Pace nel 1971 e che contribuirà anche alla fine della Guerra Fredda. A ruota, la distensione tra Stati e la conseguente normalizzazione dei rapporti diplomatici e politici interessò anche la Romania di Ceaçescu, la Jugoslavia di Tito, la Cecoslovacchia di Dubčev.
I pareri contrastanti sulla genuflessione al Memoriale di Varsavia
Il Trattato di Varsavia fu siglato nel pieno dell’Ostpolitik tedesca. Il 7 dicembre del 1970 la Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest) e la Repubblica Popolare Polacca si impegnarono reciprocamente a rispettare la divisione territoriale stabilita dal confine dell’Oder-Neiße, rinunciando a qualsiasi pretesa territoriale. Prima della sigla del Trattato, Brandt decise di fare una breve deviazione. Il Cancelliere si fermò di fronte a un monumento commemorativo delle vittime del ghetto di Varsavia che insorsero nel 1943 contro l’occupazione tedesca dove depose una corona di fiori. Tra gli sguardi stupiti dei cittadini polacchi e l’imbarazzo delle autorità sovietiche, il Cancelliere si genuflesse di fronte al monumento per oltre un minuto. Il gesto fu accolto in maniera contrastante, è catturato dalle televisioni mondiali. Per i tedeschi Brandt si sarebbe spinto oltre, compiendo un gesto del tutto inappropriato. Ma l’intento di Brandt non era umiliare il proprio Paese, anzi, volle proprio consegnarne un’immagine umana: il popolo tedesco non si identificava con i crimini perpetrati dai crimini, ma ne riconosceva la brutalità incomprensibile e si voleva fare promotore di una convivenza pacifica tra Paesi confinanti. Il 6 dicembre del 2000, a Varsavia, poco distante dal Monumento agli eroi del ghetto, venne realizzato un monumento commemorativo in onore di quella genuflessione tanto criticata e acclamata.
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Immagine di copertina: Genuflessione di Willy Brandt – Screenshot da YouTube