Dietrich Eckart, il poeta tedesco che “inventò” Hitler

Dietrich Eckart, il grande scrittore tedesco che presentò Hitler come il salvatore della Germania

Non sono in molti ad associare il nome di Dietrich Eckart al movimento nazista, eppure ne fu un’importante figura di spicco. Drammaturgo, giornalista e poeta, Eckart fu il primo ad intravedere in Adolf Hitler il grande condottiero in grado di portare la Germania verso un futuro migliore. Nel 1918, Eckart divenne redattore del periodico antisemita Auf gut Deutsch, dove criticava ferocemente le soluzioni offerte dal Trattato di Versailles e la Repubblica di Weimar, che si era appena istituita. Forti furono anche le accuse verso politici liberali ed ebrei, ritenuti i responsabili della rovina tedesca nella Prima Guerra Mondiale. Eckart sollevò così il desiderio di trovare un messia capace di guidare la Germania verso un nuovo destino. In un suo poema, tratteggiò la figura del Senza nome o il Grande: un uomo destinato a salvare il popolo tedesco. Un soldato semplice di origine tedesche e dagli occhi ardenti capace di riportare la Germania agli splendori di un tempo. Destino che si realizzò nella mani di Adolf Hitler.

La vita ed i pensieri di Dietrich Eckart

Dietrich Eckart nacque il 23 marzo del 1868 a Neumarkt. Perse entrambi i genitori quando era ancora ragazzo, ereditando un notevole patrimonio. Trasferitosi a Monaco di Baviera, iniziò a dedicarsi alla carriera di drammaturgo, poeta e giornalista supportato dal sostegno finanziario ricevuto. Eckart era un uomo acculturato, con ottime capacità di scrittura, ma purtroppo dedito all’alcool. Il suo pensiero trovava spesso ispirazione nella mitologia, nel razzismo e in una visione distorta della biologia umana. Fu Eckart stesso a sviluppare la teoria del “genio umano superiore”, basata sugli scritti di Lanz von Liebenfels – occultista neopagano appartenente all’Ariosofia.

La società Thule

Eckart si circondò di amici influenti tra cui membri della Società Thule, un’organizzazione che si caratterizzata per il suo fervente nazionalismo ed antisemitismo. I suoi affiliati erano uomini appassionati di occultismo ed esoterismo che credevano nel mito di Atlantide e della razza ariana, di cui i tedeschi sarebbero stati gli eredi. Quest’ultima però si era indebolita per via dell’incrocio con razze inferiori e moralmente corrotte. Si fece così breccia il desiderio di riscoprire le radici germaniche della nazione per riportare alla luce il suo passato glorioso. Allo stesso tempo, s’insinuava l’idea di un nemico comune che stava distruggendo la patria tedesca. Questa congettura fece da collante alle idee del nazionalsocialismo, divenendo caposaldo di uno dei movimenti più cruenti della storia. All’inizio del 1919, Eckart e gli occultisti della Società Thule vararono un piano per diffondere il proprio messaggio. Diedero vita ad un nuovo gruppo politico: il Partito tedesco dei Lavoratori, rinominato poi Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. All’epoca fu solo uno dei tanti gruppi politici antisemiti, ma trovò presto la strada per divenire simbolo di uno dei periodi più bui della Germania.

L’incontro con Hitler

Nell’autunno del 1919 una spia si annidò tra la folla durante una riunione del partito politico. L’uomo era lì per conto dell’esercito tedesco: doveva riferire tutto quello che avrebbe sentito. Il giovane informatore capì però che le idee anticomuniste ed antisemite che ascoltava combaciavano con le sue: prese così parola rivolgendosi alla folla in ascolto. L’uomo era Adolf Hitler. Eckart fu sedotto dal sua oratoria e passione per la politica. Capì ben presto di trovarsi davanti a colui che avrebbe risollevato le sorti della Germania. Ne divenne suo mentore e maestro, guidandolo lungo un percorso di formazione ideologica. Ne raffinò il galateo e indirizzò la sua campagna politica. Eckart rivestì così un ruolo incisivo nell’ascesa politica di Hitler, dipingendone i tratti di salvatore della Germania.

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Immagine di copertina: Dietrich Eckart – Screenshot da YouTube