Göring li costrinse a vendere il “loro” tesoro guelfo, famiglia ebraica cita la Germania negli USA

Gli eredi di alcuni mercanti d’arte ebrei chiedono che la Germania gli restituisca il ‘loro’ Tesoro Guelfo

Gli eredi di una famiglia di mercanti d’arte di Francoforte di origine ebraica, residenti negli Stati Uniti si sono rivolti alla Corte Suprema americana per riavere indietro dalla Germania preziosi manufatti storici appartenuti ai loro avi, una richiesta che avevano già avanzato nel 2014. Si tratta del Welfenschatz, il Tesoro Guelfo, oggi conservato al Kunstgewerbemuseum di Berlino. La prima udienza in cui verranno ascoltati gli eredi è stata fissata per il 7 dicembre 2020. I mercanti d’arte avevano comprato il Tesoro nel 1929, ma, nel 1935, erano stati costretti a venderlo per 4,25 milioni di Reichsmark (cifra equivalente a 20 milioni di dollari odierni) al Governo prussiano. Un prezzo sensibilmente inferiore al reale valore della collezione che si aggira intorno ai 200 milioni di dollari. Dietro alla transazione incriminata vi era uno degli uomini più potenti del Terzo Reich, Hermann Göring, all’epoca Presidente dello Stato Libero di Prussia.

 

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Kunstgewerbemuseum in Berlin. #welfenschatz #wunderschön #fotovonmeinertochter #fantastisch

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La reazione della Germania alla richiesta di restituzione

Secondo la Stiftung Preußischer Kulturbesitz (SBK), la fondazione che cura il patrimonio culturale tedesco (e quindi anche il Tesoro Guelfo), la richiesta degli eredi non può essere accolta. La fondazione ha infatti dichiarato che il prezzo pagato per il Tesoro Guelfo era giusto e non vi era stata nessuna coercizione. La cifra così bassa pagata per i manufatti storici è giustificata dal fatto che essi siano stati rivenduti nel 1935, quando la grande crisi economica scoppiata nel 1929 ancora si faceva sentire. A questo proposito, una speciale Commissione di esperti, chiamata a valutare il caso in Germania, aveva dichiarato, nel 2014, che «non vi è alcuna indicazione nel caso in esame che indichi che i mercanti d’arte e i loro partner commerciali siano stati messi sotto pressione durante i negoziati, ad esempio da Göring. Inoltre, gli effetti della crisi economica mondiale si facevano ancora sentire nel 1934/1935. Alla fine, entrambe le parti concordarono un prezzo di acquisto che era inferiore al prezzo di acquisto del 1929, ma che rifletteva la situazione del mercato dell’arte dopo la crisi economica mondiale».

La storia del Tesoro Guelfo

Il Tesoro Guelfo è una delle più importanti collezioni di arte devozionale della storia dell’arte tedesca di epoca medievale. Originariamente il Tesoro era composto da 82 manufatti ma, al Kunstgewerbemuseum di Berlino, se ne possono ammirare 42. Si tratta, principalmente, di opere di oreficeria risalenti a un periodo compreso tra l’XI e il XV secolo ed era originariamente ospitato nella cattedrale di Brunswick a Braunschweig , in Germania . La maggior parte degli oggetti furono rimossi dalla cattedrale nel XVII secolo, passarono nelle mani del Duca di Brunswick-Lüneburg nel 1671, e rimasero nella Cappella di Corte ad Hannover fino al 1803. Nel 1929 Ernest Augustus, erede del Duca di Brunswick, vendette gli 82 manufatti ai mercanti d’arte di Francoforte Saemy Rosenberg, Isaak Rosenbaum, Julius Falk Goldschmidt e Zacharias Hackenbroch. Gli oggetti del Tesoro furono esposti nel 1930 negli Stati Uniti al Cleveland Museum of Art che acquistò dai mercanti nove pezzi mentre altri furono venduti ad altri musei e collezionisti privati. Nel 1935 i restanti 42 pezzi della collezione furono venduti allo Stato Libero di Prussia con la controversa transazione che gli eredi dei mercanti hanno denunciato.

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