Gli elisir del diavolo, il capolavoro di Hoffmann che per Heine fece impazzire uno studente a Gottinga
“Gli elisir del diavolo”: tuttora un capolavoro intrigante e surreale
Gli elisir del diavolo (in tedesco: Die Elixiere des Teufels) è un romanzo di E. T. A. Hoffmann. Pubblicato nel 1815, l’idea di base della storia è stata adottata dal romanzo Il Monaco di Matthew Gregory Lewis, a sua volta citato nel testo. Sebbene lo stesso Hoffmann non fosse particolarmente religioso, fu così fortemente impressionato dalla vita e dall’atmosfera di una visita in un monastero dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini che decise di scrivere il romanzo in quell’ambiente religioso. Hoffmann scrisse l’intero romanzo in poche settimane. Gli elisir del diavolo è descritto da alcuni critici letterari come appartenente al genere dei romanzi gotici – Schauerroman in tedesco – e può essere classificato nel periodo del romanticismo oscuro, sottogenere letterario del Romanticismo. Riflette il fascino popolare per l’irrazionale, il demoniaco e il grottesco. Il libro è un interessante racconto della famiglia di Medardus, il protagonista, e del loro attaccamento all’elisir del diavolo. È una lettura interessante per chi ama il dramma, la religione e la fantasia. L’espediente narrativo di Hoffmann è quello di un diario scritto di proprio pugno dal monaco Medardus. Attraverso il racconto della sua vicenda il lettore è catapultato in una dimensione onirica, surreale, spirituale, demoniaca. Si trova in tal modo ingabbiato nelle spire della sua storia. Questo libro non è un viaggio in direzione retta, molto intricato, la catarsi non è un crescendo ma una linea discontinua che pare precipitare e risalire con la stessa frequenza, l’abisso della dannazione e la grazia divina sembrano essere alla stessa distanza.
La trama de “Gli elisir del diavolo”
La storia inizia con un’introduzione in cui uno scrittore anonimo racconta che presenterà un manoscritto che è nascosto in un monastero da decenni. Contiene le memorie del monaco Medardus e l’abate del monastero è molto riluttante a consegnarlo. Secondo l’abate il manoscritto sarebbe dovuto essere bruciato molto tempo fa.Quindi c’è un’oscura tensione romantica prima che la storia inizi davvero e nel proseguire con la storia ci si rende subito conto che quello sarebbe stato solo l’inizio. Medardo, rimasto orfano del padre sulla cui figura aleggiano cupe ombre, è affidato dalla madre alle cure di una badessa. La vita religiosa lo attrae al punto che decide di prendere i voti. Nel suo convento è custodita un’antica reliquia, una bottiglia contenente un elisir che il diavolo utilizzò per tentare Sant’Antonio. Un confratello chiede a Medardo di non toccare mai la bottiglia. Il peccato della superbia però comincia a divorare l’indole di Medardo, la sua coscienza vacilla, l’incontro con il demoniaco elisir si fa sempre più vicino. Gli effluvi della bevanda tentatrice, i sorsi che della stessa Medardo si concede, l’incontro durante una confessione con una donna che assomiglia incredibilmente ad un quadro di Santa Rosalia presente nella chiesa del convento, risvegliano in lui la voce della lussuria, la bramosia e le pulsioni animalesche. Fuggito dal convento, durante una missione che doveva portarlo a Roma, Medardo compie i primi passi di un tremendo destino. Sulla sua strada futura delitti, misfatti, incontri che riveleranno la loro reale porta solo nel dipanarsi di una trama che è solo possibile accennare. Il più importante tra tutti sarà quello con la donna vista in confessione, la dolce Aurelia. La famiglia da cui discende il frate e la storia dei suoi avi si avvinghiano al suo presente formando una spirale, fino alla scoperta di antichi segreti, fratelli scomparsi, parentele degeneri ed insospettate. Impossibile fino alle ultime pagine essere certi di quale sarà la scelta finale del cappuccino, zittire la sua bramosia possedendo l’amata e dandole la morte o se invece mettere a tacere per sempre le voci infernali che contaminano la sua coscienza.
La biografia dell’autore
E. T. A. Hoffmann nato a Königsberg, 24 gennaio 1776 e morto a Berlino, 25 giugno 1822. È stato uno scrittore, compositore, pittore e giurista tedesco, esponente del Romanticismo. Conosciuto sotto il nome di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann o di E. T. A. Hoffmann, inizia la sua carriera letteraria come critico musicale. Nei suoi racconti Hoffmann affronta diversi generi narrativi, spaziando dall’avventuroso al poliziesco, dal fantastico al grottesco fino alla fiaba. Descrive la realtà concreta come un qualcosa di inconcepibile, assurdo, artificioso, mentre i sogni e le magie appaiono come aspetti assolutamente naturali e ovvi. La sua figura e le sue opere letterarie, improntate al fantastico e all’horror, influenzarono notevolmente il Romanticismo europeo ed ispirarono le narrazioni di molti autori, tra i quali Edgar Allan Poe e Fëdor Dostoevskij. Per gli scrittori francese dell’ottocento Hoffmann ha incarnato il vero spirito romantico tedesco. Esperto ed originale compositore, scambia nel 1805 il suo terzo nome, Wilhelm, con quello di Amadeus in onore a Mozart, suo modello, e diventa compositore.
Leggi anche: I dolori del giovane Werther è un libro senza tempo
Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni
Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter