Berlinale 2021, unico premio per migliore attore e attrice

Il festival di Berlino va incontro alla svolta gender fluid

Il Festival internazionale del cinema di Berlino, noto anche come Berlinale, si ripete ogni anno nel mese di febbraio per la durata di undici giorni. Il premio principale assegnato dal festival consiste nell’Orso d’oro – simbolo della città – che viene conferito al miglior film. Non si tratta, però, dell’unico premio assegnato. Tra gli altri ci sono l’Orso d’argento per il miglior regista, per il miglior attore, per la migliore attrice, per la migliore sceneggiatura e per il miglior contributo artistico, oltre ai premi onorari come l’Orso d’oro alla carriera. Per la prossima edizione, tuttavia, il festival vuole apportare una grossa modifica al ventaglio dei premi. Verranno aboliti quelli al miglior attore e alla migliore attrice per sostituirli con “miglior ruolo protagonista” e “migliore ruolo secondario”. Si tratta della prima volta che succede in un festival, ma non è la prima volta che un simile dibattito si fa strada all’interno del mondo del cinema.

Nel 2017 anche l’MTV Movie & TV Awards aveva deciso di eliminare i premi distinti, ma il dibattito rimane ancora aperto

Il cambiamento era stato annunciato in un’intervista alla CNN dal presidente Chris McCarthy, in cui spronava a non accontentarsi di rispondere alle esigenze della cultura, ma di cercare anche di stimolarle. In quest’ottica, ha sottolineato McCarthy, i premi distinti sembravano antiquati. Questo concetto vale anche per le grandi cerimonie, in cui molti attori potrebbero non sentirsi rappresentati dalle due etichette proposte dai premi. Recentemente, la star Asia Kate Dillon – che non si identifica nella binarietà di genere – avrebbe inviato una mail agli Emmy Awards per chiedere delucidazioni sulle categorie proposte. Il suo dubbio era se l’adesione a una categoria o all’altra fosse su base biologica o culturale. La riposta della Television Academy ha autorizzato Asia Kate Dillon a presentarsi nella categoria desiderata. Asia Kate Dillon, in un’intervista per Variety, sottolinea inoltre che la stessa parole “attore” in origine non presupponeva alcuna distinzione di genere, e che è solo con l’introduzione di “attrice” la distinzione ha cominciato a prendere piede. Ma allora perché non eliminare direttamente le categorie e unificare i premi?

Molti festival cinematografici non sono ancora pronti per la svolta

Secondo alcuni, è molto facile per eventi come MTV Movie & TV Awards o come i Grammys fare a meno delle distinzioni. Nel primo caso i candidati sono scelti dai produttori dello show e nel secondo ci sono ben 84 categorie secondo le quali vengono assegnati i premi. Non vale lo stesso per Oscar, Emmys e Tonys. Nel caso degli Oscar ci sono, per esempio, solo quattro categorie – attore e attrice protagonista e non protagonista – con cinque nomine per ciascuna di esse. Anche aggiungendone, il problema rimarrebbe radicato alla base dell’industria cinematografica, ancora profondamente sessista. La maggior parte dei ruoli da protagonista, infatti, viene assegnata ad attori uomini. In un evento con una predominanza di attori e con così poche categorie, l’unificazione di quest’ultime potrebbe portare ad altre controversie, se non addirittura aggravare la situazione. «Ci sarebbero nuove ingiustizie, anche se le categorie aumentassero a 10», sottolinea a questo proposito il The Atlantic. Inoltre, ci sarebbe la possibilità che gli attori finissero con il dominare le categorie, assecondando l’infondata idea che gli uomini siano più bravi delle loro colleghe. Dunque, se da una parte la divisione di categoria muove problemi di natura identitaria, dall’altra non è detto che risolverebbe gli aspetti più critici dell’industria cinematografica – tra cui la minor presenza di attrici e la piccolissima percentuale di registe. Quel che è certo è che la questione ha cominciato a suscitare interesse e richiederà nei prossimi anni una maggiore attenzione.

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Immagine di copertina: Unsplash