Un regista russo si è immaginato una Russia alternativa, DAU. Natasha – Berlinale

DAU. Natasha,  dramma russo intimo e personale nell’universo DAU, realtà alternativa ambientata ai tempi della dittatura di Stalin

DAU. Natasha non è un film come gli altri. È una pellicola che invita lo spettatore a prendere parte a un viaggio nella cultura russa, che mostra entrambe le facce della stessa medaglia. Da una parte le tradizioni russe, i canti popolari, le cene a base di pesce, i numerosissimi brindisi e le piccole usanze (sì, nella cultura russa si beve davvero la birra per stare meglio quando si è ubriachi). Dall’altra la crudeltà del regime staliniano, la freddezza e la manipolazione delle persone da parte dell’Unione Sovietica. DAU. Natasha è solo una minuscola parte del mastodontico esperimento pensato e realizzato dal regista regista Ilya Khrzhanovskiy, che ha raccolto 700 ore di riprese all’interno di una ricostruzione della Russia sovietica in cui vivevano e lavoravano attori non professionisti e senza copione. Vincitore dell’Orso d’argento per contributo artistico alla Berlinale, DAU. Natasha si concentra su una sola protagonista, Natasha, per mostrare un lato più personale della realtà sovietica.

La trama di DAU. Natasha

Natasha e Olga lavorano nella mensa dell’instituto di ricerca dei servizi segreti russi. Le due lavorano insieme servendo e intrattenendo i clienti, per poi, a giornata finita, perdersi in lunghi discorsi filosofici sulla vita e sull’amore, con la compagnia dell’immancabile vodka. Natasha è quasi una figura materna per la giovane, bella e inesperta Olga. Tra i tanti ricercatori e studiosi ospiti del centro di ricerca c’è anche il francese Luc Bigé, a capo di un esperimento top secret. Dopo il lavoro, Natasha e Olga decidono di passare il resto della serata insieme a Luc e agli altri studiosi. Presi dal momento, Natasha e Luc finiranno per innamorarsi, ma ci saranno delle conseguenze.

L’aspetto psicologico di DAU. Natasha

DAU. Natasha è un film dal forte impatto psicologico, così vuole essere e così deve essere. È capace di far sentire lo spettatore come se fosse al tavolo insieme a Natasha, Olga e agli altri ospiti. È capace di farlo sentire come se fosse seduto in un angolo a gambe incrociate ad ascoltare e a imparare dalle lezioni di vita di Natasha durante le lunghe conversazioni notturne con Olga. Ma è anche capace di far provare la cruda realtà di quei tempi, che non sono così lontani come sembra. E, come giusto che sia, succede tutto all’improvviso, perchè era così che succedevano le cose.

Lo straordinario universo DAU.

Per quanto DAU. Natasha possa essere un film profondo e completo, è in realtà solo una minuscola goccia nell’immenso oceano del progetto DAU. Si tratta infatti di un esperimento reale, avvenuto in un impianto da quasi 4000m² in Ucraina, in cui attori non professionisti hanno vissuto e lavorato in una ricostruzione della Russia sovietica del periodo tra il 1938 e il 1968. Un totale di 700 ore di girato senza nessun copione, di cui solo 8 (in due film diversi) sono state proiettate a questa edizione della Berlinale. Infatti, oltre a DAU. Natasha, è stato visto per la prima volta anche DAU. Degeneratsia, ambientato quindici anni dopo le vicende di DAU. Natasha. Il direttore della Berlinale Carlo Chatrian ha dichiarato di aver guardato più di 50 ore di riprese di DAU. prima di decidere di inserire in concorso DAU. Natasha, parte che ha ritenuto particolarmente coinvolgente.

Quando vedere Natasha

Sabato 29 febbraio alle 18.30 al Friedrichstadt-Palast

Domenica 1 marzo alle 22.00 all’International

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Immagine di copertina: © Berlinale