70 film ambientati a Berlino da vedere assolutamente. Dal 10imo al primo posto
Una lista di 70 film girati o ambientati a Berlino – Le posizioni dalla 10ima alla prima
Sin dalla nascita della Settima Arte, Berlino è stata una tra le più interessanti location in cui ambientare un film. Nel corso del XX secolo la città ha cambiato più volte le sue vesti, attirando centinaia di cineasti, che vedevano in Berlino il set perfetto per le loro opere. Di seguito abbiamo raccolto una lista dei migliori 70 film girati a Berlino, pellicole che spaziano dai lungometraggi a tematica storica, passando per gli spy-thriller, fino ad arrivare a horror, commedie, drammi e documentari. Si tratta di produzioni internazionali girate a partire dagli anni ’20 del ‘900 fino ad arrivare ai giorni nostri, attraverso le quali possiamo osservare gli epocali cambiamenti che questa città, unica nel suo genere, ha subito nel corso degli anni. Finiamo con le ultime 10 pellicole, dalla 10ima fino alla prima posizione.
Le pellicole dal 70esimo al 61esimo posto
Le pellicole dal 60esimo al 51esimo posto
Le pellicole dal 50esimo al 41esimo posto
Le pellicole dal 40esimo al 31esimo posto
Le pellicole dal 30esimo al 21esimo posto
Le pellicole dal 20esimo all’11esimo posto
10) Coming Out (1989) di Heiner Carow con: Matthias Freihof, Michael Gwisdek, Dirk Kummer
Coming Out fu la prima pellicola prodotta a Berlino Est ad affrontare la tematica dell’amore omosessuale. Il film racconta la storia di Philip, un giovane insegnante, che inizia una relazione con la collega Tanja. Un giorno la ragazza le presenta un suo amico, Jacob, che si rivelerà essere un vecchio amore di Philip. Il ragazzo entra in crisi, si scopre innamorato di un altro uomo, ma non riusce ad accettare la sua omosessualità. Carow potè realizzare il film dopo aver insistito a lungo con la DEFA, che, dopo anni, concesse l’autorizzazione per realizzare il film. Presentato al cinema International di Berlino Est, il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro, Coming Out riscosse subito un enorme successo. Tutto il film è stato girato a Berlino Est, soprattutto nei quartieri di Mitte e Prenzlauer Berg. Molte scene sono state ambientate nei veri luoghi in cui gli omosessuali di Berlino Est si incontravano, come il Volkspark Friedrichshain o la birreria Zum Burgfrieden. La scuola dove insegna Philip è il Carl von Ossietszky Gymnasium di Pankow.
9) Lola corre (Lola rennt, 1998) di Tom Tykwer con: Franka Potente, Moritz Bleibtreu, Heino Ferch
A Berlino la giovane Lola riceve una telefona di aiuto dal fidanzato Manni. Quest’ultimo si è messo nei guai, perdendo una borsa con 100.000 marchi che avrebbe dovuto consegnare al suo capo, Ronnie, potente boss malavitoso. Se nel giro di 20 minuti il denaro non verrà consegnato, Manni verrà ucciso. Lola esce correndo di casa, per andare a chiedere i soldi al padre, direttore di filiale di una Deutsche Bank, che però si rifiuta di darglieli. Lola e Manni decidono di compiere una rapina durante la quale, però, la ragazza verrà uccisa. A questo punto il tempo si riavvolge e ritroviamo Lola che tenta ancora di recuperare il denaro, ma questa volta con un anticipo di pochi secondi, un tempo utile per cambiare le cose. Lola riesce a recuperare i soldi ma Manni viene investito da un’ambulanza. Ancora una volta ci ritroviamo all’inizio della storia con Lola impegnata, per un’ultima volta, a salvare la vita del suo ragazzo. Lola corre segna la rinascita del cinema tedesco, dopo anni di oblio. Grazie al film, la giovane Franka Potente vide spalancarsi le porte di Hollywood e recitò in grandi produzioni come Blow e The Bourne Identity. Anche il regista, Tom Tykwer venne chiamato Oltreoceano per dirigere alcune pellicole come The International (2009) con Clive Owen e Naomi Watts o Aspettando il Re (2016) con Tom Hanks. Lola corre è interamente girato a Berlino – soprattutto nel quartiere di Mitte – e si possono riconoscere numerosi luoghi della città. Tra questi Albrechtstraße (la casa di Lola), Friedrichstraße, il Gendarmenmarkt, Unter den Linden e Cuvrystraße a Kreuzberg.
8) Berlin – Lost in Time and Space (2009) di Oliver Schwabe con: Nina Hagen, David Bowie, Blixa Bargeld
Il documentario, attraverso filmati di repertorio, racconta la scena musicale di Berlino Ovest dal 1970 fino al crollo del Muro nel 1989. Berlino Ovest aveva attirato centinaia di musicisti, ispirati e stimolati dal fermento culturale che attraversava la città. Sono gli anni in cui Blixa Bargeld fonda gli Einstürzende Neubauten e collabora con Nick Cave, da poco trasferitosi a Berlino; delle scorribande di Iggy Pop e David Bowie per le strade della città e della loro rinascita artistica e spirituale. Ma è anche il periodo in cui la berlinese Nina Hagen portò il punk in città portando alla nascita di decine di band che seguivano questo stile musicale. La situazione unica di una città come Berlino aveva creato una scena musicale particolarmente vivace che, alla caduta del Muro, è andata in frantumi. Il regista Oliver Schwabe con Berlin-Lost in Time and Space ricostruisce la florida scena undergorund berlinese, un’epoca che, probabilmente, non ritornerà mai più.
7) Christiane F. – Noi i ragazzi dello Zoo di Berlino (Christiane F. – Wir Kinder vom Bahnhof Zoo, 1981) di Uli Edel con: Natja Brunckhorst, Thomas Haustein, Christiane Reichelt
Tratto dall’autobiografia di Christiane Vera Felscherinow, la pellicola racconta la discesa in un abisso di tossicodipendenza e prostituzione di un’ adolescente di Berlino Ovest tra il 1975 e il 1977. Chistiane vive con la madre separata nel quartiere di Gropiusstaddt, uno degli edifici-dormitorio costruiti dopo le devastazioni della II Guerra Mondiale. Passa le sue giornate con l’amica Kessi bazzicando la discoteca Sound e ascoltando la musica del suo artista preferito, David Bowie. Proprio al Sound Christiane prova per la prima volta l’LSD e incontra Detlef, Axel e Bernd. Con loro proverà per la prima volta anche l’eroina, durante un concerto di Bowie, precipitando nella spirale della tossicodipendenza. Per recuperare il denaro per comprarsi le dosi, sarà costretta a prostituirsi, attività che anche Detlef intraprende. Dopo una serie di tragici eventi, tra cui la morte dell’amica Babsi, Christiane decide di disintossicarsi scappando da Berlino. Uli Edel dirige una pellicola cruda e dai tratti neorealisti, scegliendo i giovani attori dalle scuole berlinesi o, addirittura, dalle strade della capitale (solo l’interprete di Christiane è un’attrice professionista). Berlino Ovest è ritratta come una città squallida, un luogo lugubre dove ogni speranza di poter vivere dignitosamente è negata ai più giovani. Il film è girato principalmente nella stazione dello Zoo, luogo in cui i giovani protagonisti si prostituiscono, e nelle zone limitrofe come la Kürfustenstraße e l’Europa Center di Charlottenburg. Le scene ambientate nel complesso edilizio della Gropiusstadt sono state girate nel Märkisches Viertel nel distretto di Reinickendorf. Nel film compare anche David Bowie, che si esibisce in Station to Station. La colonna sonora è composta interamente da brani del musicista britannico tratti dall’album Station to Station (1976) e dalla Trilogia Berlinese (Low, ‘Heroes’, Lodger) tra cui ‘Helden’, versione tedesca dell’immortale ‘Heroes’ .
6) La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler (Der Untergang, 2004) di Oliver Hirschbiegel con Bruno Ganz, Juliane Köhler, Ulrich Matthes
Hirschbiegel racconta gli ultimi giorni di Hitler, basandosi sul libro Fino all’ultima ora di Traudl Junge, segretaria del Führer e testimone oculare della sua disfatta. La pellicola è quasi interamente girata all’interno del Führerbunker, luogo in cui Hitler, insieme a Eva Braun e ad alcuni dei suoi fedelissimi, come Joseph Goebbels e Albert Speer, osserva l’inevitabile disfatta a cui il Terzo Reich sta andando incontro. Il bunker, che si trovava sotto il giardino della Cancelleria del Reich, è stato ricostruito fedelmente seguendo le indicazioni dei testimoni oculari e le fonti storiche. I (pochi) esterni sono invece stati girati a San Pietroburgo. Alla sua uscita la pellicola suscitò critiche contrastanti. L’immensa performance di Bruno Ganz nei panni di un vecchio, malato Hitler aveva messo d’accordo tutti i critici. L’attore si era preparato per il ruolo visionando ore e ore di filmati del Führer e aveva trascorso un breve periodo in una clinica che curava i malati di Parkinson malattia di cui soffriva Hitler. Ganz offre un ritratto del Führer devastato dalla malattia, dalla follia e dalla paranoia, forse una delle sue migliori interpretazioni. Proprio il fatto di aver reso Hitler come un uomo sconfitto era stato un aspetto del film criticato dalla critica mondiale con la Bild che, all’epoca, si era chiesta se fosse giusto mostrare il lato umano del mostro.
5) Le vite degli altri (Das Leben der Anderen, 2006) di Florian Henckel von Donnersmarck con: Ulrich Mühe, Martina Gedeck, Sebastian Koch
Nella Berlino Est del 1984 la Stasi incarica il Capitano Gerd Wiesler di tenere sotto controllo la vita dello scrittore Georg Dreyman. L’appartamento dell’intellettuale viene così riempito di microspie e Wiesler comincia ad ascoltare, giorno e notte, le conversazioni tra Dreyman, la compagna attrice Christa-Maria Sieland e i loro amici. Wiesler, uomo solo e senza nessun interesse al di fuori del lavoro, comincia ad essere incuriosito dalle conversazioni di Dreyman e comincia a interessarsi di arte e letteratura. Sviluppando un certo senso di ‘affetto’ nei confronti di Dreyman, Wiesler comincerà anche a insabbiare le prove dell’attività sovversiva dello scrittore. Le vite degli altri descrive alla perfezione il clima persecutorio che aleggiava durante gli anni della DDR in Germania Est. Molti cittadini, anche innocenti, erano costantemente spiati dal Governo che aveva istituito un apparato di controllo avanzatissimo e capillare grazie all’attività della Stasi. La pellicola è stata interamente girata a Berlino, tranne che per poche scene al Gerhart Hauptmann-Theater di Zittau in Sassonia. Principali location berlinesi sono la Karl Marx Allee, Frankfurter Tor, Wedekinstraße a Friedrichshain. Molte scene sono state girate all’interno dell’edificio che ospitava la sede centrale della Stasi in Normannenstraße a Lichtenberg, che oggi è diventato lo Stasimuseum.
4) Goodbye Lenin (2013) di Wolfgang Becker con: Daniel Brühl, Katrin Sass, Maria Simon
Christiane, fervente sostenitrice della Repubblica Democratica Tedesca, vive con i due figli, Alex e Ariana a Berlino Est. Il 7 ottobre 1989 vede in TV le immagini del figlio Alex pestato dalla polizia e viene colta da infarto entrando in coma. Dopo 8 mesi Christiane si risveglia, ma in quel breve lasso di tempo le cose sono molto cambiate con il crollo del Muro e la riunificazione della Germania. Per evitare alla madre uno shock che potrebbe esserle fatale, Alex e Ariana decidono di fingere che il ‘paradiso socialista’ a cui la madre era abituata esista ancora. Goodbye Lenin è una tragicommedia che affronta il tema dell’Ostalgie, quel sentimento malinconico per la vita nella DDR, nato dopo la riunificazione della Germania. Il film, fin dalla sua uscita, è stato un enorme successo, non solo in Germania ma anche nel resto del Mondo, spalancando a Daniel Brühl le porte di Hollywood. Il musicista francese Yann Tiersen, fresco del successo ottenuto per le musiche de Il favoloso mondo di Amelie (2001) ha composto la colonna sonora. Goodbye Lenin è stato interamente girato a Berlino, soprattutto nella Karl Marx Allee e nei plattenbau vicino ad Alexanderplatz, tipici edifici costruiti con pannelli prefabbricati molto diffusi nella zone di Berlino Est dopo la II Guerra Mondiale. Molte location sono state ritoccate attraverso la computer grafica nella fase di post-produzione per far sì che la Berlino del 2000 assomigliasse alla città negli anni ’80.
3) Germania anno zero (1948) di Roberto Rossellini con Edmund Meschke, Ernst Pittschau, Ingetraud Hinzf
La pellicola è ambientata nel 1946 in una Berlino devastata dai bombardamenti. Rossellini dipinge l’affresco della difficile vita post-bellica a Berlino, raccontando la storia del dodicenne Edmund e della sua famiglia, caduta in rovina dopo la guerra e costretta a vivere in un palazzo con altra gente. Le giornate di Edmund sono caratterizzate dal girovagare per Berlino cercando di trovare i soldi necessari per poter mantenere la sua famiglia di cui fanno parte il padre gravemente malato e costretto a letto, la sorella Eva e il fratello, ex soldato della Wehrmacht. Dopo l’incontro con un suo viscido e sadico ex insegnante, non a caso ancora fedele alla causa nazista, Edmund ruba una boccetta di veleno e avvelena il padre convinto dalle parole del maestro, secondo cui solo i forti devono sopravvivere. Preso dal rimorso per il parricidio si suiciderà gettandosi dalla cima di un edificio. Germania anno zero è il terzo e ultimo atto della Trilogia della Guerra del regista neorealista romano insieme a Roma città aperta (1945) e Paisà (1946). Il film segna la definitiva consacrazione internazionale di Rossellini che, fedele alla poetica neorealista, sceglie attori non professionisti raccontando storie di gente comune e avvalendosi di lunghe riprese in esterna in una Berlino dall’aspetto post-apocalittico. Germania anno zero è un eccezionale e prezioso documento storico, una cruda testimonianza delle devastazioni fisiche e morali che la guerra inevitabilmente porta con se.
2) Cabaret (1972) di Bob Fosse con Liza Minnelli, Michael York, Helmut Griem, Joel Grey
Cabaret è l’adattamento cinematografico dell’omonimo musical, andato in scena con grandissimo successo a Broadway dal 1966. A sua volta il musical era stato tratto dal dramma teatrale di John van Druten, I’m a Camera, che riprendeva le vicende narrate nel romanzo di Christopher Isherwood Goodbye to Berlin pubblicato nel 1939. Siamo a Berlino, nel 1931, il periodo della Repubblica di Weimar sta per finire, Hitler ancora non ha preso il potere, ma per le strade di Berlino i suoi sostenitori cominciano già a farsi sentire. Brian Roberts, timido insegnante di inglese, arriva a Berlino e alloggia in una piccola pensione. La sua vicina di stanza è Sally Bowles, estroversa e disinibita ballerina al Kit Kat Club, uno dei tanti templi dell’edonismo che animavano la scintillante vita notturna berlinese durante il periodo della Repubblica di Weimar. Basta poco all’impacciato Brian per innamorarsi di Sally, che lo introduce anche alle gioie del sesso. Nel frattempo i due intrecciano un triangolo amoroso con i l ricco aristocratico Maximilian von Heune, una relazione che non andrà a finire nel migliore dei modi. Nel frattempo Berlino comincia a essere sommersa dall’ondata nera dei seguaci di Hitler che, con i loro violenti raid, colpiscono anche il Kit Kat Club ritenuto dai nazisti un luogo vizioso e degenerato. Sin dalla sua uscita nelle sale Cabaret ottenne un enorme successo di pubblico e critica, tanto da essere candidato a 10 Premi Oscar e a vincerne 8, tra cui quello come Miglior Attrice a Liza Minnelli e Miglior Regia a Bob Fosse. Il film fu girato interamente in Germania Ovest, gli interni del Kit Kat Club furono ricostruiti ai Bavaria Studio di Monaco di Baviera, mentre la residenza di Maximiliam è lo Schloss Eutin, poco distante da Lubecca. A Berlino alcune scene furono girate a Savignyplatz, nelle strade del Tiergarten e nel quartiere di Dahlem.
1) Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin, 1987) di Wim Wenders con: Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander, Curt Bois, Peter Falk, Nick Cave
Nella Berlino degli anni ’80 due angeli, Cassiel e Damiel, osservano le vite e ascoltano i pensieri degli abitanti della città. Tra questi vi è il vecchio Homer che vaga nella desolata spianata di Potsdamer Platz, chiedendosi che fine abbia fatto la ‘sua’ piazza piena di vita, centro nevralgico della Berlino che fu. Durante il suo girovagare Damiel arriva in un circo, dove vede esibirsi la giovane trapezista Marion e se ne innamora. Incontra poi l’attore Peter Falk, a Berlino per girare un film. Scopre che anch’esso, tempo prima, era un angelo che aveva poi rinunciato alla sua condizione per poter diventare umano. Spinto dal suo amore per Marion anche Damiel decide di rinunciare alla sua esistenza angelica. La incontra durante un concerto di Nick Cave e, anche lei, da subito, si innamorerà dell’angelo caduto. Le poesie di Rainer Maria Rilke, in cui spesso compaiono angeli, hanno ispirato Wenders per la stesura della sceneggiatura; il regista ha inoltre collaborato con il Premio Nobel per la Letteratura 2019 Peter Handke. Una delle principali fonti di ispirazione è stata sicuramente la città di Berlino, che Wenders ha percorso in lungo e in largo, annotando le sue emozioni e i suoi pensieri su di un taccuino. Molti luoghi di Berlino assumono un significato fortemente simbolico come, ad esempio, la Biblioteca di Stato, progettata da Bernhard Hans Henry Scharoun, al cui interno vivono gli angeli. Un altro luogo importante per il film è la Colonna della Vittoria, dalla cui sommità gli angeli osservano i berlinesi. Per girare il segmento con protagonista il vecchio Homer, Wenders ha fatto costruire 150 metri di Muro in una spianata vuota dato che non era stato dato il permesso al regista di girare nella vera Potsdamer Platz. Il cielo sopra Berlino rimane una delle opere più riuscite di Wenders, un vero e proprio atto d’amore verso Berlino, consacrandolo come uno dei migliori registi del Nuovo Cinema Tedesco. La pellicola vinse il premio come Miglior Regia al 40° Festival di Cannes. Il regista Brad Sielberling, nel 1998, ha diretto il remake americano, City of Angels, con Meg Ryan e Nicholas Cage che, però, non riesce a riproporre l’atmosfera poetica e metafisica che caratterizza l’opera di Wenders.
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Immagine di copertina: Screenshot da Il cielo sopra Berlino