1626-1631, la storia del tragico processo alle streghe di Würzburg

Il processo di Würzburg portò all’uccisione di 900 persone accusate di stregoneria

Oggi per caccia alle streghe si intende metaforicamente un’indagine pubblica volta a scoprire attività sovversive. Storicamente il termine deriva dalla persecuzione ed esecuzione di persone accusate di stregoneria. Il fenomeno si diffuse nell’Europa moderna, principalmente in Germania. Gli anni erano quelli della riforma protestante, della Guerra dei trent’anni e della Controriforma. Nel 1626 iniziò a Würzburg uno dei 4 più grandi processi per stregoneria che portò alla condanna a morte di circa 900 persone. Alcune vennero impiccate, mentre altre subirono una morte più atroce, ovvero il rogo. Il processo finì quando al principe di Würzburg, Philipp Adolf von Ehrenberg, successe Gustavo Adolfo di Svezia, il quale decise di non proseguire i processi.

Gli antropologi ritengono che una spiegazione mono causale non sia appropriata per la spiegazione del fenomeno

Si stima che nell’Europa moderna le persone giustiziate per stregoneria furono circa 100.000. Le esecuzioni non vennero compiute direttamente dalla Chiesa ma dalle autorità civili che facevano proprie le sentenze dei tribunali ecclesiastici. La caccia alle streghe ha stimolato la ricerca storica da parte degli antropologi. Il cristianesimo era l’elemento unificante dell’Europa moderna e sicuramente la riforma luterana è stato uno dei fattori decisivi. Gli antropologi tuttavia rifiutano spiegazioni mono-causali e sono più propensi nell’identificare una serie fattori correlati. Il processo di Würzburg è fra i 4 più grandi processi contro le streghe in Germania, insieme a quelli di Trier, Fulda e Bamberg. Il processo durò dal 1627 al 1631 e colpì tutti gli strati della società, dai nobili ai contadini. La maggior parte delle persone arse vive erano comunque donne, all’incirca l’80%.

Le condanne a morte derivavano da una traduzione errata dei testi sacri

Le condanne per stregoneria avevano la loro fonte giuridico/ecclesiastica in un versetto del Vangelo secondo Giovanni: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato”. La traduzione delle fonti dall’ebraico antico non era sempre corretta. Ad esempio il 22 esimo capitolo del libro dell’Esodo era tradotto in latino come “Maleficos non patieris vivere” (non lascerai vivere le streghe). La traduzione era tuttavia errata. Invece di “malefico” sarebbe stato più esatto tradurre il verso come “venefico”, il contrario del miracolo.

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Immagine di copertina: Screenshot da Youtube