The Fabelmans, il bellissimo e personalissimo film di Spielberg arriva (anche) in Germania a febbraio

L’ultimo, The Fabelmans esce finalmente nei cinema tedeschi: lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo perché vale il prezzo del biglietto

A quasi due mesi dalle uscite nei cinema in molti dei paesi occidentali (compresa l’Italia), The Fabelmans arriva  anche in Germania. Accadrà il 9 febbraio. E, se non avete avuto la fortuna di vederlo già, è un peccato perderserlo. Si tratta del film più personale del cineasta di Cincinnati, ora 75enne.

La storia narrata è infatti ispirata alla sua infanzia, a come le sue vicissitudini familiari, ma non solo, anche il suo periodo scolastico, lo abbiano avvicinato avvicinato al cinema fino a farne diventarne la sua stessa ragione di vita, almeno da un punto di vista professionale.

The Fabelmans non è una pellicola godibile solo per chi è fan di Spielberg, ma un commovente, e divertente, racconto di formazione i cui riferimenti alla vera biografia del regista risultano sì un qualcosa in più per chi lo segue da sempre (capire come e perché nasca il suo amore per la settima arte è un carico di emozioni per i cinefili che in qualche modo si sovrappone a quelle che già suscita la visione del film), ma non sono l’unica ragione per la visione.

L’avesse diretto qualcun altro, o non fosse stato ispirato all’infanzia di Spielberg, The Fabelmans sarebbe stato comunque un film da vedere. Il problema però è che un film come questo, in questa maniera così delicata e allo stesso tempo dal ritmo sostenuto, come se un dramma familiare potesse essere un film di avventura, è in grado di girarlo solo lui.

Quali? Sono tante le sequenze da ricordare, quelle che rimangono nella mente anche dopo i titoli di coda: dalla modalità in cui il Sammy ragazzino gira l’incidente dei treni modellini al come, in fase di montaggio, scopre un segreto di famiglia e lo mostra alla madre (qui scendono i lacrimoni), passando per l’uso degli abbaglianti delle auto come riflettori in grado di inquadrare il disperato ballo della madre.

Raccontandoci la sua storia Spielberg tocca tutti, o quasi, i comparti di una produzione cinematografica, compresi l’importanza degli strumenti tecnici (quanta differenza fa avere una bella macchina da presa?) alla recitazione (con un eccezionale discorso fatto a un giovane attore) passando per ciò che un film lascia dietro di sé (raccontando l’effetto che fa il filmino del liceo fa sul “nemico” forse ora amico). C’è persino spazio, nel finale, per un doppio omaggio al cinema stesso (toccando un altra elemento ricorrente nei film, soprattutto quelli di oggi, il cinema che cita sé stesso), con David Lynch ad interpretare John Ford.

Quanti film sono in grado di toccare così tante corde, di regalare sequenze in cui ogni immagine, se si ha la voglia di scavare, nasconde un concetto o una serie di connessioni più ampie, ma anche da sola, godendola per ciò che comunica immediatamente, ti tiene incollato sulla sedie per il fascino che emana?

The Fabelmans, il cast e i premi

Spielberg non sbaglia mai gli attori. The Fabelmans ne è una conferma. Il già conosciuto talento di Michelle Williams (seria candidata all’Oscar), Paul Dano e Seth Rogen qui incontra quello non ancora affermato di Gabriel La Belle, protagonista del film. Tanta forza di bucare lo schermo l’hanno anche i comprimari. A Judd Hirsch (lo zio) bastano pochi minuti per essere percepito come fondamentale nella crescita del personaggio principale.

The Fabelmans ha vinto i due Golden Globe principali, miglior film drammatico e migliore regia. Vedremo, e crediamo, che bisserà agli Oscar.

The Fabelmans

nei cinema tedeschi dal 9 febbraio 2023

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