Cosa la Germania e l’Europa stanno facendo per l’Italia. E perché è importante informarsi bene
Girano troppe bufale, meme e informazioni parziali su come l’Europa sta reagendo alla situazione.
Siamo in un momento difficile. Non solo l’Italia, ma tutto il mondo. È facile avere il desiderio di scaricare su qualcuno le responsabilità della tragedia in atto. È anche legittimo, a patto che si faccia non attraverso meme o catene che girano su whatsapp o i social network, ma da fonti ufficiali e incontrovertibili. Pensiamo bene prima di scrivere sciocchezze o alimentare odio verso il prossimo, che sia il vicino di casa o d’Europa, sicuri di essere sempre e solo dalla parte della ragione. Aggiungiamo che anche per politici e persone con ruoli istituzionali non è facile. È una situazione fuori dal normale, per cui è difficile essere preparati, sia a livello strategico che emotivo. Questo articolo però è soprattutto per mettere dei punti su alcune questioni dibattute in questi giorni:
1 – Mascherine bloccate dalla Repubblica Ceca? Come confermato dall’Ambasciata italiana a Praga c’era un’indagine in corso su quel materiale. E per questo erano state sequestrate. Nonostante questo il governo ha deciso di inviare subito il carico senza attendere la conclusione dell’inchiesta di polizia per scoprire come l’ingente refurtiva sia stata trafugata e dove.
2 – Germania che non ci aiuta? Al momento è l’unico Paese europeo offertasi di ospitare 6 nostri connazionali ricoverati in Lombardia. Organizzeranno un trasporto ad hoc per portarli in Sassonia. E Baviera, Nordreno-Vestfalia e Baden-Württenberg hanno già fatto capire che seguiranno l’esempio. Quando avevano bloccato l’invio di mascherine lo avevano fatto (sbagliando) per tutti gli altri Paesi, non solo per l’Italia. Si è sbloccato poco dopo e, assieme all’invio verso l’Italia, hanno donato moltissimo materiale protettivo. Non solo sta aiutando anche i pazienti francesi e questo nonostante sia il quarto paese al mondo per numero di contagi. E per tutti gli italiani residenti in Germania sta facendo girare tanto materiale scritto nella nostra lingua per tenerci informati, aiutare gli imprenditori a salvare le loro aziende e i dipendenti a tenersi il posto.
– La Germania calcola in maniera diversa i decessi? Sì, è allora? Non ha attuato il coprifuoco? Sì, ma di fatto quanto accade qui a Berlino è simile a quanto accade a Roma. Ha un sistema sanitario più solido e ragiona di conseguenza. Magari poi si scoprirà che non è così, ma è una colpa pensare a strategie di contenimento diverse da quella italiana?
– L’Unione Europea? Al di là della Lagarde (che è della BCE, che è un’altra cosa e che per ciò che ha detto, male, si è dovuta scusare e sta rischiando il posto. Ps: quanti di voi un tempo criticavano Draghi?), il 13 marzo ha dichiarato attraverso la Von der Leyen: “Siamo assolutamente pronti ad aiutare l’Italia con qualsiasi cosa di cui abbia bisogno”. Non l’hanno detto, mi pare, né per la Spagna né per altri paesi europei. L’ha detto per l’Italia.
– Ad ogni modo la BCE guidata dalla Lagarde ha approvato qualche giorno fa 750 miliardi di € di piano “Pandemic Emergency Purchase Programme” appositamente studiato per aiutare economie come quella italiana. Qualcuno pensa che con un Italexit il nostro Paese ce la possa fare da solo? Che se l’Italia fosse stata fuori dell’Unione Europa ora avrebbe meno contagi? Se la risposta è sì, temo non ci sia niente da fare.
– Il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire ha dichiarato: “Ha avvertito che se l’Unione europea abbandona l’Italia, l’Ue non si riprenderà più”
– Aggiungiamo una domanda: se l’Italia fosse stata in una situazione di minor crisi rispetto ai “vicini” francesi o austriaci, come si sarebbe comportata?
Per ricapitolare, l’Europa e la Germania non saranno o sono perfette, ma quando vogliamo criticare, informiamoci bene e diciamola tutta, non solo ciò che ci fa piacere o comodo dire.
È giusto criticare questa Europa, ma per migliorarla. È giusto chiedere gli Eurobond, è giusto cercare di far capire che l’economia italiana è diversa da quella del centro e nord Europa, che la ricchezza dell’Europa è la sua varietà, ma proprio per questo è importante capire che non tutti i sistemi sono uguali. Se vogliamo però che ciò accada cominciamo ad unirci a spagnoli, greci, portoghesi o croati per mostrare che noi del sud, abbiamo simili esigenze e pensiamo con la stessa testa. Facciamo squadra. Certo, per farla ci vuole sapere fare politica, buona politica che creda nel gioco di squadra. Non certo dando la maggior parte della fiducia – come dimostra il nostro ultimo voto alle europee – a movimenti anti-europeisti che appoggiano il gruppo Visegrad composto da tutti quei leader europei, ungheresi, cechi, polacchi, ecc, che sono sempre pronti a voltare le spalle all’Italia, vedasi la crisi migranti (ps: ricordiamoci sempre chi c’era nel 2003 al governo a ratificare il Trattato di Dublino, quello che sostanzialmente ancora oggi regola la modalità di richieste d’asilo in Europa). Sia chiaro non diciamo chi si debba votare, il panorama italiano è davvero deprimente, ma almeno di scegliere prima di tutto sulla base della competenza dei candidati, non degli slogan.
A tutti gli italiani che vivono in Germania e usano ogni post sull’emergenza per spargere bile sul Paese che vi ospita: vanno bene le critiche, ma da molti emerge un astio che forse dovrebbe essere risolto pianificando di lasciare la Germania quando tutto questo sarà alle spalle. Non è una bella vita quella passata tra persone e un territorio che non si stima.
A tutti gli altri: facciamo tesoro di questa esperienza. Usiamola per unirci e finalmente far sentire alle nostre classi politiche e lobby che siamo in grado di organizzarci e fare le pulci ad ogni decisione presa nell’interesse di pochi. Vogliamo parlare? Facciamolo, ma a ragione. Veicolare l’ignoranza gli dà solo più potere. Prendiamoci, come detto, del tempo. E ripartiamo da qui, più forti, più informati, più uniti.
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