Come i 9 mesi in prigione fecero di Hitler un leader pronto a prendere il potere
Per Hitler la prigione di Landsberg fu un banco di prova per la sua futura dittatura
Per Adolf Hitler i 9 mesi passati in carcere furono cruciali per costruire il proprio culto della personalità e definire il suo piano per conquistare il potere. Arrivò nel carcere di Landsberg, in Baviera, il 1° Aprile 1924, condannato a 5 anni per aver organizzato un colpo di stato fallito in cui persero la vita 18 persone, tra cui 4 uomini. Entrato come capo del partito socialista tedesco dei lavoratori, movimento antisemita e impopolare, sarebbe uscito 9 mesi dopo molto più sicuro di sé, guadagnando costantemente sempre più potere e popolarità. Nei mesi di detenzione Hitler redasse il suo libro Mein Kampf, pubblicato tra luglio e dicembre 1925, che costituisce il punto di partenza dell’intera ideologia nazista. In quei mesi creò un culto della personalità attorno a sé stesso: Hitler era il partito nazista e Landsberg era il suo laboratorio. Insieme a lui c’erano i suoi compagni di complotto, tra cui Rudolf Hess, suo futuro vice. I quali avrebbero fatto qualsiasi cosa per rafforzare la sua convinzione. In questi mesi Hitler si rilassò, perfezionò le sue capacità di comando e oratoria, lavorò sul suo libro e si comportò bene. In netto contrasto con il comportamento sedizioso che lo aveva portato a Landsberg. Se prima voleva rovesciare lo Stato con violenza, adesso voleva arrivare a controllare lo Stato attraverso i meccanismi propri dello Stato. Dal canto suo, attraverso l’arresto, il processo e la condanna di Hitler, il governo bavarese aveva dimostrato che era altrettanto timoroso della sua crescente influenza.
Le domande che tutti si pongono e faticano a rispondere
Una volta uscito dal carcere Hitler non impiegò molto tempo a ottenere poteri dittatoriali e a condurre il paese in una guerra senza precedenti. Nessuno riesce a dare una risposta soddisfacente a quelle domande che l’intera umanità si pone da decenni: come può un uomo così insignificante diventare così potete? Come è possibile anche solo pensare di fare ciò che è stato fatto? E come potrebbe il mondo averlo permesso? E sempre, la paura non detta: potrebbe succedere di nuovo?
‘Hitler: Anscent, 1889-1939′ di Vollker Ullrich
Vollker Ullrich, storico e giornalista tedesco, nei suoi libri ha studiato Hitler non come “personaggio” ma come uomo. Questo significa non trattarlo né come un mito né come una nullità che si trovava nel posto giusto al momento giusto per accentrare su di sé la rabbia e il disordine della Germania di quegli anni. L’autore di ‘Hitler: Anscent, 1889-1939′, analizza il soggetto come attore di talento e stratega politico. A riguardo dei miti che Hitler ha cercato di creare su se stesso è costantemente scettico. Cerca di guardare alla figura di Hitler non come un mostro o un pazzo, ma come essere umano con “innegabili talenti e complessi psicologici profondamente radicati”. Ullrich dice in un’introduzione: “in un certo senso, Hitler sarà ‘normalizzato’. Anche se questo non lo farà sembrare più normale, semmai emergerà ancora più orribile”.
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Immagine di copertina: screenshot da Yotube