Germania, mai così tante start-up in bancarotta: 297 nel 2023

Il periodo d’oro delle start-up sembra alle spalle. Meno pazienza e meno soldi, gli investitori non investono più. E non finirà qui

Il 2023 può essere considerato l’anno nero delle start-up in Germania. Se la Germania, Berlino in primis, era diventata un’isola felice per coloro disposti ad investire in idee innovative, adesso questo trend sembra essersi fermato. Sono infatti ben 297 le start-up che durante l’anno appena trascorso hanno dovuto chiudere i battenti. Questa cifra rappresenta un aumento del 65% rispetto all’anno precedente; del 33% se parliamo del 2021.

Crisi nel settore

Sicuramente il 2023 è stato un anno critico per l’economia tedesca in generale, non solo per il mondo delle start-up. Secondo le statistiche del Bundesamt il PIL tedesco è sceso dello 0,3% nel 2023. Circa 15.000 aziende hanno dichiarato bancarotta, un aumento del 26% rispetto all’anno precedente.

Con un’economia traballante sullo sfondo, secondo gli addetti ai lavori lo stato di salute delle start-up tedesche non è destinato a migliorare. Secondo Frederik Gärtner, esperto di Fintech per lo studio legale Ypog, “Se gli investitori attuali non pomperanno altri soldi nelle aziende e se non se ne troveranno di nuovi, saranno molte di più le aziende destinate a fallire quest’anno“. C’è un dato su tutti che parla da solo: gli investimenti nel campo della start-up in Europa sono calati del 45%. 

Le start-up fallite

Fra le aziende che hanno dichiarato bancarotta nel 2023 possiamo trovare Sono Motors, azienda di automobili a batterie solari, il sito di e-commerce The Social Chain e il software anti frode Fraudster. E poi aziende nel campo del crypto, degli alcolici tailor-made e della logistica.

A fallire è stata anche Future Stories, start-up di Amburgo nel campo della cosmesi che puntava a ridurre il consumo di plastica e offrire cosmetici alternativi. Come molte altre start-up l’azienda continuava a fare perdite, ed era quindi dipendente da continui round di nuovi finanziamenti. Secondo la sua fondatrice Martina Ponath, il focus sulla sostenibilità ad oggi è sceso. E gli investitori esigono che l’azienda diventi remunerativa subito.

E sicuramente, la congiuntura economica negativa non aiuta. In particolare, l’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione rappresentano insieme una sfida quasi insormontabile per le giovani aziende. Allo stesso tempo, le bancarotte dell’anno scorso non sono altro, in alcuni casi, che il risultato della fine del boom che molte start-up hanno vissuto nel periodo del Covid.

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