L’azienda tedesca che sta insegnando agli ucraini a creare protesi di arti per le vittime di guerra

L’azienda produttrice di protesi Ottobock sta formando i tecnici ucraini affinché possano contribuire alla mobilità delle vittime di guerra 

Ottobock, fondata nel 1919 per aiutare i veterani mutilati della Prima Guerra Mondiale, sta formando i tecnici ucraini per costruire protesi e riabilitare gli amputati. Dall’inizio della guerra, il numero dei feriti è aumentato del 30%, ma la quantità di tecnici competenti è rimasta la stessa.

Grazie alla collaborazione con Superhumans, una ONG che ha creato un centro di riabilitazione protesica in Ucraina, vengono selezionati i professionisti che riceveranno tre settimane di formazione in Germania. In questo periodo impareranno a realizzare diversi tipi di protesi e riabilitare gli amputati.

Il collo di bottiglia: la formazione dei tecnici

Con i fondi del Ministero degli Esteri tedesco e del Ministero della Sanità,  Ottobock ha consegnato a settembre un container officina a Lviv. Il container, posizionato all’esterno dell’ospedale, permetterà un’assistenza più rapida dopo un’amputazione. Nel frattempo l’azienda tedesca, una delle principali produttrici mondiali di protesi, ha stabilito una relazione stabile con i partner per rifornire l’Ucraina di componenti e materiali.

Il problema, però, non è solo la mancanza di protesi, quanto la carenza di personale formato che possa far fronte al numero crescente di amputati. L’azienda si è impegnata a formare i tecnici ucraini nell’utilizzo e nell’installazione del C-Leg 4, una protesi digitale per il ginocchio che permette una mobilità maggiore e più naturale della gamba.

Tecnologie all’avanguardia e rapidità d’intervento

Il C-Leg 4 è uno dei modelli di qualità superiore che costa tra i 38.000 e i 45.000 euro, cifra che viene coperta dalla sanità ucraina per i veterani di guerra. Le vittime civili, invece, hanno diritto alla copertura dei costi per le articolazioni meccaniche del ginocchio.

La situazione si complica ulteriormente in Ucraina in quanto le amputazioni eseguite non sono programmate e spesso nemmeno “pulite”. Poiché si tratta di arti amputati in contesti emergenziali, spesso c’è la necessità di operare di nuovo per poter applicare una protesi. È importante notare che, la maggior parte dei pazienti ucraini, sono molto giovani, con un’età compresa tra i 20 e i 30 anni. Di conseguenza, è fondamentale che la mobilità sia ripresa il più velocemente possibile, per scongiurare il rischio di contratture e, quindi, di una maggiore difficoltà nella guarigione.

Riabilitazione psicologica

La competenza dei tecnici non è determinata solo dalla decisione sulla protesi più adatta e la sua angolazione. Devono anche essere in grado di fornire un supporto emotivo  al paziente, facendo sentire ai giovani veterani che le cose possono migliorare.

Sarebbe quindi fondamentale che a ogni vittima di guerra sia assicurata un’assistenza psicoterapeutica. In attesa di un piano a riguardo, sono i tecnici ortopedici, essi stessi ucraini che portano il peso della guerra, che devono farsi carico anche di quest’aspetto.

 

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